La foresta pluviale del Borneo. Foto di Rhett Butler
Secondo l’agenzia Reuters il fondo sovrano norvegese, che dispone di un capitale di 650 miliardi di dollari, nell’ambito dell’impegno governativo per ridurre la deforestazione, chiederà alle società nelle quali investe di divulgare il proprio impatto ambientale sulle foreste tropicali. Questa mossa potrebbe dare inizio a una più ampia divulgazione degli effetti che le attività d’impresa hanno sulle foreste e promuovere iniziative per l’ecocertificazione.
Con il documento di policy pubblicato a settembre sul proprio sito, il Fondo Pensione Governativo norvegese auspica che il suo portafoglio “gestisca il rischio associato alle cause e agli effetti dei cambiamenti climatici derivanti dalle emissioni di gas serra e dalla deforestazione tropicale.” Il fondo investe in quasi 7000 società, ma il documento si rivolge principalmente ad “aziende le cui attività o le cui catene del valore occupano settori e regioni esposte materialmente” al rischio di deforestazione.
Tale decisione è stata presa dopo l’accusa mossa dagli attivisti di aver investito in società coinvolte in operazioni di disboscamento — produttori di legname, olio di palma e pasta di legno e industrie minerarie — nel periodo in cui il governo norvegese aveva stanziato 3 miliardi di corone norvegesi l’anno (522 milioni di dollari) per la protezione delle foreste, diventando così il principale difensore al mondo della foresta pluviale.
Operazioni di disboscamento nel Borneo. Foto di Rhett Butler.
La nuova politica del fondo è stata apprezzata dalla Rainforest Foundation Norway, uno dei gruppi che ha fatto maggiore pressione per l’adozione di criteri di investimento più rigidi.
“Questa decisione rappresenta una svolta per il governo norvegese e un importante passo avanti nella battaglia per la salvaguardia delle foreste pluviali del pianeta. Uno dei maggior investitori al mondo ha trasmesso alle società colpevoli di disboscamento il messaggio che è inaccettabile continuare a distruggere le foreste pluviali per i propri profitti,” ha dichiarato il direttore della Rainforest Foundation Norway Lars Løvold.
“Una simile scelta rafforza la reputazione della Norvegia come paese che difende la foresta pluviale. Ciò che rimane da fare ora è rendere operativa questa politica e dimostrare al mondo che la Norvegia è capace di andare a fondo nel proprio impegno per la salvaguardia delle foreste.”
Per prima cosa il fondo, da azionista, si impegnerà in un dialogo con le società del proprio portafoglio su argomenti riguardanti il clima e le foreste. Per valutare il rischio di deforestazione verranno presi in considerazione diversi aspetti:
- La società rende pubbliche le informazioni riguardanti l’impatto sulla foresta? Come tiene sotto controllo tale impatto nel tempo e come stabilisce se questo mette a rischio le proprie attività economiche?
- La società, o i suoi fornitori, si è impegnata a conformarsi agli standard internazionali per la produzione di prodotti agricoli o per una gestione forestale sostenibile?
- La società documenta il proprio impegno per ridurre la deforestazione tropicale?
La nuova politica del fondo non specifica le conseguenze di una mancata adesione alle direttive, ma di recente ha disinvestito in sei società coinvolte in operazioni di massiccio disboscamento.
Il Fondo Pensione Governativo norvegese è ritenuto il maggiore fondo sovrano al mondo. Istituito nel 1990, è il risultato dei proventi del petrolio.