Un’area di foresta pluviale che APP ha promesso di proteggere nella provincia di Riau, sull’isola di Sumatra. Foto di Rhett A. Butler.
Il Gruppo Asia Pulp & Paper (APP), la più grande azienda Indonesiana di polpa e carta, a lungo bersaglio di attivisti ambientali, è oggi impegnato a proteggere e recuperare 1 milione di ettari di foreste in Indonesia. L’impegno, che riguarda una superficie equivalente all’area totale delle piantagioni da cui l’azienda si riforniva di polpa nel 2013, è stato subito accolto positivamente dal WWF, che fino ad oggi è stato uno degli oppositori più convinti del Gruppo.
“Andiamo cauti su questi nuovi sviluppi, ma siamo incoraggiati dal livello di ambizione senza precedenti”, ha dichiarato Aditya (Dito) Bayunanda di WWF-Indonesia a Mongabay.com. “L’intenzione di affrontare il passato retaggio di deforestazione di APP è qualcosa che altri ex deforestatori nel mondo hanno già tentato”.
L’impegno al recupero ambientale del Gruppo — annunciato lunedì a Giacarta — rappresenta un’importante implementazione del suo progetto di tutela forestale, introdotto a febbraio 2013 La politica di deforestazione zero comprende misure di salvaguardia che escludono il legname proveniente dalla conversione di torbiere e foreste pluviali, nonché protezione per le comunità locali, abbracciando anche il concetto di “libero, previo e informato consenso” (FPIC) nel nuovo sviluppo di piantagioni. APP inoltre sta investendo in maniera consistente nel coinvolgimento degli stakeholder, invitando sia i sostenitori che gli oppositori a fornire feedback e a segnalare violazioni della sua politica.
Il tacito sostegno del WWF a tale promessa di recupero rivela la portata di questo impegno. Solo il mese scorso il gigante della tutela ambientale ha informato i compratori di carta avvisandoli di aspettare a riprendere gli affari con il Gruppo. Benché l’organizzazione mondiale non raccomandi ancora i prodotti di APP, ha tuttavia smorzato notevolmente i toni con l’annuncio del programma di recupero.
“Continuiamo a consigliare agli acquirenti di assicurarsi dell’attuazione del progetto prima di decidere di acquistare [e] devono sapere che APP ha commissionato la Rainforest Alliance (Alleanza per le foreste pluviali n.d.t) ) per condurre una verifica indipendente delle loro prestazioni”, ha dichiarato la Dito. “L’impegno al recupero è sicuramente molto incoraggiante, anche se la decisione di rifornirsi da loro deve basarsi sui fatti e non solo sulle promesse.”
Un’area della foresta pluviale che APP si è impegnata a proteggere nei pressi della Giam Siak Kecil Biosphere Reserve di Riau. Foto di Rhett A. Butler.
L’impegno del gruppo è rivolto a nove territori di Sumatra e nel Kalimantan, regioni in cui l’azienda ha le sue fonti di fibra. In particolare APP rende noto che prima si concentrerà sulle “30 colline” di Bukit Tigapuluh, un’area di foresta che offre un habitat vitale per oranghi, elefanti e tigri in via d’estinzione. Bukit Tigapuluh è stata fonte di grande preoccupazione per la comunità di tutela ambientale, anche a causa di un vero e proprio conflitto pubblico tra l’azienda e il WWF, che hanno progetti concorrenti per la gestione dei terreni nella zona. Secondo il nuovo accordo, APP sostiene che il progetto funzionerà grazie a “una coalizione di ONG” per salvaguardare le foreste della zona, tra cui “una maggiore protezione delle strade-corridoio da attività illegali, uno sforzo nella protezione dei branchi di elefanti in pericolo nella concessione di Multi Agro a Tebo e la valutazione della possibilità di creare un passaggio per gli animali nella concessione WKS che collegherebbe importanti blocchi di habitat forestale”.
APP dichiara inoltre che osserverà i principi di FPIC nella protezione e ripristino di aree di foresta, una componente importante visti i numerosi conflitti sui terreni in gran parte dell’Indonesia.
“Non si può conservare o recuperare la terra in modo disomogeneo, bisogna prendere in considerazione la sostenibilità dell’intero territorio e serve la partecipazione di numerosi stakeholder. Speriamo che lavorando con attori indonesiani e internazionali, così come con organizzazioni quali il WWF e Greenpeace, i nostri sforzi siano molto più efficaci”, ha affermato in una dichiarazione Aida Greenbury, managing director per la sostenibilità di APP.
“Crediamo che effettuando valutazioni su tutti i territori e sviluppando obiettivi e strategie ad hoc, raggiungeremo il massimo livello possibile di tutela, non solo delle foreste naturali nelle nostre concessioni, ma anche delle aree circostanti”.
Oltre alla regione di Bukit Tigapuluh nella provincia di Jambi, i territori che a Sumatra hanno la priorità sono le torbiere e l’habitat della tigre in Senepis; la Biosphere Reserve Giam Siak Kecil; la penisola di Kampar; l’area di Kerumutan, tutti nella provincia Riau; il territorio di Muba Berbak Sembilang nella provincia di Jambi e la zona meridionale di Sumatra; e l’area di OKI, Sumatra meridionale. Nel Borneo indonesiano, l’obiettivo del Gruppo sarà l’habitat degli orango tanghi della provincia di Kubu Raya, nel Kalimantan Occidentale e della provincia di Kutai nel Kalimantan Orientale.
A questo punto, secondo la Greenbury, bisogna approfondire ancora molti aspetti.
