La distruzione delle foreste pluviali tropicali potrebbe danneggiare gli agricoltori europei e americani
Foresta pluviale a Sabah, Malesia. Foto di Rhett A. Butler.
La deforestazione su larga scala dei tropici potrebbe generare significativi e diffusi cambiamenti nella distribuzione delle precipitazioni e nelle temperature, con un potenziale impatto sull’agricoltura sia localmente sia in luoghi lontani da quelli in cui avviene la deforestazione. Sono le conclusioni di uno studio pubblicato oggi da Nature Climate Change.
La ricerca, firmata da Deborah Lawrence e Karen Vandecar dell’Università della Virginia, si basa sull’analisi di diversi studi che hanno misurato secondo un modello matematico l’impatto dell’abbattimento della foresta tropicale in differenti aree geografiche e su diverse scale. Il risultato è che con la deforestazione la quantità complessiva delle precipitazioni non si riduce ma cambiano i modelli: aree che adesso beneficiano di piogge potrebbero esserne private se la deforestazione dovesse superare determinate soglie mentre altre zone diventerebbero più umide.
In scenari di estrema deforestazione la sparizione della foresta tropicale amazzonica ridurrebbe le precipitazioni piovose nell’America centro-occidentale, nord-occidentale e meridionale in periodi chiave per la produzione agricola, incrementando invece le piogge invernali lungo la costa orientale. La totale deforestazione dell’Africa centrale colpirebbe anch’essa il cuore dell’America così come il Golfo del Messico, il nord-ovest degli Stati Uniti, l’Ucraina e il Sud dell’Europa, incrementando invece le precipitazioni in Cina, Asia occidentale e Penisola Arabica. La sparizione delle foreste nel Sud-est Asiatico influenzerebbe le piogge in Cina e India.
“La deforestazione dei tropici rappresenta una doppia minaccia per il clima e gli agricoltori ” ha dichiarato Lawrence, autrice dello studio. “La maggior parte delle persone sa che il cambiamento climatico è un grave problema globale e che è causato dall’immissione di carbonio nell’atmosfera. Ma ora viene fuori che rimuovere foreste altera l’umidità e le correnti d’aria, portando a cambiamenti – dai mutevoli modelli delle precipitazioni piovose agli aumenti delle temperature – che sono altrettanto rischiosi e stanno già accadendo. L’impatto va oltre i tropici – il Regno Unito e le Hawaii potrebbero registrare un aumento delle piogge mentre il Midwest negli Stati Uniti e il Sud della Francia potrebbero subire una diminuzione.”
Gli effetti locali sono altrettanto significativi. L’abbattimento del 40 percento dell’Amazzonia potrebbe innescare spostamenti stagionali della zona di convergenza intertropicale (ITCZ) — una cintura che circonda il pianeta e determina gli attuali modelli di precipitazione — verso i poli, provocando un incremento fino a un quinto della siccità nel Bacino delle Amazzoni durante la stagione secca. Di conseguenza i rendimenti delle coltivazioni di soia e la produttività del bestiame in Amazzonia potrebbero scendere vertiginosamente. Minori piogge nelle stagioni secche esacerberebbero le morie, aumentando anche il rischio d’incendi e rilasciando quindi più carbonio nell’atmosfera. Secondo le proiezioni gli effetti si estenderebbero fino al bacino del Rio de la Plata, il granaio del Sud America.
Simulazione di vapore acqueo e precipitazioni del Centro nazionale per gli studi atmosferici americano (NCAR).
La ricerca fa notare che secondo gli studi alcuni effetti delle perdite di foreste sarebbero già evidenti.
“In Brasile a causa della deforestazione la stagionalità delle piogge si è spostata. Le stazioni meteorologiche di Rondônia, in Brasile, indicano come la stagione umida sia stata posticipata di circa 11 giorni nelle regioni che hanno subito la deforestazione laddove nelle zone ricche di foreste non è mai cambiata negli ultimi 30 anni” scrivono le autrici.
Lawrence e Vandecar riconoscono tuttavia che al momento restano ancora notevoli incertezze sugli impatti futuri e sulle previsioni, specialmente in Africa e Asia.
“Le precipitazioni piovose sono diminuite in Borneo a partire dagli anni cinquanta e la riduzione è stata maggiore a partire dagli anni ottanta quando la deforestazione si è intensificata” scrivono le due autrici. “Tuttavia, mentre l’isola ha perso il 50% della sua copertura forestale, nello stesso periodo un rallentamento della circolazione di Walker ha ridotto le piogge in tutta la regione. Quindi, anche se la deforestazione può aver contribuito alla riduzione delle piogge, occorre lavorare ancora per dimostrarne gli effetti.”
“Esistono ancora meno studi che documentino i cambiamenti delle precipitazioni in Africa”.
Deforestazione per la produzione di olio di palma in Borneo. Foto di Rhett A. Butler.
Ancora meno chiari gli effetti della perdita di foreste in punti critici, soprattutto nel Sud-est asiatico dove la copertura forestale è frammentata in diverse isole e non concentrata in ampi blocchi come nei bacini delle Amazzoni e del Congo. Alcuni luoghi potrebbero essere ancora più sensibili a causa del ruolo che le foreste svolgono nel portare l’umidità atmosferica dagli oceani alle zone interne. La perdita di foreste costiere può rompere quella catena, inaridendo le aree interne.
Nonostante l’incertezza dei modelli, le autrici affermano che gli agricoltori avranno di che preoccuparsi se la forestazione dovesse proseguire a questi ritmi. A parte i cambiamenti nelle precipitazioni, la deforestazione provoca un aumento delle temperature medie, che potrebbe essere particolarmente preoccupante per il settore agricolo e per i responsabili delle politiche in questo settore.
“Si parla spesso delle foreste tropicali come ‘polmoni della terra’ ma esse sono più delle ghiandole sudorifere“ dice Lawrence. “Esse emettono moltissima umidità, che aiuta a raffreddare il pianeta. La funzione cruciale viene meno – o è perfino invertita – quando si distruggono le foreste”.
Lawrence prosegue affermando che i potenziali mutamenti climatici dovuti alla deforestazione sono “un problema molto serio” per l’umanità.
“Negli ultimi secoli la temperatura media globale non è cambiata di più di un grado. Una volta superato il grado — fino a 1,5 gradi o più — parliamo di condizioni molto differenti da qualunque cosa l’umanità abbia mai sperimentato” dichiara. “Anche se gli agricoltori riuscissero alla fine ad adattarsi ai cambiamenti nelle stagioni è difficile se non impossibile che si adattino ad alluvioni sempre più frequenti e a suoli riarsi dal sole”.
Perdita annua di foreste in milioni di ettari utilizzando dati di Hansen e al (2013).
I tassi di deforestazioni nei tropici restano alti. Secondo i dati pubblicati l’anno scorso da un gruppo di ricercatori guidati da Matt Hansen dell’Università del Maryland, tra il 2001 e il 2012 sono andati perduti più di 100 milioni di ettari di foreste tropicali. Circa tre quinti di questa perdita riguardavano quattro Paesi: Brasile, Indonesia, Repubblica Democratica del Congo e Malesia.
RIFERIMENTI: Deborah Lawrence and Karen Vandecar. Effects of tropical deforestation on climate and agriculture. NATURE CLIMATE CHANGE | PUBLISHED ONLINE: 18 DECEMBER 2014 | DOI: 10.1038/NCLIMATE2430