La deforestazione aumenta nei Paesi dell’Amazzonia al di fuori del Brasile
Nota del redattore (07/07/13): Una rianalisi dei dati originali ha portato alla revisione dei dati sulla perdita annua delle foreste.
La deforestazione è aumentata estremamente nei Paesi che ospitano la foresta amazzonica al di fuori del Brasile, secondo una nuova analisi basata su dati satellitari.
I ricercatori di Terra-i e l’equipe InfoAmazonia di O-Eco hanno sviluppato una mappa aggiornta delle foreste di Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Guyana francese, Perù, Suriname e Venezuela. I risultati rivelano una tendenza alla deforestazione in aumento dal 2004.
Nel 2012 il Perù è stato il Paese con la maggiore perdita di foreste, avendone persi 162 mila ettari, 65 mila (il 67%) in più rispetto al 2011. Seguono il Venezuela (12.600 ettari), il Suriname (8.506 ettari), e la Guyana (6.981 ettari). In termini di cambiamento percentuale, il Suriname e la Guyana hanno avuto i tassi di incremento maggiori nel periodo analizzato, rispettivamente l’84% e il 69%. La Bolivia ha visto un tasso di riduzione dell’83% rispetto alla deforestazione.
L’analisi di InfoAmazonia comprende anche la deforestazione a livello di stati, regioni e comuni, oltre che aree protette, riserve indigene ed ecosistemi all’interno dei vari Paesi. Loreto, nel Perù, ha subito la perdita di foreste maggiore nel 2012: 25.544 ettari. Caquetá, in Colombia, ha visto il suo tasso di deforestazione salire al 193%.
Tra i parchi, quelli che hanno subito maggiormente la perdita di foreste sono stati il Pacaya Samiria (3.325 ettari) in Perù, l’Imataca (1.356 ettari), la biforcazione Orinoco-Casiquiare (819 ettari) in Venezuela, e il Noord Saramaccan (581 ettari) nel Suriname. Iquitos várzea, una foresta situata in una piana alluvionale lungo il braccio principale del Rio delle Amazzoni, ha perso l’area maggiore di foresta tra le eco-regioni sia nel 2012 (24.094 ettari) sia nel periodo dal 2004 al 2012 (151.675 ettari).
Le riserve indigene, che coprivano il 4,4% della zona, hanno perso l’1,5% delle foreste tra il 2004 e il 2012. Le aree protette coprivano il 19,9% della zona e hanno avuto un tasso di deforestazione del 9,3%. I risultati indicano che le riserve indigene, in proporzione, hanno avuto un tasso di deforestazione inferiore rispetto ai parchi della regione.
In generale, secondo la valutazione effettuata, gli otto Paesi dell’Amazzonia hanno perso circa 2,3 milioni di ettari di foresta tra il 2004 e il 2012. Il Brasile, invece, che è stato escluso dallo studio, ha perso 11,1 milioni di ettari di foreste nello stesso periodo. Tuttavia, il tasso di deforestazzione del Brasile è in diminuzione, infatti si è ridotto dai 2,7 milioni di ettari del 2004 ai 465.000 ettari nel 2012. Più del 60% della foresta amazzonica si trova in Brasile.
La riduzione del tasso di deforestazione in Brasile è stata parzialmente attribuita allo sviluppo e all’attivazione di un sistema di tracciamento della deforestazione in tempo quasi reale che segnala alle autorità qualsiasi cambiamento nella copertura delle foreste, permettendo loro di agire in tempi brevi se non proprio durante la rimozione delle foreste. Il sistema di Terra-i, che usa dei dati MODIS dai satelliti Terra e Aqua della NASA, offre adesso delle funzionalità simili al di fuori del Brasile.
L’allevamento di bestiame nei ranch è la maggiore causa diretta della deforestazione in Amazzonia, infatti causa più del 60% della perdita di foreste. Il disboscamento è la causa maggiore della degradazione delle foreste.