Telecamere nascoste raccolgono le immagini di specie minacciate in un remoto parco in Cambogia
Un raro orso nero asiatico (Ursus thibetanus) sfreccia davanti a una fotocamera nascosta nel Virachey National Park. Questa specie è definita Vulnerabile nella Red List dello IUCN. Foto di: Habitat ID.
Un solo scatto è in grado di cambiare il destino di un parco? Un nuovo gruppo ambientalista, HabitatID, la pensa così e sta mettendo in pratica tale convinzione. Piazzando delle fotocamere nascoste nel Virachey National Park, in Cambogia, il gruppo spera che le foto di carismatiche specie minacciate aiutino a rafforzare la protezione di un parco che è stato sostanzialmente abbandonato da altri gruppi ambientalisti e sotto-finanziato dal governo. Già la prima serie di foto — scattate in 11 settimane — ha colto diversi splendidi esemplari, come il leopardo nebuloso, l’orso nero asiatico e forse addirittura una nuova specie di mammifero.
“Molti parchi in questa regione sono stati definiti “empty forests” (foreste vuote)— ovvero, ecosistemi forestali relativamente intatti che sono stati svuotati dalle specie più grandi di mammiferi e altri animali a causa della caccia intensa”, ha dichiarato a mongabay.com Greg McCann, uno dei co-fondatori di HabitatID. “I risultati delle nostre video trappole provano che il Virachey non è una foresta vuota, ma piuttosto ricca di fauna selvatica. Tali risultati mostrano quanto queste specie, che vivono nel parco, siano resistenti e quanto sia importante agire ora per proteggerle”.
Il Virachey, che si estende per oltre 300.000 ettari, è parte di un’ampia area protetta più vasta del Connecticut. Tuttavia, questa regione è stata devastata dal bracconaggio, dal disboscamento illegale, dall’estrazione mineraria e altri progetti industriali. Questa riserva naturale non fa eccezione, molti lo considerano un luogo vitale per i grandi animali.
“Il parco è talmente vasto e, a quanto pare, le minacce sono così grandi e complesse che proteggerlo seriamente sembra un’impresa scoraggiante, se non impossibile. Questo punto di vista è comprensibile”, dice McCann. “L’importanza delle minacce (concessioni di terre, violazioni, disboscamento, bracconaggio) fa sì che solo la Fondazione Bill & Melinda Gates sembri in grado di sostenere una spesa simile, e molte ONG non hanno i fondi per raccogliere una sfida di tali dimensioni. La logistica e il denaro sono dunque due questioni importanti. Girano parecchie voci riguardo piani di sviluppo, e diventa difficile distinguere tra realtà e finzione. Tuttavia, con personale dedicato, una vivace politica attenta all’ecoturismo, concessioni all’estrazione mineraria che non si sa dove siano finite, e il territorio scosceso del Virachey non adatto per l’industria agroalimentare, credo ci sia un po’ di speranza”.
Un maestoso sambar indiano (Rusa unicolor) mentre si fa i fanghi. Un’importante preda per la tigre, il sambar indiano è classificato Vulnerabile. Foto di: Habitat ID.
HabitatID la pensa diversamente, dopo aver deciso di riaccendere l’interesse nei parchi attraverso le immagini delle video trappole, fa un passo avanti: il gruppo ha messo su il primissimo tour turistico tra le fotocamere nascoste. Pagando, gli escursionisti nel Virachey, insieme ad un ranger, ora hanno la possibilità di essere i primi a controllare le telecamere di HabitatID, cosicché, come afferma McCann, queste possono essere tenute frequentemente sotto controllo.
“Tutti si stringono attorno, morendo dalla voglia di vedere cosa c’è nella [telecamera]”, dice McCann. “É emozionante, soprattutto quando c’è la reale possibilità di trovarvi leopardi, orsi, bisonti indiani, elefanti, e altri grandi e rari mammiferi. Oltre a tenere le telecamere sotto controllo, i turisti pagano anche il giro di ispezione di un ranger (il quale accompagna sempre i turisti), dunque questa attività dà un grande impulso al territorio, nonché da pensare ai disboscatori e ai bracconieri”.
McCann spera che altri gruppi ambientalisti e il turismo intraprendano sforzi simili, permettendo agli eco-turisti di dare uno sguardo agli impegni presi nella salvaguardia.
