Nota: Stora Enso ha pubblicato una risposta a questo rapporto consultabile qui.
La cartiera finlandese, Stora Enso, rischia di perdere la sua reputazione di azienda responsabile sul piano sociale ed ecologico a causa di un rapporto diffuso della Rights and Resources International (RRI) e della Rural Development Institute (RDI). Nel rapporto viene rivelato che la compagnia ha infranto le leggi cinesi e usufruito del lavoro di intermediari che hanno minacciato fisicamente gli agricoltori locali, allo scopo di appropriarsi di 120 mila ettari appartenenti ad una vasta piantagione di eucaliptos nella Cina meridionale. Solo un anno fa, un avvocato incaricato di difendere i diritti dei contadini è finito in ospedale in seguito alle percosse di cui è stato vittima per il suo coinvolgimento nella vicenda.
“Ora sappiamo, sfortunatamente, che le popolazioni che abitano e dipendono economicamente dai territori forestali – che sia in Cina oppure in altre nazioni svantaggiate – non possono contare unicamente sulla reputazione di una compagnia che vanta una responsabilità sociale aziendale,” ha affermato Andy White, coordinatore della RRI, in un comunicato.
Sul suo sito web la Stora Enso dichiara di produrre carte proveniente unicamente da ‘fonti sostenibili’ e di ‘impegnarsi a rispettare la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite’. La compagnia mostra persino un video che ritrae il presidente della Stora Enso durante un incontro con un attivista di Greenpeace per parlare del disboscamento.
Studio sull’acquisizione su larga scala di territori forestali in Cina: Il Progetto per una piantagione dellaStora Enso nella contea di Hepu, Provincia di Guangxi |
“[La Stora Enso] si impegna a sostenere standard sociali e ambientali migliori rispetto alla maggioranza delle [altre compagnie produttrici di carta]. Eppure il loro approccio alla vicenda in questo caso è piuttosto deludente, soprattutto se si considera che questi problemi sono stati riscontrati già nel 2006,” afferma Marcus Colchester, direttore del Programma per le Popolazioni delle Foreste (Forest Peoples Program).
Mentre alcune autorità locali hanno sostenuto e incoraggiato i progetti della Stora Enso volti a creare una piantagione a monocoltura, molti degli agricoltori locali, che dipendono economicamente da quelle terre, si sono opposti. Sulla base di interviste ai contadini cinesi, ai funzionari della comunità, così come ai rappresentanti della Stora Enso, si è scoperto che la maggior parte dei contadini non erano stati consultati sulla cessione della terra ― di cui detengono collettivamente la proprietà ― alla Stora Enso, nonostante una legge cinese del 2002 stabilisca che i contadini devono approvare tali cessioni.
Inoltre “molti di quelli che hanno autorizzato la cessione, si sono sentiti costretti dai leader politici locali — in alcuni casi in seguito a minacce di violenza fisica,” afferma Li Ping, coautore dell’articolo.
Il resoconto ha inoltre scoperto che la maggior parte delle trattative per le cessioni di terra (il 90%) sono state portate avanti da mediatori ingaggiati appositamente oppure da una compagnia del governo locale creata esclusivamente per acquisire queste terre per la compagnia finlandese. Tuttavia, la legge cinese stabilisce che le cessioni di terra rurale debbano essere condotte direttamente tra il proprietario e l’acquirente.
“Per acquisire le terre in maniera legale e socialmente responsabile, la Stora Enso avrebbe dovuto negoziare con i contadini e i collettivi e pagare una rendita stabilita rispettando l’approccio ‘potenziale acquirente-venditore consenziente’,” spiega Ping.
RRI e RDI affermano di aver notificato la Stora Enso di questi problemi già nel 2006 ma secondo quanto riferiscono loro stessi, la compagnia ha fatto molto poco al riguardo. Dopo che uscì la notizia del resoconto tuttavia, la Stora Enso ha affermato che aveva assunto degli avvocati per indagare sulla questione.
“Questa cosa ci ha messo in allerta,” ha detto Ujjwal Pradhan, coordinatore regionale del Programma per il Sud Est Asiatico del Centro Mondiale Agroforestale (ICRAF). “Tutte le compagnie e gli investitori devo indagare attivamente sui diritti della terra e tutti i conflitti relativi alle cessioni di proprietà terriere. Non possono semplicemente pensare che i diritti e gli interessi locali vengano rispettati o che le leggi siano seguite solo perché delle autorità locali sono coinvolte nelle transazioni.”
Il resoconto inoltre sottolinea che poiché la richiesta di terra agricola e forestale è in aumento, tali conflitti tra le grandi compagnie ed i possidenti locali — spesso dipendenti dalla terra stessa — stanno diventando più comuni.
“La Cina non deve sentirsi sola nell’affrontare la questione delle appropriazioni indebite di proprietà terriere,” ha affermato infine Andy White, coordinatore della RRI. “Questa è una tendenza locale che è stata documentata di recente in un resoconto della Banca Mondiale. Ma la soluzione proposta dalla Banca Mondiale — di affidarsi cioé alla responsabilità sociale di ciascuna compagnia per garantire un comportamenteo corretto — è del tutto inappropriata.”
Note: La Stora Enso ha risposto a questo resoconto con un comunicato che può essere letto qui.