“I dettagli si baseranno sulle nostre valutazioni dei principi HCV (High Conservation Value) e HCS (High Carbon Stock) relativi alla foresta, alla società e alle torbiere; sugli studi del territorio resi disponibili dalle ONG; sull’identificazione delle parti interessate nei territori; e sulle aree esistenti o corridoi per sostenere il cuore della conservazione del territorio”, ha dichiarato a Mongabay.com. “Questa iniziativa si concentra sul sostegno di ampie aree da salvaguardare, proteggendo la foresta dalle minacce, ripristinando le regioni degradate, creando zone cuscinetto o collegando i corridoi. Queste aree di tutela potrebbero essere parchi nazionali, foreste protette o concessioni esistenti”.
Una concessione di proprietà della casa madre di APP il Sinar Mas Group in Riau. Foto di Rhett A. Butler.
Per facilitare gli sforzi di salvaguardia e recupero, APP erogherà finanziamenti di avviamento ad un fondo fiduciario “indipendente”.
“Renderemo noti i dettagli su come la nostra piattaforma di finanziamento funzionerà a tempo debito”, ha annunciato la Greenbury. “Abbiamo una struttura concordata in linea di principio – e ciò per garantire che questo sia un processo di finanziamento di libera concorrenza e completamente trasparente”.
La strategia ha il potenziale per trasformare gli sforzi di conservazione in Indonesia, che ha un triste passato legato al suo attuale sistema di gestione delle aree protette. Uno studio pubblicato nel 2012 ha mostrato che le riserve indonesiane non sono più efficaci nell’assicurare la copertura forestale rispetto alle concessioni per il disboscamento. Un più ampio coinvolgimento degli stakeholder, tra cui un maggior supporto del settore privato, potrebbe fornire un elemento mancante dai precedenti approcci.
“È vero che la salvaguardia in Indonesia è particolarmente impegnativa, ma è anche vero che, per quanto ne so, nessuno ha mai coinvolto un così vasto numero di stakeholder”, ha affermato la Greenbury. “Nessuna singola organizzazione è ancora riuscita a risolvere i problemi che portano alla deforestazione e una maggiore collaborazione è senza dubbio la chiave per il successo. Ed è ciò che speriamo di realizzare qui, creando un nuovo modello per la tutela della foresta”.
Tuttavia il nuovo modello dovrà comunque superare problemi endemici come la corruzione, il malgoverno e i conflitti sui titoli di proprietà. Ad ogni modo la risoluzione di questi problemi insolubili produrrebbe dividendi da cui trarrebbero beneficio non solo APP e gli stessi territori.
Una concessione di fornitura di APP in Sumatra. Foto di Rhett A. Butler.
Trasformazione
L’impegno odierno dell’Asia Pulp & Paper nel proteggere le foreste, ripristinare gli ecosistemi e lavorare con una serie di parti interessate implementa la sorprendente svolta dell’azienda che fino ad un anno e mezzo fa era disprezzata da molti ambientalisti per la sua pessima gestione forestale. Lunghe campagne condotte da Greenpeace, Rainforest Action Network (RAN), WWF, Greenomics e altri hanno martellato APP per il suo ruolo nella distruzione su larga scala delle foreste pluviali di Sumatra e delle torbiere, compresi gli habitat vitali per tigri e oranghi. Il Gruppo attirò ulteriormente le ire sottraendosi a due accordi di alto profilo per fermare la deforestazione.
Verso la fine degli anni 2000 le campagne cominciarono ad arrecarle seri danni: decine di clienti importanti non la vollero più come fornitore e il Forest Stewardship Council (FSC), un’etichetta di eco-certificazione, chiuse ogni rapporto con la società. Aumentando la pressione, nel 2011 APP ha iniziato a lavorare con The Forest Trust (TFT), un’ONG internazionale che aiuta le aziende a passare ad una supply chain libera dalla deforestazione. Tale impegno ha messo in moto lo sviluppo di una politica forestale sufficientemente robusta tanto che Greenpeace, il più grande oppositore dell’Asia Pulp & Paper, ha deciso di sospendere la sua campagna contro l’azienda.
Per tutto l’anno però, molti ambientalisti sono rimasti scettici riguardo alle promesse del Gruppo. Uno dei problemi principali è stato il danno che l’azienda e suoi fornitori avevano causato alle foreste di Sumatra — più di 1 milione di ettari sfruttati per le piantagioni industriali d’acacia e di eucalipto, che hanno rilasciato una quantità incalcolabile di carbonio nell’atmosfera. Il passato di deforestazione ha trattenuto il WWF e gli altri attori dall’abbracciare il cambiamento apparente di APP verso pratiche più verdi.
Quindi l’annuncio di oggi è un passo davvero significativo negli sforzi della società per riscattarsi agli occhi dei gruppi ambientalisti. Inoltre mette sotto pressione la sua più grande concorrente, L’Asia Pacific Resources International Limited (APRIL), che intende continuare a rifornirsi di fibra dalla foresta pluviale quasi fino alla fine del decennio.
“Queste azioni contribuiranno in modo significativo ad aiutare ad affrontare il passato di deforestazione di APP e creeranno un importante precedente nella salvaguardia ambientale non soltanto in Indonesia”, ha detto Zulfahmi, attivista per la foresta di Greenpeace-Southeast Asia. “L’approccio di APP è in netto contrasto con l’altro principale produttore di polpa e di carta in Indonesia: la APRIL/RGE. In un comunicato sulla sostenibilità ad inizio anno la APRIL ha ammesso che continuerà a sfruttare la foresta pluviale per almeno altri sei anni. È ora che la APRIL e le altre aziende del settore nel gruppo RGE seguano le orme di APP e s’impegnino in una politica di anti-deforestazione con una moratoria immediata di tutte le autorizzazioni sulla foresta”.
Tramonto sopra una concessione di fornitura di APP in Riau. Foto di Rhett A. Butler.