Spera anche in grandi sorprese lungo il cammino, e racconta a mongabay.com che i locali sostengono si possano ancora trovare dei rinoceronti di Giava nelle zone più remote del parco (anche se si ritengono estinti sul continente asiatico). Ci si può aspettare di incontrare persino delle tigri in tali aree. Si dice poi, che qualcosa di ancora più spettacolare abiti le foreste sulle montagne: il bigfoot del sud-est asiatico.
“Il Tek-tek, o lo Yeti dei Monti Annamiti! I locali sono convinti che questa specie misteriosa, conosciuta come Orango Pendek (in indonesiano “persona corta” n.d.t.) a Sumatra e nella Malesia Peninsulare, abiti le remote vette sacre che separano la Cambogia e il Laos. Sia i soldati americani che i Viet Cong sostengono di aver visto e sparato loro durante la guerra”, ci dice.
In un’intervista di giugno 2014, Greg McCann discute sulle scoperte fatte da Habitat ID nel primo round di foto e sui parchi in cui il gruppo spera di lavorare in futuro.
McCann è anche l’autore di: Called Away by a Mountain Spirit, (letteralmente: “Il richiamo dello Spirito della Montagna”; edito solo in inglese. N.d.T.), che descrive in modo dettagliato i suoi viaggi nel Virachey National Park. Il libro è stato ristampato di recente con aggiornamenti riguardo alle telecamere nascoste e altri sviluppi.
INTERVISTA A GREG McCANN
Il Mera Peack che si innalza dalle praterie Yak Yeuk nel Virachey. Foto di: Howie Nielsen.
Mongabay: Perché avete messo su Habitat ID?
Greg McCann: Ho creato questa organizzazione con alcuni amici perché esistono molti parchi nazionali e riserve naturali nel sud-est asiatico che sono solo “paper park”, ciò significa che il loro status di “luogo protetto” esiste solo sulla carta. Certo questi parchi si trovano in magnifiche foreste pluviali e girano molte voci sul fatto che rare specie selvatiche continuino a vivere nei loro impervi interni. Quando vedi la bellezza e l’immensità di questi luoghi — parchi come il Virachey in Cambogia e il Gunung Leuser a Sumatra — ti si accende l’immaginazione. I locali spesso dicono che ciò che è rimasto della natura selvatica è tornato sulle montagne. Volevo scoprire se era vero, e se le specie rare realmente si rifugiano nell’entroterra, volevo cercare di convincere il governo e gli altri a proteggerle meglio, provando che questi parchi sono davvero preziosi, secondo le immagini delle nostre fotocamere.
Mongabay: Cosa rende così speciale il Virachey National Park in Cambogia?
Greg McCann: Innanzitutto, la sua posizione, la sua bellezza e la sua dimensione. Il Virachey copre la metà meridionale del misterioso versante occidentale della Catena Annamita, e accoglie la flora e la fauna proveniente sia dai Monti Annamiti che dalle pianure cambogiane. Esistono poi numerose spettacolari praterie, come Phnom Veal Thom e Yak Yeuk, che creano ampie aree di savana montuosa in mezzo alla lussureggiante foresta tropicale. É semplicemente fantastico.
Incuneato nell’angolo nord-orientale della Cambogia, il Virachey confina con altre quattro aree “protette”: la Foresta protetta di Voen Sai-Siem Pang (55.000 ettari in Cambogia), l’area protetta della provincia Nam Kong (100.000 ettari nel Laos), l’area protetta nazionale di Dong Amphan (197.500 ettari nel Laos) e il parco nazionale di Chu Mom Ray (56.000 ettari in Vietnam). Lo stesso Virachey si estende per 325.000 ettari, sommati tutti insieme si hanno oltre 700.000 ettari di parchi e aree protette, con il Virachey al centro. É qualcosa di gargantuesco per il sud-est asiatico.
Un leopardo nebuloso (Neofelis nebulosa) fotografato di giorno in un’area remota del Virachey. Anche questa specie è ritenuta Vulnerabile. Foto di: Habitat ID.
Sfortunatamente, tutte queste aree protette sono a rischio e alcune delle zone confinanti sono state compromesse, soprattutto quelle limitrofe all’area Chu Mom Ray e al Dong Amphan. E il parco, come potete vedere dalle foto in questo articolo, è ancora stracolmo di fauna selvaggia. Inoltre, i ranger e le guide indigene mettono insieme eccezionali escursioni per eco-turisti — le migliori nel sud-est asiatico per quel che ne so. E poi esistono ancora molti canyon lontani e montagne dove gli ambientalisti non sono mai stati.
