La concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera ha superato le 400 parti per milione (ppm) nelle stazioni di misurazione della regione artica fino alla Mongolia, secondo l’Associated Press. I ricercatori sostengono che non si registravano livelli tali da almeno 800.000 anni. I livelli di carbonio variano a seconda della regione e della stagione e, secondo gli scienziati, le concentrazioni globali per il momento si manterranno probabilmente sulle 395 ppm.
Superare la soglia delle 400 ppm “deve essere un promemoria per tutti: non è stata trovata una soluzione e la situazione è ancora problematica,” ha riferito all’AP Jim Butler, direttore del monitoraggio globale presso l’Earth System Research Lab del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti.
Prima della Rivoluzione Industriale, i livelli globali di carbonio erano stabili attorno alle 275-280 ppm. Tuttavia, la combustione di combustibili fossili come carbone e gas, la produzione di cemento, la vasta deforestazione, l’industrializzazione dell’agricoltura e altre azioni umane recenti hanno aumentato vertiginosamente i livelli di carbonio. Il carbonio può restare nell’atmosfera per centinaia di anni prima che sia sequestrato dagli oceani, a seconda di quanto l’ecosistema può trattenere.
Nonostante i Paesi di tutto il mondo si impegnino ad affrontare il cambiamento climatico, le emissioni di carbonio continuano ad aumentare ovunque. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), le emissioni di anidride carbonica sono cresciute del 3,2 per cento fino al nuovo record di 31,6 gigatonnellate nel 2011.
I Paesi si sono impegnati a evitare che le temperature globali aumentino di oltre 2 gradi Celsius (3,6 gradi Fahrenheit), ma gli scienziati e gli esperti avvertono che se le promesse non vengono mantenute questo obiettivo diventerà sempre più improbabile. Infatti, la AIE avvisa che, al ritmo attuale, l’aumento delle temperature globali sarà di 6 gradi Celsius (11 gradi Fahrenheit) entro il 2100, il che porterà ad una catastrofe climatica, secondo la quale le temperature si innalzeranno più di quanto non abbiano fatto in 50 milioni di anni.
“La notizia di oggi secondo cui la concentrazione misurata da alcune stazioni supera le 400 ppm nell’atmosfera, è un’ulteriore prova che i leader politici mondiali – tranne poche onorevoli eccezioni – stanno fallendo in maniera catastrofica l’obiettivo di trovare una soluzione alla crisi climatica,” ha scritto all’AP Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti e sostenitore dell’azione per il clima, sempre pronto ad esprimersi a questo proposito. “La storia non li capirà né li perdonerà.”
Il cambiamento climatico è già stato collegato all’innalzamento del livello dei mari, allo scioglimento dei ghiacciai, a scombussolamenti naturali, allo scioglimento della banchisa artica e a condizioni climatiche sempre più estreme, come siccità e inondazioni.
La centrale elettrica a carbone Big Bend ad Apollo Beach, Florida, negli Stati Uniti