Rana di montagna (Rana temporaria). Foto di Richard Bartz.
Secondo una ricerca pubblicata su Scientific Reports, gli agrochimici più comuni (insetticidi, fungicidi ed erbicidi) provocano la morte delle rane non appena vengono spruzzati sui campi, anche se nelle quantità consigliate. Dopo aver testato sette diversi prodotti chimici sulle rane di montagna (Rana temporaria), gli scienziati hanno scoperto che tutti rappresentano un pericolo mortale per gli anfibi. Due fungicidi in particolare, lʼHeadline e il Captain Omya, utilizzati secondo il dosaggio consigliato, hanno distrutto unʼintera popolazione di rane. La ricerca afferma, perciò, che i prodotti chimici potrebbero avere un impatto su larga scala e per la maggior parte non documentato sugli anfibi del pianeta in via di estinzione.
Sebbene siano state condotte numerose ricerche sullʼimpatto che, in acqua, gli agrochimici hanno sui girini, gli scienziati non hanno ancora studiato come gli anfibi, una volta perso lo stadio di girino, reagiscano alla nebulizzazione diretta sulla terra.
“Lʼesposizione sulla terraferma ha effetti molto più drammatici (rispetto a quella che avviene in acqua), ovvero mortalità diretta,” ha dichiarato a mongabay.com lʼautore principale dellʼarticolo Carsten A. Brühl dellʼUniversità di Coblenza e Landau. “Si tratta di un effetto inaspettato, specialmente da parte di un fungicida come lʼHeadline.”
Sorprendentemente, infatti, la dose consigliata di Headline ha provocato la morte di tutte le rane in appena unʼora di tempo. I tassi di mortalità sono variati da un minimo del 20 fino al massimo del 100 per cento per i sette prodotti chimici impiegati nei test.
“È sconcertante osservare una così elevata mortalità di un gruppo di vertebrati causata dai dosaggi per le coltivazioni di pesticidi disponibili in commercio,” scrivono Brühl e il suo team, “poiché 50 anni dopo la pubblicazione di Primavera Silenziosa di Rachel Carson si pensava che lo sviluppo di avanzate procedure per la valutazione dei rischi e di una crescente consapevolezza degli effetti dei prodotti chimici sullʼambiente avrebbero reso tali effetti praticamente impossibili.”
Eppure, i rappresentanti della BASF, la ditta che produce lʼHeadline, hanno dichiarato a the Guardian che la ricerca presenta “condizioni di laboratorio estreme.”
“In condizioni agricole normali gli anfibi non sono esposti a tali concentrazioni di pesticidi,” sostengono. “Per quanto ne sappiamo, non è stato segnalato alcun effetto significativo sulla popolazione anfibia malgrado lʼutilizzo diffuso a livello mondiale del fungicida piraclostrobina.”
Brühl, però, sostiene che è dimostrato che gli anfibi siano presenti nei campi durante lʼimpiego (degli agrochimici), talvolta con più del 50 per cento della popolazione in età riproduttiva.
Il ricercatore osserva, infatti, che lʼindustria agrochimica nelle proprie ricerche spesso fa affidamento ai tassi di ”intercettazione,”ovvero la quantità di pesticidi che rimane sulle piante e non raggiunge il terreno. Tuttavia il suo studio ha rivelato che 3 dei 7 prodotti chimici utilizzati rimangono letali per le rane anche se il dosaggio consigliato viene ridotto del 90 per cento. Inoltre, molti terreni agricoli vengono irrorati diverse volte con più di una sostanza chimica.
“Magari la BASF ha intenzione di fornire i valori di intercettazione per le coltivazioni trattate con lʼHeadline, e in questo caso sarebbe facilissimo accertare il rischio,”sottolinea Brühl.
Lʼautore dellʼarticolo aggiunge che nessuno dei prodotti presi in considerazione può essere definito “innocuo” per gli anfibi e che, per capire gli effetti che gli agrochimici hanno sulle rane, sono necessarie ulteriori ricerche da condurre direttamente sui terreni agricoli, e non in ambienti controllati.
“Sarebbe necessario effettuare ricerche per ogni coltivazione e per ogni situazione,” afferma. “Ora è molto più importante comprendere il meccanismo che si nasconde dietro gli effetti.”
Gli anfibi sono tra i gruppi più minacciati della terra: un terzo degli anfibi del pianeta, al momento, è a rischio estinzione. Per decenni questi animali sono stati costretti ad affrontare la perdita del loro habitat su larga scala, lʼinquinamento e una malattia molto aggressiva provocata da un fungo della famiglia dei citridi. Secondo gli scienziati, solo negli ultimi 30 anni si sono estinte 130 specie di anfibi.
Attualmente la legislatura europea non prevede che i produttori di agrochimici effettuino test sugli anfibi. Brühl sottolinea che i prodotti chimici, di solito, sono considerati innocui per gli anfibi se risultano esserlo per uccelli e mammiferi ma, a causa delle diverse proprietà della pelle (degli anfibi), ciò non è valido quando questi si trovano sulla terraferma.” Secondo Brühl, potrebbero essere a rischio anche altri animali dalla pelle permeabile come lumache e limacce, così come le uova di rettile.
“Se si vogliono proteggere gli anfibi presenti sui nostri terreni, dato che questi si nutrono di parassiti tenendone sotto controllo il numero senza alcun costo per lʼuomo, bisogna evitare di irrorare i terreni stessi durante i periodi di migrazione da e verso i bacini dʼacqua del paesaggio agrario,” avverte Brühl. “Si può pensare a delle fasce tampone attorno ai bacini.”
La ricerca di Brühl non è lʼunico studio condotto di recente a collegare gli agrochimici alla distruzione della fauna selvatica. Lo scorso anno, un folto gruppo di ricercatori di alto livello ha scoperto che la diminuzione delle api è, con molta probabilità, almeno in parte legata al crescente utilizzo dei pesticidi neonicotinoidi. Diversi studi hanno infatti dimostrato che, nonostante non uccidano le api allʼistante, questi pesticidi ne influenzano il comportamento, come la capacità di orientarsi e di cercare il polline. Una ricerca, in particolare, ha evidenziato il collasso degli alveari dopo diversi mesi di esposizione e ha convinto lʼautorità europea per la sicurezza alimentare a etichettare i pesticidi neonicotinoidi come un pericolo inammissibile per le api.
Rana di montagna (Rana temporaria). Foto di Richard Bartz. Cliccare per ingrandire.
CITAZIONI: Brühl, Carsten A.; Schmidt, Thomas; Pieper, Silvia; Alscher, Annika. Terrestrial pesticide exposure of amphibians: An underestimated cause of global decline? Scientific Reports. 2013. http://dx.doi.org/10.1038/srep01135