Mongabay: Molti gruppi ambientalisti hanno semplicemente smesso di lavorare nel Virachey. Perché?
Greg McCann: “Il parco è talmente vasto e, a quanto pare, i pericoli sono così grandi e complessi che proteggerlo seriamente sembra un’impresa scoraggiante, se non impossibile. Questo punto di vista è comprensibile. “L’importanza delle minacce (concessioni di terre, violazioni, disboscamento, bracconaggio) fa sì che solo la Fondazione Bill & Melinda Gates sembri in grado di sostenere una spesa simile, e molte ONG non hanno i fondi per raccogliere una sfida di tali dimensioni. La logistica e il denaro sono dunque due questioni importanti. Girano parecchie voci riguardo piani di sviluppo, e diventa difficile distinguere tra realtà e finzione. Tuttavia, con personale dedicato, una vivace politica attenta all’ecoturismo, concessioni all’estrazione mineraria che non si sa dove siano finite, e il territorio scosceso del Virachey non adatto per l’industria agroalimentare, credo ci sia un po’ di speranza”.
ANIMALI IN SCENA
Mongabay: Volete condividere con noi i risultati preliminari delle scoperte delle vostre telecamere?
Un ancora non identificato zibetto del Virachey. Foto di: Habitat ID.
Greg McCann: Eravamo entusiasti di aver fotografato il leopardo nebuloso, il gatto leopardo, e una specie di gatto non ancora identificata (forse un gatto marmorizzato o un gatto viverrino), il bisonte indiano, l’orso nero asiatico, l’orso malese, il capricorno cinese (forse il primo esemplare registrato nella Cambogia nord-orientale), la martora dalla gola gialla e, tra l’altro, potrebbe esserci una nuova specie di zibetto (guardate la foto sotto — e se qualcuno è in grado di identificarla, lo scriva nei commenti!).
Mongabay: Quante specie avete registrato in questo primo round?
Greg McCann: Abbiamo fotografato 18 specie di mammiferi e una di uccello: il fagiano Siamese (Lophura diardi). Inoltre, mentre eravamo sul campo, abbiamo trovato impronte di elefante, sentito gibboni quasi ogni giorno, bucerotidi e trovato il drago d’acqua cinese.
Mongabay: Quali animali vi ha sorpreso di più scoprire nella fotocamera?
Greg McCann: Non pensavo avremmo colto un leopardo nebuloso in così poche settimane, e di giorno. É stata una sorpresa. Così come scoprire l’orso nero asiatico e il bisonte indiano. Gli orsi neri non sono comuni in Cambogia e non avevamo trovato escrementi di bisonte indiano nell’area in cui abbiamo piazzato le nostre video trappole.
Mongabay: Nessuna specie di cui non eravate sicuri o che fosse sconosciuta nel Virachey?
Questa foto potrebbe essere la prima prova documentata che il capricorno cinese (Capricornis milneedwardsii) si trovi nella Cambogia nord-orientale. Uno strano mammifero, il capricorno cinese è della famiglia antilope-caprina o caprina. Questa specie è ritenuta Quasi a rischio. Foto di: Habitat ID.
Greg McCann: Il capricorno cinese potrebbe non essere mai stato documentato prima, benché i cacciatori abbiano detto ce ne fossero. E poi dobbiamo valutare quello zibetto misterioso con un anello bianco vicino alla coda.
Mongabay: So che non puoi dirci se hai foto di certe specie sensibili, come tigri o rinoceronti di Giava, proprio quest’ultimo è stato ufficialmente considerato estinto nell’area continentale del sud-est asiatico. Ma quanto ti senti fortunato nel poter raccogliere questi dati?
Greg McCann: Sono davvero fortunato. I locali dicono che sono rimasti ancora alcuni rinoceronti. Dicono che lo sterco del rinoceronte di Giava vale tanto oro quanto pesa e può curare ogni male — ora abbiamo un motivo per averli vivi piuttosto che cacciarli! Per quanto riguarda le tigri, quello è il suo habitat e senza dubbio vi è una sostanziale ricchezza di prede come cervi e maiali. I locali non sono sicuri dello status della tigre, ma sostengono di aver visto un grande leopardo cacciare un maiale piuttosto di recente.
