L’Orso bruno marsicano è sull’orlo dell’estinzione. Nonostante siano stati spesi milioni di euro per la sua conservazione, la alta mortalità per cause antropiche minaccia la sopravvivenza di questa unica sottospecie.
L’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) vive solo nell’Appennino centrale, in Italia, a meno di 200 chilometri da Roma. L’ultima ricerca condotta nel 2011 dall’Università la Sapienza di Roma ha stimato una popolazione di circa 49 orsi. L’Orso marsicano è quindi a grave rischio di estinzione ed è considerato come Critically endengered nella Lista Rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).
La popolazione era un tempo distribuita in una ampia area sugli Appennini, ma negli ultimi due secoli gli orsi sono stati decimati dalla caccia. Ora vivono principalmente in un’area limitata al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) e ad alcuni territori limitrofi. Secondo gli esperti “a causa del suo lungo isolamento dalla popolazione di orsi bruni,” l’Orso marsicano è “un’unica unità evolutiva, basata su tratti genetici e morfologici propri,” così come riportato in un articolo nel 2008.
L’Orso bruno marsicano. Foto da: Francesco Culicelli.
I ricercatori hanno spesso dichiarato che l’alto tasso di mortalità è inaccettabile e resta il più grande ostacolo alla sopravvivenza della popolazione. Il bracconaggio e gli incidenti stradali sono i più importanti killer dell’Orso marsicano, anche se per metà degli orsi morti non si ha una diagnosi definitiva.
Nel periodo che va dal 1971 al 2013 sono morti 93 orsi. Negli anni ’80 gli orsi sono stati uccisi principalmente dai bracconieri. Negli anni ’90 da incidenti stradali e a partire dal 2000 la maggior parte delle morti sono state causate da avvelenamento. Due orsi, una femmina adulta e un giovane maschio sono stati avvelenati nel 2003; tre orsi, una femmina e un maschio adulti e un maschio subadulto, sono stati avvelenati nel 2007 insieme con cinque lupi e 18 cinghiali. Nessuno è stato incriminato per questi reati.
Un altro tentativo di avvelenare la restante popolazione di Orso marsicano è avvenuto quest’anno: a maggio 30 bocconi avvelenati sono stati trovati nel cuore del Parco. Due volpi, un lupo e forse un aquila reale sono morti a causa dell’avvelenamento. Nel frattempo, dopo la scoperta, squadre speciali del Corpo Forestale dello Stato hanno trovato e distrutto le polpette avvelenate e nessun orso è stato trovato ucciso.
Ma le morti continuano. In aprile un orso è morto in un incidente stradale dopo aver scavalcato la recinzione dell’autostrada. In giugno, un orso soprannominato Stefano è stato trovato morto, ma le indagini sulla morte di questo orso vanno ancora avanti. Anche se i primi risultati escludono l’avvelenamento o l’uccisione con arma da fuoco, durante la necroscopia i veterinari hanno rinvenuto 4 diversi colpi di arma da fuoco, che però non stati considerati la prima causa di morte di quest’orso.
L’Orso bruno marsicanos scomparire nel bosco. Foto da: Gaetano de Persiis. |
Gli orsi sono minacciati anche da malattie che possono essere trasmesse dal bestiame domestico, dalla fauna selvatica e dai cani randagi. In gennaio 12 lupi sono stati trovati morti, alcuni dei quale a causa del cimurro. Alcuni mesi più tardi i lupi morti erano più di 30 la maggior parte dei quali morti a causa del cimurro, insieme con centinaia di cani soprattutto randagi. Una campagna di vaccinazione è stata lanciata in Aburzzo e Molise per contenere l’epidemia che minaccia anche l’orso marsicano.
Inoltre negli allevamenti di vacche in Abruzzo sono stati rilevati anche la tubercolosi e il clostridium.
ricercatori della Sapienza hanno sottolineato in un articolodel 2008, che “lo sviluppo di un nuovo strategico approccio per superare la tradizionale divisione fra autorità e per coordinare gli sforzi di conservazione” è necessario per salvare la popolazione di orsi. Allora, un accordo fra istituzioni chiamato PATOM (Piano di azione per la tutela dell’orso marsicano), fu firmato da 24 istituzioni, fra amministrazioni regionali, provinciali e nazionali oltre alle ONG coinvolte nella conservazione dell’orso sugli Appennini. Il Piano ha come obiettivo il coordinamento fra le istituzioni coinvolte nella conservazione dell’orso.
Al momento, però, tutte le scadenze del PATOM sono state superate e al pubblico non è stato reso noto se gli obiettivi sono stati raggiunti oppure no.
Ma un nuovo progetto chiamato Life Arctos, finanziato con fondi LIFE europei, è iniziato nel 2011 e finirà nel 2014. Nel Life Arctos sono previste diverse azioni, alcune delle quali previste nel PATOM: interventi sull’allevamento del bestiame domestico per renderlo più compatibile con la presenza dell’orso, riduzione dei conflitti con le attività antropiche, gestione delle risorse trofiche dell’orso, campagne di comunicazione e attività educative. Queste iniziative, secondo ciò che è riportato nel sito, dovrebbero essere monitorate, ma per il momento sono state rese note solo relazioni tecniche.
Perchè l’Orso marsicano sopravviva è necessario che espanda il suo areale in altre aree protette dell’Appennino centrale, secondo gli esperti. Perchè questo accada le autorità dovrebbero creare corridoi ecologici funzionali.
Sopportare nel Apennines paesaggio. Foto da: Massimiliano de Persiis.
Nonostante questo la Regione Abruzzo sta discutendo in questi giorni la riduzione dei confini del Parco Regionale Sirente Velino. Gli esperti hanno identificato questo parco come una possibile area di espansione dell’orso, ma sfortunantamente l’area è interessante anche per cacciatori e speculatori edilizi. Nonostante gli ambientalisti e lo stesso Parco regionale si stiano opponendo, la Regione Abruzzo, che ha firmato il PATOM anni fa, continua a proporre il progetto da più di un anno. Secondi fonti riportate da un giornale locale, Il Centro la Compagnia russa Gazprom, sarebbe interessata a costruire un comprensorio sciistico in un’area frequentata dall’Orso marsicano, facendo svanire così per sempre la possibilità che questo animale torni ad abitare queste montagne.
Citations:
- Paolo Ciucci and Luigi Boitani. (2013) The Apennine brown bear: A critical review of its status and conservation problems. Ursus 19(2):130–145 (2008)
In piedi di altezza. Foto da: Massimiliano de Persiis.
Orso distinto in Italia: L’orso marsicano. Foto da: Gaetano de Persiis.
L’orso marsicano. Foto da: Francesco Culicelli.