Un tempo, diecimila possenti bufali tamarù (Bubalus mindorensis) pascolavano lungo i pendii delle montagne dell’Isola di Mindoro, nelle Filippine. Ora invece questi bufali nani sono classificati come specie “a grave rischio di estinzione” (CR) nella Lista rossa IUCN, con meno di 300 esemplari rimasti sulla piccola isola, di cui sono endemici. Tuttavia esiste ancora una speranza per i tamarù, grazie all’enorme sforzo profuso per rilanciare questa specie rappresentativa dell’isola e per proteggere il suo habitat unico.
Il Fondo mondiale per la natura delle Filippine (WWF-Filippine) ha iniziato a collaborare con il prestigioso istituto accademico della Far Eastern University (FEU), al fianco di gruppi ambientalisti consolidati di Mindoro, con l’obiettivo di raddoppiare la popolazione di tamarù da 300 a 600 entro il 2020.
Illustration of the tamaraw. For photos of the tamaraw: Arkive: tamaraw. |
Considerato il simbolo nazionale delle Filippine, il tamarù è il più grande mammifero terrestre indigeno di Mindoro. Ciò detto, è relativamente piccolo se paragonato ad altre specie di bufali ed è considerato un bufalo nano: infatti, misura al garrese solo un metro e al raggiungimento del massimo sviluppo pesa intorno ai 200-300 chilogrammi. Il tamarù è di colore marrone scuro, con chiazze chiare sul ventre. Queste chiazze compaiono anche sugli occhi, creando l’effetto delle sopracciglia. Le corna, corte e tozze, presentano la caratteristica forma a V. I tamarù sono animali notturni, sebbene si è ipotizzato che ciò sia probabilmente il risultato di un adattamento all’impatto antropico. Decenni di caccia da trofeo, la bonifica dei terreni per l’agricoltura, nonché il focolaio virale di peste bovina del 1930 hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione dei tamarù.
“In sostanza, il nostro impegno sarà quello di rivitalizzare gli habitat montani di primaria importanza nella parte occidentale di Mindoro, dove il tamarù figurerà come l’emblema della conservazione”, ha detto il vice presidente e direttore generale del WWF-Filippine, Jose Ma. Lorenzo Tan. “Montagne e foreste salubri si traducono in una migliore gestione delle risorse idriche, così essenziali per le vaste risaie delle piane alluvionali ad Ovest dell’isola; mentre la purezza delle barriere coralline genera considerevoli quantità di proteine. Il nostro obiettivo è duplice: da un lato, raddoppiare il numero di tamarù selvatici entro il 2020; dall’altro, assicurare che i crinali e le barriere coralline di Mindoro rimangano produttivi per sostentare adeguatamente la sua popolazione in un futuro caratterizzato da veloci cambiamenti climatici”.
L’isola di Mindoro è una delle sette zone biogeografiche che contraddistinguono le Filippine; essa mantiene gli ecosistemi produttivi della catena montuosa dell’Iglit-Baco e la barriera corallina dell’Apo. Lo sforzo complessivo per la conservazione dei tamarù comprende sia la ricerca di lungo periodo sui tamarù sia le iniziative messe in atto per proteggere la barriera corallina dell’Apo e le altre ricchezze marine sia, infine, un migliore sistema di vigilanza e di regolamentazione sull’uso dei parchi e delle terre demaniali.