Il Virachey ha ancora in serbo alcune sorprese, ad esempio il tek-tek, o lo Yeti dei Monti Annamiti! I locali sono convinti che questa specie misteriosa, conosciuta come Orango Pendek a Sumatra e nella Malesia Peninsulare, abiti le remote vette sacre che separano la Cambogia e il Laos. Sia i soldati americani che i Viet Cong sostengono di aver visto e sparato loro durante la guerra. Tale creatura è conosciuta come batutut in Vietnam (strano, anche nel Borneo si chiama così), briau nel Laos, e tua yeua in Tailandia. Ci auguriamo di trovare un tek-tek in una delle nostre telecamere!
Inoltre, si suppone ci sia un coccodrillo siamese sull’alto corso del fiume O Lai Lai. L’unica popolazione di coccodrilli siamesi in grado di riprodursi è accertata sui Monti Cardamomi nell’area sud-occidentale del paese. La conferma di una possibile popolazione nel Virachey sarebbe molto importante.
Mongabay: Perché la testimonianza di queste telecamere dovrebbe rinnovare l’interesse verso il Virachey in modo tale che diventi più di un semplice ‘paper park’?
Un orso malese (Helarctos malayanus), considerato Vulnerabile, che girovaga di notte per il Virachey. Foto di: Habitat ID.
Greg McCann: Molti parchi nella regione vengono descritti come “empty forests”— ovvero, ecosistemi forestali relativamente intatti che sono stati svuotati dalle specie più grandi di mammiferi e altri animali a causa dell’intensa caccia. I risultati delle nostre video trappole provano che il Virachey non è una foresta vuota, ma piuttosto ricca di fauna selvatica. Tali risultati mostrano quanto queste specie del parco siano resistenti e quanto sia importante agire ora per proteggerle. Ricordiamo inoltre, che tutte questi dati sono stati ottenuti in sole 11 settimane.
Mongabay: Al momento ci sono telecamere che non sono ancora state controllate e per quanto tempo rimarranno sul campo?
Greg McCann: No, sono state controllate tutte all’inizio di maggio, ma la cosa entusiasmante è che filmeranno per tutta l’estate, e ne verranno installate altre a gennaio 2015.
ECOTURISMO E TELECAMERE NASCOSTE
Mongabay: Ci racconti del programma esclusivo che impiega eco-turisti per aiutare a controllare le telecamere con maggior frequenza?
Un massiccio bisonte indiano in una radura della foresta. Anche questa specie è Vulnerabile. Foto di: Habitat ID.
Greg McCann: Vogliamo trovare un modo sostenibile per revisionare le telecamere. Bisogna cambiare le batterie, le memory card piene e, tra le altre cose, pulire le foglie. Sfortunatamente, il parco non ha il budget per inviare i ranger a svolgere tali compiti (ciò vale per la maggior parte dei parchi nel sud-est asiatico). Ecco l’idea di far pagare degli eco-turisti per vivere questa esperienza.
Gli escursionisti visitano le Praterie Veal Thom come farebbero normalmente in un tour di sette giorni, solo che invece di tornare a dormire al campo escono e controllano le nostre telecamere. É molto più entusiasmante di quanto possa sembrare. L’entusiasmo è palpabile in tutto il gruppo mentre si tirano fuori le memory card dalla video camera e si infilano in una portatile per un controllo immediato delle immagini. Tutti si stringono attorno, morendo dalla voglia di vedere cosa c’è lì dentro. É emozionante, soprattutto quando c’è la reale possibilità di trovare leopardi, orsi, bisonti indiani, elefanti, e altri grandi e rari mammiferi. Oltre a tenere le telecamere sotto controllo, i turisti pagano anche il giro di ispezione di un ranger (il quale accompagna sempre i turisti), dunque questa attività dà un grande impulso al territorio, nonché da pensare ai disboscatori e ai bracconieri.
Abbiamo anche messo su un nuovo punto per campeggiare vicino ad una fantastica piscina naturale sul corso superiore del fiume Gan Yu chiamato D’dar Poom Chop. Lì i turisti possono controllare le telecamere e nuotare in un tratto incantevole di questo fiume.
Mongabay: Questo programma ha avuto il successo che vi aspettavate?
