Il medico Christopher Herndon analizza come gli sciamani in Amazzonia diagnosticano e curano una malattia.
Un nuovo saggio, pubblicato nella Rivista di Etnobiologia e Etnomedicina, pone l’accento sulla consuetudine, da parte di due villagi indigeni nella profonda foresta pluviale del Suriname, di catalogare le piante per curare diverse malattie.
La ricerca, che è basata sui dati di visite a più di 20.000 pazienti in cliniche tradizionali nell’arco di quattro anni, rivela che gli sciamani della tribù Trio, hanno una complessa conoscenza dei concetti di malattia, che può essere paragonata a quella della scienza medica occidentale.
Gli sciamani di Trio riconoscono almeno 75 diverse condizioni mediche – dai disturbi più comuni come la febbre ( këike ) a particolari e rare malattie come la paralisi di Bell [ehpijaneyan] – e distinguono tra vecchie ( endemiche ) e nuove patologie ( iniziate con il contatto con il mondo esterno ).
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La preparazione e le cure degli sciamani sono il risultato del loro personale metodo scientifico, acquisito grazie a prove, esperimenti e osservazioni ripetute nell’arco di innumerevoli generazioni. E’ possibile che tale metodo non sia trasmesso in scienza o natura, ma in generale esso è fondamentalmente basato sugli stessi principi empirici e pragmatici della scienza occidentale.
L’autore principale del saggio, Christopher Herndon, attualmente dottore di medicina riproduttiva all’Università della California, San Francisco, afferma che i risultati della ricerca sono una prova della sottostimata abilità curative degli indigeni sciamani.
“ Il nostro saggio mette in dubbio una visione predominate nella medicina tradizionale per la quale noi, in quanto scienziati, non abbiamo nulla da imparare dalle cosiddette “società primordiali”, ha riferito Herndon a mongabay.com.
“Ma il nostro ‘sistema medico occidentale’è in se stesso un compendio di conoscenza, saggezza e terapie accumulatesi dalle culture precedenti e dalle diverse comunità nel mondo. Dovremmo essere a ragione fieri dei traguardi raggiunti dalla scienza medica, ma allo stesso tempo non dovremmo dimenticare che tali traguardi, in molti casi, sono stati raggiunti solo negli ultimi 50 anni. Ritengo che non dovremmo troncare così rapidamente il cordone ombelicale del nostro sistema medico con l’utero delle ultime culture rimaste che lo hanno aiutato a nascere. Sarebbe una grave perdita.”
Amasina, uno sciamano del Trio in Suriname e co – autore della Rivista di Etnobiologia e del saggio di Etnomedicina. Foto cortesemente donata dal Team per la preservazione dell’Amazzonia |
Lo sciamanesimo è il prodotto delle conoscenza accumulatesi dalle generazioni passate e dai profondi legami – spirituali e fisici – con l’ambiente naturale. Ma in un mondo dove si stanno rapidamente distruggendo le foreste e una profonda trasformazione culturale sta avvenendo tra le generazioni più giovani nelle società tradizionali, la conoscenza delle cure degli sciamani sta sparendo.
Riguardo i Trio, il processo è stato accelerato dai missionari che inizialmente demonizzarono le pratiche sciamane, allontanando i guaritori dalle loro comunità e sottraendo ad un’intera generazione la relazione apprendista/mentore che è alla base della trasmissione della conoscenza tra gli anziani e i giovani nella tribù.
Ma la situazione sta cambiando per i Trio, in parte grazie ai pionieristici sforzi del team per la tutela ambientale dell’Amazzonia ( ACT ), un gruppo di tutela ambientale “bioculturale” che ha collaborato con Herndon alla ricerca ( insieme con uno sciamano di Trio chiamato Amasina e con il Ministro della Sanità del Suriname).
L’ATC ha creato un sistema di cliniche tradizionali per migliorare l’assistenza sanitaria e promuovere la conoscenza delle piante medicinali tra i giovani membri della tribù per eliminare il gap tra i giovani e i guaritori ( l’età media di uno sciamano nella ricerca era di 68 anni, età approssimativa poiché tutti erano nati prima del contatto ).
“ Non si può ‘salvare’ il sistema medico delle tribù indigene solo trascrivendo gli inventari delle loro conoscenze sulle piante mediche” spiega Herndon. “ . L’Etnomedicina di Trio, non diversamente dalla nostra tradizione medica, è un’arte complessa di diagnosi, esami, comunicazione, rituali e cure che possono essere trasmessi solo con l’esperienza pratica. La distruzione delle tecniche mediche tradizionali è particolarmente devastante per le tribù indigene, le quali al tempo stesso hanno spesso un accesso molto limitato alle risorse mediche esterne.
L’adozione, da parte di organizzazioni, di programmi che potenziano e mantengono l’autonomia delle popolazioni tribali è fondamentale per la loro salute così come lo è il render possibile la trasmissione di questo notevole sistema medico a beneficio delle generazioni future.”
Laura Loriedo [geimnis (at) inwind (dot) it]