Le accuse di corruzione governativa e tangenti girano attorno ad una centrale a carbone da 300 MW prevista nello stato malese di Sabah.
Mentre il piano per costruire la centrale elettrica a carbone in Lahad Datu Bay si è scontrata con una forte e implacabile opposizione dal basso, il governo federale continua fare orecchie da mercante all’opposizione, sostenendo che l’impianto è necessario perfar cessare i continui black-out nel Sabah. Tuttavia, i critici dicono che l’impianto a carbone, che dovrebbe essere costruito nel bel mezzo del Triangolo dei Coralli e a 20 chilometri dalla Riserva naturale di Tabin, danneggerà gli stock ittici con il cloro e gli scarichi termici, stravolgendo la vita degli abitanti locali che dipendono dalla pesca e devastando il settore dell’eco-turismo nella regione. Inoltre, l’impianto a carbone va direttamente contro l’accordo del primo ministro Najib Tun Razak a Copenaghen per ridurre le emissioni di carbonio del 40 per cento entro il 2020.
Nonostante queste fondate preoccupazioni – e la crescente opposizione al progetto – fonti che hanno chiesto l’anonimato dicono che i lavori all’impianto continuano indisturbati a causa di nepotismo del governo, corruzione e tangenti. Fonti dicono che il governo federale ha già pagato quasi un quarto del costo della centrale elettrica a carbone alla ditta incaricata, la China National Electric Equipment Company (CNEEC), e che almeno un funzionario ha visto una tangente significativa.
Guai per i giornalisti
La Malesia non è un luogo dove è facile trovare risposte sugli accordi sottobanco, specie del governo. Addirittura, trovare risposte in alcune situazioni può essere addirittura un crimine.
Il cerchio rosso indica l’impianto a carbone. La Riserva Naturale di Tabin è a ovest, Semporna (Tun Sakaran Marine Park) si trova a sud. Mappa per cortesia di Green SURF. |
“La Malesia ha alcune leggi che rendono quasi impossibile ai giornalisti scoprire fatti sulla gente al potere. I reporter qui possono essere incriminati se entrano in possesso di informazioni, e se le pubblicano,” una fonte ha detto a mongabay.com, aggiungendo che tali reati rientrano nel Malesia Official Secrets Act. Un cittadino può anche essere detenuto per un massimo di 60 giorni senza vedere un’aula di tribunale se la polizia pensa che sia una minaccia alla sicurezza nazionale.
giornali sono anche strettamente controllati dal governo in Malesia. In base ad una legge, i giornali devono ottenere permessi annuali da parte del Ministero degli Interni. Se un giornale riporta qualche notizia di cui il governo non è soddisfatto, quest’ultimo può ordinare la chiusura del giornale in 24 ore.
“Questo è il motivo per cui il giornalismo investigativo è debole in Malesia”, spiega un’altra fonte.
Alla domanda sul perché i giornali malesi stanno ignorando queste connessioni, un’altra fonte ha dichiarato semplicemente: “Nessuno osa”.
Data la difficoltà di ottenere informazioni che il governo non vuole in onda, i malesi sono spesso lasciati a speculazione, pettegolezzi, dicerie per tentare di comprendere le ragioni delle azioni del loro governo. Questo è il caso con l’impianto a carbone di Sabah.
L’impianto a carbone sarà costruito sul bordo settentrionale della Lahad Datu Bay. Foto: Cede Prudente. |
«È come un segreto, ma nessuno può confermare,” ha detto una fonte che desidera restare anonima.
C’è la corruzione dietro l’impianto a carbone Sabah?
Gran parte delle attuali speculazioni ruotano attorno a Tan Sri Leo Moggie, il presidente della Tenaga Nasional Berhad (TNB) ed ex deputato per 30 anni. La TNB è la società federale per l’energia che sta spingendo per l’impianto a carbone. Quando il secondo sito per l’impianto a carbone è stato respinto – l’impianto era già stato spostato una prima volta – Leo Moggie annunciò in diversi giornali che Sabah era il luogo ideale per un impianto a carbone.