Una martora dalla gola gialla (Martes flavigula) dà un’occhiata verso la telecamera nascosta. Questa specie è A minor rischio. Foto di: Habitat ID.
Greg McCann: Anche se solo un gruppo lo ha provato, lo considero un successo travolgente! Abbiamo piazzato le telecamere ai primi di febbraio, e in poche settimane abbiamo organizzato la prima “escursione eco-turistica a caccia di telecamere” nel Virachey. Ora la Cambogia è in piena stagione delle piogge, perciò non ci sono escursioni in questo momento (solo quelle brevi), ma ci aspettiamo che molti gruppi e persone partecipino a questo programma in autunno e inverno.
Mongabay: Pensi che altri gruppi ambientalisti o organizzazioni di eco-turismo possano copiare un programma simile?
Greg McCann: Certo. É proprio ciò che speriamo. Un incentivo in più potrebbe essere quello di dare la possibilità agli eco-turisti di scaricare alcune immagini nei loro dispositivi personali. Nuovamente, se ottenessimo immagini di specie Gravemente minacciate come tigri e rinoceronti, non gliele daremmo, ma gli eco-turisti possono condividere le altre foto con amici e parenti.
FUTURO
Mongabay: Progettate di piazzare altre telecamere nel Virachey?
Greg McCann: Stiamo progettando due spedizioni a gennaio 2015. Una alla Prateria Yak Yeuk, che ho visitato con il birdwatcher Howie Nielsen nel 2013, l’altra nella stessa area che abbiamo visitato quest’anno, ma spingendoci più lontano fino alle vette più remote.
Mongabay: Avete in mente di organizzare tour simili in altri parchi?
Un cinghiale (Sus scrofa) che entra in una pozza di fango. Questa specie è A minor rischio. Foto di: Habitat ID.
Greg McCann: Vorrei organizzarli nell’area protetta della provincia di Nam Kong nel Laos, che confina con il Virachey a nord. Nessuno ci sta lavorando, e per quanto ne so, nessuno lo ha mai fatto. Molta foresta è stata distrutta nella provincia di Attapeu nel Laos, ma come per il Virachey, ci sono molte aree remote lungo il confine (con il Virachey) per le quali servono molti giorni per fare un’escursione. Infatti, quasi tutte le alte cime che fungono da confine naturale tra il Laos e la Cambogia vengono considerate “spiriti delle montagne” dalla gente locale, e queste montagne, ognuna delle quali ha un proprio nome, si ergono per metà nel Virachey e metà nell’area protetta della provincia di Nam Kong. Una “veggente” della zona cuscinetto del Virachey una volta mi disse che “gli animali selvatici rendono gli spiriti più forti”. La telecamera che ha registrato le nostre immagini migliori è stata piazzata su una di quelle montagne, penso che avesse ragione. Vorrei anche lavorare nel Parco nazionale Chu Mom Ray in Vietnam.
Mongabay: La gente come può aiutare Habitat ID?
Greg McCann: Chi vive vicino Chicago può partecipare all’annuale raccolta fondi che si terrà sabato 21 giugno presso il Maserati Gold Coast, 834 N Rush St., Chicago, IL. E per chi non può venire, può aiutarci online su: HabitatID Fundraiser.
Siamo anche su Facebook alla pagina: HabitatID Facebook page e su Save Virachey National Park.
Habitat ID vorrebbe anche ringraziare le seguenti persone per aver partecipato e per il loro supporto al nostro primo progetto di video trappole: Andreas Neunert, Kurt Johnson, Keith Pawlowski, Vuykeo Nhuy, Thon Soukhon e Sou Soukern.
Mappa del Virachey. Immagini tratte da Google Earth.
Un muntjac rosso meridionale (Muntiacus muntjak) al mattino. Questa specie è A minor rischio. Foto di: Habitat ID.
Il remoto Virachey National Park potrebbe avere ancora molti segreti sulla fauna selvatica. Foto di: Habitat ID.
Una delle varie specie di gatto nel Parco: il gatto leopardo (Prionailurus bengalensis), considerato A minor rischio. Foto di: Habitat ID.
Mentre cuciniamo del pesce per cena nel Virachey. Foto di: Habitat ID.
Campo presso il D’darr Poom Chop. Foto di: Habitat ID.
Un momento di relax durante un’escursione nel Virachey. Foto di: Habitat ID.