Altro segno della crisi della biodiversità globale, la Lista Rossa IUCN ha aggiunto nell’aggiornamento di quest’anno 715 specie alle sue categorie Vulnerabile, In Pericolo e In Pericolo Critico. Alcune di queste specie furono valutate per la prima volta dalla Lista Rossa IUCN mentre altri osservavano le loro condizioni peggiorare, come nel caso del pecari labiato (Tayassu pecari) che è ora categorizzato come Vulnerabile a causa dell’eccessiva caccia, deforestazione e possibili malattie. Per quanto riguarda quest’anno, la Lista Rossa ha valutato 70 923 specie nel mondo – includendo quasi tutti i mammiferi, uccelli e anfibi – di cui 20 934 sono ritenute sotto minaccia.
“Il quadro completo è allarmante. È nostro dovere utilizzare al massimo questa informazione – rendendo i nostri sforzi nella salvaguardia delle specie ben mirati ed efficienti – se vogliamo fermare sul serio il problema dell’estinzione che continua a minacciare tutta la vita sulla Terra,” dice Jane Smart, Global Director del IUCN Biodiversity Conservation Group.
La lista di quest’anno include un aggiornamento sulle conifere del mondo, la prima ri-valutazione totale di questo ordine di piante dal 1998. Secondo l’aggiornamento, il 34 per cento delle conifere nel mondo sono ora a rischio di estinzione, rispetto al 30 per cento iniziale. Per esempio, sia il Pino di Monterey californiano (Pinus radiata) che il Cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica) sono precipitati dalla categoria Minor Preoccupazione a quella In Pericolo; la loro condizione è peggiorata in tutte e 33 le specie di conifere. Invece il Cipresso di Lawson (Chamaecyparis lawsoniana) si è spostato dalla categoria In Pericolo a quella Quasi Minacciata, grazie ad un attivo impegno di salvaguardia dell’ambiente.
Il Pino di Monterey (Pinus radiata) si trova ora nella categoria Minacciata. Foto di: Aljos Farjon. |
“I lavori per la tutela ambientale e i risultati, per quanto riguarda il cipresso di Lawson, sono rassicuranti,” ha notato Aljos Farjon, presidente del gruppo specialistico per le conifere IUCN SSC. “Tuttavia, questo è chiaramente non abbastanza. C’è bisogno di una ricerca più approfondita delle condizioni e della distribuzione delle molte nuove specie che stanno aspettando di essere classificate ma è probabile che non saranno mai scoperte a causa del tasso di deforestazione e la trasformazione degli habitat in piantagioni di olio di palma.”
Le piantagioni di olio di palma hanno sono la causa della deforestazione in vaste aree della Malaysia e Indonesia. L’industria si sta ora espandendo nelle foreste dell’Africa e del Sud America.
Nell’aggiornamento di quest’anno è anche inclusa la prima valutazione mondiale dei gamberetti d’acqua dolce e delle lumache cono marine. Gli scienziati hanno scoperto che il 28 per cento della popolazione mondiale dei gamberetti d’acqua dolce è in pericolo, mentre delle lumache cono l’8 per cento.
“I dati riguardanti i gamberetti d’acqua dolce confermano ulteriormente quello che sappiamo dalle analisi di altri gruppi di animali: le specie di acqua dolce sono tra le più a rischio di estinzione per colpa di dighe, canali, inquinamento e specie esotiche introdotte in questi ecosistemi,” afferma Mary Klein, presidente e amministratore delegato di Natureserve.
Un’altra famiglia di animali che dipende fortemente dalla acque dolci – gli anfibi – sono presumibilmente la classe di vertebrati più a rischio sulla Terra. Al momento la Lista Rossa IUCN considera il 41 per cento degli anfibi del mondo a rischio di estinzione. Allo stesso tempo, un quarto dei mammiferi e il 13 per cento degli uccelli del mondo stanno facendo i conti con l’estinzione, tuttavia un numero non abbastanza di rettili e pesci sono stati esaminati a livello mondiale per far sì che si possa avere una stima precisa.
Sebbene la Lista Rossa IUCN abbia valutato più di 70 000 specie a partire dal suo inizio, questo è solo una goccia nel mare della biodiversità totale mondiale: correntemente 1,7 milioni di specie sono state classificate assieme a circa 20 000 nuove specie identificate ogni anno. Infatti, alcuni gruppi tassonomici rimangono quasi completamente non valutati: solo un fungo su una popolazione di 31 000 specie stimate è stato esaminato. Però circa 4 000 insetti sono stati valutati, di oltre un milione classificati.
Tre anni fa alcuni illustri scienziati, compreso E.O. Wilson, hanno richiesto una nuova iniziativa per valutare circa 100 000 specie in più, al fine di creare quello che hanno chiamato “barometro della biodiversità.” Hanno stimato che costerebbe intorno ai 60 milioni di dollari, ma fino ad ora l’iniziativa non ha fatto alcun passo avanti.
La mancanza di fondi ha ostacolato l’azione su tutta la linea. È stato stimato che una cifra tra i 7 – 10 bilioni di dollari viene spesa annualmente per la tutela della biodiversità nel mondo, la maggior parte indirizzata alla gestione delle aree protette.
“In confronto, la spesa annuale per il finanziamento dell’agricoltura negli USA, Unione Europea e Giappone è di circa $220 bilioni all’anno,” spiega un articolo nell’IUCN World Conservation.
È da decenni che gli scienziati avvertono che gli esseri umani condurranno probabilmente il mondo verso un’estinzione di massa con conseguenze inimmaginabili; avvertimento che è diventato più forte con il peggioramento del cambiamento climatico, l’acidificazione dell’oceano e una popolazione umana che lo scorso anno ha raggiunto i 7 bilioni. Mentre nella situazione critica della salvaguardia ambientale le grandi specie carismatiche si prendono tutta l’attenzione dei media, è probabile che centinaia di migliaia di altre specie stiano rischiando di scomparire, alcune di queste magari non sono neanche state scientificamente classificate e molte non ricevono la giusta attenzione da parte degli ambientalisti.
Il pecari labiato (Tayassu pecari) è ora categorizzato come Vulnerabile. Foto di: Geoff Gallice.
Il gambero gigante di fiume (Macrobrachium rosenbergii) è nella categoria Minor Preoccupazione. Foto di: Chris Lukhaup.
La neofocena del Yangtze (Neophocaena asiaeorientalis asiaeorientalis) è precipitata nella categoria In Pericolo Critico. Foto di: Xiaoquiang Wang.