“L’ironia è che firmò semplicemente come ‘Leo Moggie’. Non vi era alcuna menzione del fatto che fosse il presidente [della TNB], o che TNB voleva questo impianto. Questo, naturalmente, solleva interrogativi “.
Gli abitanti del posto hanno detto che Leo Moggie ha ricevuto una notevole somma per aver concesso alla Cina National Electric Equipment Company (CNEEC) l’appalto per la costruzione dell’impianto a carbone.
“Sospettiamo che i membri della sua famiglia controllino l’importazione di carbone da Kalimantan,” ha detto una fonte. Secondo i piani pubblicati, la centrale elettrica a carbone sarà alimentata dalle miniere nel Borneo indonesiano.
Molte persone contattate in relazione a questa vicenda hanno affermato che, mentre il nepotismo è stato ufficialmente condannato in Malesia, è pratica comune.
Ad oggi i giornali malesi non hanno dato voce nessuna di questi sospetti. Tuttavia, visto che Leo Moggie è membro consiglio di amministrazione del New Strait Times, il più grande giornale della Malesia, questo fatto non è così sorprendente.
Le fonti dicono anche che il governo malese ha già pagato alla China National Electric Equipment Company (CNEEC) 400 milioni di ringgit malesi (100 milioni di euro circa) al fine di costruire la centrale.
“Hanno firmato probabilmente pensando che il progetto sarebbe stato approvato. Il carbone è, dopo tutto, incluso nella strategia dei cinque carburanti del Paese”, ha detto una fonte.
Eppure il prezzo dell’impianto a carbone continua a salire. Nella prima proposta è stato stimato un costo di 1,1 miliardi di ringgit per il primo sito e 1,3 miliardi per il secondo sito, e adesso siamo già a 1,7 miliardi. Quando è stato chiesto perché l’impianto era balzato di 400 milioni da un sito all’altro, le fonti hanno dato risposte diverse. Una ha detto che il crescente prezzo delle materie prime è in gran parte da incolpare, mentre l’altra ha detto che il denaro è stato utilizzato “[dal governo] per l’acquisto di favori o sostenitori, forse anche per l’ultima campagna elettorale [del Barison Nasional, il partito al governo in Malesia] alle ultime elezioni.”
Ad oggi, molti dettagli del progetto rimangono gelosamente custoditi dal governo e dai privati coinvolti. Nessuno sa se il costo totale comprende il costo di costruzione di una linea di trasmissione, o qual è il tragitto che questa linea di trasmissione seguirà, anche se molto eventualmente passerà attraverso la foresta pluviale come una lunga ferita. Mentre il carbone sarà fornito da TNB, i funzionari hanno nascosto anche se le miniere di carbone di Kalimantan riforniranno l’impianto o per quanto tempo essi hanno intenzione di importare il carbone dall’Indonesia. Gli ambientalisti temono che se l’impianto andasse avanti, si stimolerebbe l’interesse nell’estrazione di carbone nello stato di Sabah, mettendo la parola fine all’ambiente incontaminato hce è la vera ricchezza della regione.
Secondo gli attivisti locali, questo non deve accadere. Costretto da fattori sociali, ambientali e di preoccupazioni economiche, l’organizzazioneGreen SURF (Sabah Unito per Ri-accendere il Futuro) ha recentemente preso la Renewable Energy and Appropriate Laboratory (RAEL) presso la University of California Berkeley per effettuare un audit energetico per Sabah. L’audit ha evidenziato che l’energia prodotta sia da biomassa che da energia idroelettrica potrebbe fornire la stessa potenza ad un prezzo competitivo con il carbone. Il geotermico e e l’energia solare sono risultati opzioni leggermente più costose, ma sicuramente più ecologiche.
Tuttavia, se le accuse di corruzione del governo sono vere, ma forse non sapremo mai con certezza, convincere il governo della Malesia a mantenere un comportamento diverso può risultare qualcosa di impossibile anche per i più appassionati attivisti.