Ha colpito la Francia in modo particolarmente forte. Nel 2003, in Europa; l’ondata di caldo causò la morte di una decina di migliaia di persone. Una nuova analisi statistica sostiene che il cambiamento climatico è stata la causa di questo e di altri eventi di caldo estremo in estate. Immagine dalla: NASA.
Una nuova analisi statistica degli Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze (PNAS) sostiene che un recente aumento delle letali, debilitanti e costose ondate di caldo è stato causato da un cambiamento climatico.
I climatologi hanno scoperto che le ondate di caldo estremo sono aumentate di almeno 50 volte nel corso degli ultimi 30 anni. I ricercatori, tra cui James Hansen della NASA, hanno dedotto che il cambiamento climatico è la sola spiegazione di quest’impennata statistica.
Un importante scienziato e schietto attivista del cambiamento climatico ha scritto “Questi non sono un modello climatico o un pronostico, ma sono delle reali osservazioni degli eventi meteorologici che stanno accadendo,” in un editoriale sul Washington Post. “La nostra analisi dimostra che non è più abbastanza sufficiente affermare che il surriscaldamento globale aumenterà la probabilità di eventi meteorologici estremi e ripetere l’avvertenza che nessun singolo evento meteorologico può essere direttamente connesso ai cambiamenti climatici. Invece, la nostra analisi dimostra che, per il clima estremamente caldo del recente passato, non c’è virtualmente nessun’ altra spiegazione se non il cambiamento climatico.”
Tra il 1981 e il 2010, le ondate di caldo estremo che hanno riguardato il 10% del pianeta, sono diventate da 50 a 100 volte superiori dell’0.1% e dello 0.2% delle ondate di caldo estremo che hanno riguardato la superficie terrestre tra il 1951 e il 1980. L’analisi riscontra non solo delle ondate di caldo estremo (vale a dire più di tre deviazioni standard al di sopra del periodo di riferimento) che si sono estese a causa del surriscaldamento globale, ma che il calore moderato (oltre la metà di una deviazione standard) è più che raddoppiato: aumentando improvvisamente dal 33% al 75%. Molti climatologi si riferiscono a questo fenomeno come “truccare il dado climatico”.
Le temperature della Russia della fine di Luglio 2010 raffigurate dalle parti del paese in rosso. Foto da: Sergius Texmon. |
Hansen spiega nell’editoriale che “ durante un clima normale senza surriscaldamento globale, due facce del dado rappresenterebbero più il freddo che il clima normale, le altre due facce rappresenterebbero il clima normale, e altre due rappresenterebbero più il caldo che il clima normale. Lanciando il dado ripetutamente o stagione dopo stagione, si dovrebbe arrivare ad ottenere un costante mutamento del clima nel corso del tempo.” Ma ora, dice, il cambiamento climatico ha spostato i dadi: al posto di solo due facce più calde rispetto alla media, se ne dovrebbero contare quattro più una di quelle facce che dovrebbe rappresentare il caldo estremo.
“Attualmente, i dadi del clima sono truccati e innalzati ad un grado che una persona percettiva abbastanza anziana per ricordare il clima del 1951-1980, dovrebbe riconoscere l’esistenza del cambiamento climatico, soprattutto in estate,” gli scienziati scrivono sul giornale (PNAS). Date le loro scoperte, i ricercatori sostengono anche che è più prudente affermare che le recenti ondate di calore- come la siccità dello scorso anno nel Texas e ad Oklahoma, le ondate di calore e gli incendi indomabili del 2010, l’ondata di calore in Europa nel 2003- furono causate dal cambiamento climatico.
“[Questi eventi], quasi sicuramente, non si sarebbero verificati in assenza del surriscaldamento globale avvenuto in seguito ad uno spostamento di una diffusione anomala,” scrivono gli scienziati. In altre parole, possiamo affermare con la massima sicurezza che queste anomalie estreme non si sarebbero verificate in assenza di un surriscaldamento globale.
Nel 2003, l’ondata di caldo dell’ Europa che era stato il continente più caldo in estate almeno dal 1540, ha provocato 70,000 morti al di sopra della media estiva. Allo stesso modo, nel 2010, l’ondata di calore della Russia ha innalzato il tasso di mortalità a 56,000 e ha contribuito a generare enormi incendi indomabili che hanno distrutto un quinto del raccolto di grano della nazione, importante a livello globale. Nel frattempo, la siccità dello scorso anno dalle parti dell’America occidentale, della costa dello Stato texano venne considerata la più grave in quanto causò danni del valore di più di 7 miliardi di dollari.
Gli scienziati scrivono che le condizioni meteorologiche del luogo rivestono sicuramente un ruolo in tutti gli eventi meteorologici, il cambiamento climatico è diventato un cambiamento di gioco.
“No è raro per i meteorologici respingere il surriscaldamento globale come causa di questi eventi estremi, offrendo, invece, un approfondimento meteorologico. Ad esempio, che l’ondata di caldo a Mosca fosse stata causata da una situazione atmosferica estrema “bloccata”, o che l’ondata di calore in Texas fosse stata causata dalle anomalie di temperatura nel Pacifico, ossia della Niña,” i ricercatori scrivono. “Sicuramente, le posizioni delle anomalie estreme, in ogni dato caso, dipendono da specifici modelli meteorologici.
Comunque, i modelli di blocco e la Niña sono sempre stati comuni, ma le ampie zone di caldo estremo sono venute in esistenza solo con il surriscaldamento globale.”
Con tali scoperte, Hansen ha detto alla Stampa Associata che, l’attuale ondata di calore e siccità, al di là delle vaste zone degli Stati Uniti, potrebbero essere legati al cambiamento climatico.
Sebbene rilevanti, le scoperte del giornale PNAS non sono affatto le uniche. Nel corso degli ultimi anni, i climatologi hanno sempre più trovato delle connessioni tra gli eventi meteorologici estremi e il cambiamento climatico. Uno studio recente ha dimostrato che il riscaldamento nell’Oceano Indiano e Pacifico, ha, probabilmente, accresciuto le situazioni di siccità in tutta l’Africa orientale, mentre un altro ha scoperto che il cambiamento climatico ha accresciuto le probabilità di ondate di caldo in Russia, di circa 20 volte. Ma, non sono state solo le temperature estive: un altro studio ha scoperto che il cambiamento climatico ha reso 60 volte più probabili le ondate di caldo anormale, lo scorso anno, a Novembre.
Gli esperti dicono che l’unico modo per combattere il cambiamento climatico è di ridurre aggressivamente le emissioni globali di carbonio, che ha raggiunto livelli record lo scorso anno. Attualmente, il carbonio viene emesso principalmente dalla combustione dei combustibili fossili quali carbone, petrolio e gas naturale. Inoltre, la distruzione delle foreste, delle torbiere, delle mangrovie, e di altri ecosistemi rilascia il carbonio immagazzinato nell’atmosfera, aggravando la situazione. Mentre, la maggior parte delle nazioni del mondo hanno deciso di affrontare il cambiamento climatico, le azioni hanno, fin ad oggi, fatto poco per rallentare la crescita delle emissioni. I tassi attuali di emissioni sono destinati ad innalzarsi dai livelli pre-industriali entro il 2050.
CITAZIONE: James Hansen, Makiko Sato, and Reto Ruedy. Perception of climate change. PNAS. 2012. www.pnas.org/cgi/doi/10.1073/pnas.1205276109.