La Rainforest Action Network (RAN), un gruppo di attivisti impegnato contro forme di produzione di palma da olio che danneggiano l’ambiente, afferma che la Cargill non ha interrotto i suoi rapporti con una compagnia produttrice di olio di palma recentemente denunciata per aver nascosto a investitori e compratori le proprie violazioni ambientali.
Il 16 Agosto la Cargill ha dichiarato che continuerà a comprare da PT Smart, azienda produttrice di olio di palma accusata da Greenpeace di distruggere foreste pluviali e torbiere nel Borneo. L’annuncio della Cargill arriva dopo che la società madre di PT Smart, Golden Agri Resources (controllata dalla Sinar Mas), ha redatto una relazione in cui sostiene che una verifica effettuata elimina ogni sospetto di cattive pratiche nei confronti dell’ambiente. Tuttavia, tre giorni più tardi, la BSI, il revisore coinvolto nella valutazione, ha preso le distanze dalle dichirazioni presenti in tale documento, rilasciando a sua volta una dichiarazione che evidenzia come la PT Smart fosse di fatto coinvolta nell’abbattimento di foreste e torbiere, violando la legge indonesiana.
“La BSI Group è venuta a sapere che, in seguito alla pubblicazione del rapporto ‘BSI-CUC Verifying Greenpeace Claims Case: PT SMART Tbk’ del 10 Agosto 2010, elementi contenuti nella suddetta relazione sono stati riportati in maniera errata e distorta rispetto a quanto pubblicato e presentato,” si legge in una dichiarazione. “Tra il 2005 e il 2008 si è rilevata la presenza di piantagioni su torbiere profonde (superiori a 3 metri) in due proprietà: era una violazione del Decreto Presidenziale relativo alle torbiere profonde pubblicato nel 1990. Si trattava anche di una trasgressione alle stesse direttive operative della SMART.”
Una torbiera distrutta presso un terreno in concesione alla PT Kartika Cipta, vicino al Parco Nazionale Lake Sentarum, Kalimantan Occidentale. © Rante/Greenpeace |
“Si è scoperto che tutte le concessioni esaminate nel Kalimantan Centrale avevano eseguito disboscamenti ancor prima che fossero approvate le valutazioni sull’impatto ambientale.”
A partire dalle rivelazioni della BSI, la Cargill non ha fatto nulla per eliminare la Sinar Mas dal suo gruppo di fornitori, nonostante avesse promesso di farlo se si fosse scoperto che la suddetta compagnia distruggeva le foreste pluviali. La RAN afferma che tale mancanza di azione rappresenta una “promessa non mantenuta” da parte di Cargill.
“Nonostante questa dichiarazione che mette in evidenza la responsabilità della Sinar Mas nella distruzione della foresta, la Cargill, a differenza di quanto promesso, non l’ha esclusa dal suo gruppo di fornitori,” afferma RAN in una dichiarazione. “La mancata azione della Cargill nei confornti della Sinar Mas probabilmente deluderà numerose compagnie americane, comprese General Mills, Kraft e Nestlé, che stanno cercando attivamente fornitori responsabili di olio di palma.”
“Ora è chiaro che le prove di Greenpeace contro PT SMART erano giustificate e che la Sinar Mas rimane un fornitore controverso,” afferma Ashley Schaeffer di Rainforest Action Network (RAN). “La Cargill vende alla maggior parte delle imprese alimentari d’America e il loro olio di palma si trova in qualsiasi negozio alimentare degli Stati Uniti. Altre compagnie contano sulla Cargill per iniziare a fornire al mercato americano olio di palma sostenibile. Le ultime dichiarazioni della Cargill sono un chiaro segno della necessità di iniziare a cercare altrove.”
La conferma della distruzione di foreste e torbiere da parte di una consociata di Sinar Mas ha gettato un’ombra sulla Roundtable on Sustainable Palm Oil (Tavola Rotonda sull’olio di palma sostenibile, RSPO), un ente che ha creato standard per la certificazione “verde” dell’olio di palma. La PT Smart è membro della RSPO e sostiene di attenersi alle regole. Ma la verifica della BSI ha dimostrato tutt’altro. Ora il WWF, gruppo ambientalista che non solo ha coinvolto la Cargill nella sostenibilità dell’olio di palma ma è anche uno dei principali finanziatori della RSPO, ha pubblicato un avviso per i compratori di olio di palma.
In una dichiarazione del WWF si legge che “le compagnie che comprano olio di palma devono essere consapevoli che l’unica maniera per assicurarne la sostenibilità è di comprare quello certificato e proveniente da aziende valutate secondo gli standard della RSPO.”
“Comprare da membri della RSPO non è sufficiente,” continua la nota, alludendo al fatto che le compagnie possono richiedere l’adesione alla RSPO senza di fatto produrre olio di palma sostenibile.
Il Cargill non ha risposto subito alla richiesta del mongabay.com per un commento.
AGGIORNAMENTO: Susan Eich, Direttrice delle Comunicazoni sulle Responsabilità della società per Cargill, ha mandato la seguente email venerdì 27 Agosto.
RAN is misrepresenting Cargill’s position on PT SMART (Sinar Mas).
Da quando le accuse sono state inizialmente mosse da Greenpeace relativamente alla PT Smart, la Cargill ha ripetutamente dichiarato che se tali accuse fossero state fondate e la PT Smart non avesse preso delle misure a riguardo sarebbe stata eliminata dalla lista dei fornitori.
Siamo incoraggiati dal fatto che la PT SMART ha riconosciuto aree di non conformità con la RSPO e con la propria politica aziendale e che si è impegnata a prendere delle misure per rimediare e rafforzare i propri standard lavorativi per raggiungere i suddetti standard.
La SMART si è impegnata a rimediare al problema, evidenziato nella loro relazione, e a certificare tutte le piantagiaìoni entro il 2015. Ci metteremo in contatto con la PT Smart e la Golden Agri Resources per capire meglio i loro piani e le tempistiche delle iniziative correttive. Rimaniamo in attesa di osservare il miglioramento del loro impegno.