Le piantagioni di palma da olio si espandono al 7% lʼanno attraverso Malesia e Indonesia
Area di piantagioni di palma da olio e area forestale (in ha) nella Malesia peninsulare, 1975-2009
Tra il 1990 e il 2010 in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea circa 3,5 milioni di ettari (8,7 milioni di acri) di foresta sono stati convertiti in piantagioni di palma da olio: è quanto viene riportato da un insieme esaustivo di articoli pubblicati dalla Tavola Rotonda per lʼOlio di Palma Sostenibile (RSOP).
La ricerca, condotta da un team internazionale di scienziati appartenenti a varie istituzioni, è stata presentata in una serie di sette articoli accademici che contiene un esame del cambiamento dellʼuso del suolo e le emissioni di gas serra causate dallʼespansione della palma da olio nei tre paesi, unʼanalisi dellʼimpatto sociale e ambientale della produzione di palma da olio, previsioni sul possibile sviluppo del settore allʼinterno di questa regione e una descrizione dei metodi per misurare le emissioni e gli stock di carbonio delle piantagioni che vengono insediate sulle torbiere.
Queste scoperte vanno oltre la solita retorica sullʼolio di palma rivelando, invece, i tipi di vegetazione che sono stati convertiti in piantagioni. Per esempio, durante il periodo oggetto di studio, il 37 per cento di tutte le piantagioni si è diffuso a discapito delle foreste, ma solo il 4 per cento delle piantagioni di palma da olio ha sostituito foreste vergini. Un articolo, scritto da Petrus Gunarso di Tropenbos International e dai suoi colleghi, analizza le cifre di conversione in maniera più approfondita:
-
In tutti i periodi temporali considerati, la conversione in piantagioni di palma da olio di foreste, sia intatte che disturbate e situate sia in habitat alluvionali che montani, è risultata, in proporzione, più massiccia in Papua (61%: 33.600 ha), in Sabah (62%: 714.000 ha) e in Papua Nuova Guinea (54%: 41.700 ha), seguiti dal Kalimantan (44%: 1,23 Mha), dal Sarawak (48%: 471.000 ha), da Sumatra (25%: 883.000 ha) e dalla Malesia peninsulare (28%: 318.000 ha).
Il tasso di deforestazione a favore delle piantagioni di palma da olio è effettivamente aumentato negli ultimi anni, passando dal 20 per cento del periodo tra il 2001 e il 2005 al 36 per cento del periodo 2006-2010 (negli anni ʼ90 del 1900 era del 48%). Un tale dato non dovrebbe sorprendere molto, visto lʼaumento del prezzo dellʼolio di palma rispetto al periodo iniziale di produzione. Ciononostante, la foresta non è stata il bersaglio principale dellʼespansione: unʼarea ancora più vasta di piantagioni di palma da olio è andata a sostituire sistemi agroforestali e piantagioni di albero della gomma, specialmente a Sumatra (59 per cento) e nella Malesia peninsulare (44 per cento).
Riepilogo del cambiamento dellʼuso del suolo nei territori indonesiani di Sumatra, Kalimantan e Papua (in alto) e in Malesia (qui sopra). Nella colonna a sinistra: uso del suolo prima della realizzazione di nuove piantagioni di palma da olio (in basso a sinistra è espresso lʼaumento annuale totale delle piantagioni di palma da olio). Colonna centrale: uso del suolo a seguito della conversione forestale (in basso a sinistra è espresso il tasso di deforestazione annuale). Colonna a destra: cambiamento totale dellʼuso del suolo per ciascun periodo di cinque anni.
La maggior parte delle aree che sono state convertite erano ricoperte da foreste di pianura disturbate da cause naturali. Si tratta di una tendenza semplice da spiegare: il legno che si estrae dalle foreste di pianura, essendo pregiato, offre ricavi commerciali esigui per gli imprenditori, mentre la conversione in piantagioni di palma da olio è un business molto più redditizio. Le aree di pianura, inoltre, vengono prese di mira anche perché più adatte alla coltivazione e, in generale, perché più accessibili delle aree di montagna.
Anche vaste aree di praterie e boscaglie sono state convertite in piantagioni, specialmente in Kalimantan. Un tempo, nella maggior parte di queste aree cʼerano delle foreste che, dopo i vasti incendi del 1982-1983 e del 1997-1998 causati da el Niño, hanno ceduto il posto, appunto, a macchie di bosco e praterie.
Lo studio ha individuato unʼarea di piantagioni relativamente ridotta, circa il 15 per cento, rappresentato da piantagioni su torbiere, la cui conversione ha provocato un impatto sproporzionato sullʼemissione di gas serra a causa del rilascio nellʼatmosfera di ingenti quantità di anidride carbonica che il drenaggio del terreno torboso provoca.
“Fino al 2010 le piantagioni su torba costituivano il 18% (2,4 milioni di ha) dellʼimpronta ecologica dellʼolio di palma, ma lʼemissione causata da incendi di terra e dallʼossidazione della torba sono la fonte di circa il 64% (118 milioni di CO2 allʼanno) delle emissioni totali provenienti dallʼuso del suolo legato alle piantagioni di palma da olio su scala industriale,” hanno scritto Fahmuddin e i suoi colleghi in uno degli articoli.
Diffusione delle piantagioni di palma da olio su terreni torbosi in Indonesia e Malesia tra il 1990 e il 2010.
I ricercatori riportano che la conversione delle torbiere in piantagioni ha provocato un netto aumento delle emissioni, che sono salite dai 26 milioni di tonnellate di anidride carbonica annuali negli anni ʼ90 del 1900 ai 56 milioni di tonnellate tra il 2001 e il 2005, fino agli 88 milioni di tonnellate tra il 2006 e il 2010 dovuti alla diminuzione delle aree pianeggianti e alla crescente ricerca di torbiere da parte degli imprenditori.
Lo studio, tuttavia, sottolinea che il degrado forestale, in genere, causa molte più emissioni della produzione di olio di palma.
“In Indonesia, la maggiore fonte storica di emissioni di CO2 che derivano dallʼuso del suolo è il degrado delle foreste (40%), rappresentato sia dal passaggio da foresta non disturbata a foresta disturbata dal disboscamento, sia dalla riduzione delle foreste a distese cespugliose mediante incendi incontrollati,” afferma lʼarticolo di Timothy J.Killeen del WWF e Jeremy Goon della Wilmar International, la più grande azienda di commercializzazione di olio di palma al mondo.“Le emissioni di gas serra dovute al cambiamento dellʼuso del suolo e allʼossidazione della torba tra il 2006 e il 2010 hanno dimostrato che il settore dellʼolio di palma ha contribuito al 16% delle emissioni totali da uso del suolo e da cambiamento dellʼuso del suolo in Indonesia e al 32% in Malesia.”
E in futuro lʼimpatto dellʼolio di palma sulle foreste e sullʼemissione di gas serra è destinato a crescere, sostiene Nancy L. Harris del Winrock International nel suo articolo. Ipotizzando una situazione invariata per quanto riguarda lʼespansione a discapito delle foreste, Harris prevede che le emissioni di gas serra provenienti dal settore dellʼolio di palma arriveranno a 15,2 miliardi di tonnellate entro il 2050. Una tale impennata sarebbe il risultato soprattutto dellʼespansione allʼinterno di foreste pluviali e di torbiere dense di carbonio, specialmente in Borneo, Sumatra e Nuova Guinea. Rispetto a tale situazione immutata, la dichiarazione di una moratoria sulla conversione delle torbiere, associata a una maggiore enfasi sul potenziamento dei raccolti, potrebbe verosimilmente ridurre le emissioni del 50%. Una moratoria, assieme al graduale abbandono delle piantagioni su torbiere e il ripristino di foreste naturali nelle stesse aree, porterebbe sulla strada delle emissioni zero e, allo stesso tempo, allʼincremento del 62% della superficie coltivata a palme da olio nella regione, raddoppiando, di fatto, la produzione di olio di palma.
Questa soluzione contribuirebbe a evitare alcuni degli spiacevoli impatti sociali e ambientali presentati nellʼarticolo di Arina P. Schrier-Uij del Wetlands International e di altri ricercatori di altri organismi non governativi, che sostengono che il modo più semplice per contenere le emissioni è evitare che le torbiere vengano convertite in piantagioni.
Media totale delle emissioni annuali, stratificate per fonte di emissione, di anidride carbonica sopra il livello del suolo (AGC) dovuta al cambiamento dellʼuso del suolo (LUC) e di ossidazione della torba dovuta al drenaggio e alla conversione; le emissioni provenienti da incendi di terra sono state escluse a causa della mancanza di dati per tutti i tipi di copertura del suolo.
Considerati nellʼinsieme, gli articoli forniscono una notevole quantità di dati sullo stato passato, presente e futuro delle piantagioni di palme da olio nei più grandi paesi produttori di olio di palma, oltre ad accennare anche ad alcuni degli importanti impatti dellʼespansione delle piantagioni di palma da olio, tra cui le emissioni di gas serra, subsidenze e inondazioni, perdita di biodiversità, aumento del rischio di incendi, perdita di servizi ecosistemici e conseguenze che ricadono sulle comunità locali.
Secondo la Tavola Rotonda, lo scopo di questi articoli è “fornire notizie sullʼemissione di gas serra e olio do palma nellʼambito di una discussione in corso allʼinterno della RSPO.”
“Inoltre, si spera che questi articoli portino alla ribalta una discussione più ampia che coinvolga responsabili di governo, studiosi e il grande pubblico.”
Gli articoli, attesi da tempo dagli osservatori della RSPO, sono stati pubblicati poco prima dellʼinizio della tavola rotonda annuale dellʼorganizzazione, che questʼanno si tiene a Medan, sullʼisola indonesiana di Sumatra, dallʼ11 al 14 di novembre. La RSPO aspira a impegnarsi nei confronti delle attuali problematiche sullʼolio di palma stabilendo degli standard sociali e ambientali.
Rapporti dei Gruppi Tecnici del Secondo Gruppo di Lavoro sui Gas Serra della Tavola Rotonda sullʼOlio di Palma Sostenibile (RSPO)
- Ringraziamenti e Indice dei contenuti
- In generale
- Esame dei fattori di emissione per il calcolo delle emissioni di CO2 provenienti dal cambiamento di uso del suolo per lʼolio di palma nel Sudest asiatico
- Olio di palma e cambiamento dell’uso del suolo in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea
- Emissioni passate di CO2 derivanti dall’uso del suolo e dal cambiamento di copertura del suolo da parte dellʼindustria dellʼolio di palma in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea
- Previsioni sulle emissioni di CO2 derivanti dall’uso del suolo e dal cambiamento di copertura del suolo da parte dellʼindustria dellʼolio di palma in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea
- Cambiamento dell’uso del suolo in Malesia
- Impatti sociali e ambientali della coltivazione della palma da olio su torbiere tropicali: uno studio scientifico
- Metodi per determinare lʼemissione dei gas serra e gli stock di carbonio derivanti dalle piantagioni di palma da olio e dai terreni circostanti nelle torbiere tropicali
Materiale aggiuntivo
- Supplemento a “Olio di palma e cambiamento dellʼuso del suolo in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea”
- Appendice 1– “Emissioni di CO2 del passato derivanti dall’uso del suolo e dal cambiamento di copertura del suolo da parte dellʼindustria dellʼolio di palma in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea”