- Le controversie e lo sdegno verso i negoziati del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) hanno raggiunto nuovi livelli quando Greenpeace Olanda ha rilasciato quello che è sinora il plico più consistente contenente testi del TTIP.
- Le 248 pagine pubblicate il mese di maggio forniscono prove che testimonierebbero che gli impegni verso l'ambiente (compreso l'accordo di Parigi sul clima), la salute, la sicurezza dei consumatori, e la democrazia stessa sarebbero a rischio se il trattato procedesse.
- Sin dalle prime battute si era manifestata una certa resistenza nei confronti di quello che è il maggiore accordo commerciale bilaterale mai negoziato – che si stima influenzerà all'incirca il 40 % del PIL globale. I negoziatori europei e quelli statunitensi si riuniscono già dal 2013.
- Nonostante il TTIP abbia il potenziale di influire sulla vita quotidiana di 800 milioni di cittadini europei e americani, il pubblico è stato completamente escluso dalle negoziazioni. Le notizie trapelate sul TTIP stanno saldamente erodendo la fiducia del pubblico nei trattati.
Greenpeace Olanda ha accesso la miccia di quella che era già una negoziazione turbolenta del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), pubblicando il mese di maggio, 248 pagine dei testi di tale negoziazione. I testi coprono 13 dei 17 capitoli che stanno attualmente discutendo, a porte chiuse, i rappresentanti commerciali di Stati Uniti e di Unione Europea.
La fuga di notizie, la più grande di sempre, segue la fuoriuscita di notizie su documenti e informazioni del TTIP che da due anni ha messo in allarme tanto ONG come pubblico.
Il TTPI è un accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, è incoraggiato dai propri sostenitori in quanto promuove il commercio e la crescita economica multilaterale. Nonostante ciò le notizie appena trapelate evidenziano un documento che sembrerebbe favorire le attività commerciali a discapito dell’ambiente, del pubblico generale e della democrazia.
Faiza Oulahsen, portavoce di Greenpeace Olanda, sostiene che i documenti presentano un TTIP che – se procederà così come è stato abbozzato – probabilmente andrà a contraddire la precedente legislatura europea in difesa del consumatore, dell’ambiente, della sicurezza e della salute pubblica, la quale doveva avere priorità rispetto agli interessi delle aziende.
L’aspetto più allarmante del documento del TTIP trapelato, a detta di Greenpeace Olanda, è che sia totalmente irrispettoso degli accordi ambientali vigenti, in particolare, di alcune eccezioni commerciali, di alcune clausole di salvaguardia e dei recenti accordi riguardanti le emissioni di gas a effetto serra.
Le 248 pagine dei documenti trapelati, per esempio, non menzionano affatto la Regola generale di deroga, una legge contemplata dall’Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio (GATT) dell’Organizzazione mondiale del commercio, la quale permette alle nazioni di adottare misure al di fuori delle linee guida del GATT, nel caso in cui si rendesse necessario salvaguardare entità umane, animali o vegetali, o al fine di conservare risorse naturali esauribili. Tale omissione potrebbe permettere alle aziende di surclassare la legislazione dei governi nazionali.
Nei testi trapelati, inoltre, non si fa riferimento a nessun accordo nazionale sul clima, né all’applicazione degli impegni recentemente presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi.
Il testo, inoltre, non menziona il Principio di precauzione vigente all’interno dell’Unione Europea, secondo il quale si deve dimostrare la sicurezza dei prodotti commerciali prima che questi vengano introdotti sul mercato. Tale approccio è in aperto contrasto con l’approccio americano del “distribuisci ora, chiedi dopo” – spiega Oulahsen – secondo il quale è onere dei consumatori provare la nocività del prodotto solo dopo che questo è già stato commercializzato. Il pericolo intrinseco nel metodo americano si riflette nelle battaglie legali per eliminare dal mercato statunitense ddt, neonicotinoidi e altri pesticidi, ben dopo che il danno era stato identificato.
Oulahsen sostiene inoltre che “Visto che gli standard europei e quelli americani sono così diversi non ha senso omologare le due posizioni, non ne deriva nessun beneficio.”
Secondo il TTIP proposto, le aziende europee – obbligate, per legge, a rispettare alcuni rigidi standard europei – si troveranno a competere potenzialmente con una marea di prodotti americani che non rispettano gli stessi standard. Inoltre, assieme ad altre aziende straniere che per rimanere effettive all’interno dell’immenso mercato europeo erano prima incoraggiate ad adottare severe politiche ambientali o clausole a difesa del consumatore, queste nuove aziende straniere non saranno più in dovere di rispettare tali standard al fine di rimanere nella competenza.
I documenti trapelati dimostrerebbero anche che il TTIP minerebbe la democrazia stessa. In base a tali testi i paesi membri potrebbero essere forzati a rinunciare alla propria abilità di stabilire e mettere in pratica indipendentemente le proprie politiche e prendere decisioni legali; le società private e gli investitori sarebbero in grado di entrare in gioco in qualsiasi momento del processo, nel caso in cui le ripercussioni potessero influenzare il risultato netto dell’azienda.
“Si parla sempre di come gli accordi commerciali internazionali ci aiutino nella corsa al vertice, per il raggiungimento delle soluzioni migliori ma in realtà, così com’è, la partnership creerebbe una competizione alla base” sostiene Oulahsen. “Con il TTIP stiamo praticamente firmando per l’abolizione del diritto alla democrazia, dando a degli outsider il potere di intervenire e addirittura di cambiare le proposte prima che queste raggiungano i parlamentari o il pubblico in generale”.
Non è tutto nuovo ciò che si dice riguardo le negoziazioni segrete del TTIP – già precedentemente erano trapelati frammenti di informazioni, molti dei quali provavano l’esistenza di favoritismi nei confronti di alcune attività a discapito dell’ambiente e del pubblico. Il partito verde tedesco innescò una serie di dispersione di informazioni quando pubblicò apertamente alcuni testi del dibattito nel marzo del 2014. A partire da quel momento sempre più ONG, altri difensori e addirittura alcune figure interne al TTIP sono andati sommando altre rivelazioni.
In un principio gli ufficiali europei sono stati tolleranti rispetto alle notizie trapelate ma quando CORRECT!V ha rilasciato 100 documenti, nell’ambito del sua campagna #openTTIP nell’estate del 2015, le negoziazioni del TTIP hanno intensificato la segretezza dei suoi atti. I membri del Parlamento e altri legislatori sono stati privati della loro capacità di accedere, attraverso un portale centralizzato online, ai testi delle negoziazioni TTIP ed è stato richiesto loro di spostarsi e raggiungere fisicamente Bruxelles, per recarsi in stanze adibite alla lettura e revisione dei documenti TTIP.
“Se avete visionato alcuni dei documenti trapelati avrete notato la difficoltà di comprensione di tali testi; nonostante ciò ai parlamentari è richiesto di rivederli e dar loro un senso in una di queste “camere oscure”, non è permesso loro di servirsi di avvocati, esperti o consiglieri e nemmeno portare con loro carta e penna per prendere appunti” dice Oulahsen. Tutte queste restrizioni dimostrano una mancanza di trasparenza.
L’inasprimento della sicurezza, tuttavia, non ha rallentato la volontà di far luce sulle negoziazioni. Un mese dopo, in agosto del 2015, Wikileaks ha annunciato un tentativo di crowd funding per recuperare 100.000 euro per ottenere informazioni confidenziali del TTIP – offerta che è stata sostenuta da molte figure pubbliche come l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, il giornalista Glenn Greenwald and l’icona della moda inglese Vivienne Westwood.
Più le notizie trapelavano, più aumentava l’attività pubblica per fermare le negoziazioni TTIP; una petizione, per esempio, è arrivata a raccogliere 3.448.190 firme.
Gli ufficiali americani ed europei hanno sottostimato l’importanza delle ultime notizie trapelate.
Il commissario per commercio europeo Cecilia Malmström ha pubblicato un blog in cui dichiarava che i documenti riflettevano negoziati tra due gruppi con punti di vista ovviamente discordanti su vari aspetti, senza giungere a un risultato coerente. Ci si aspettano altre discrepanze, come quelle già evidenziate, ha detto il commissario.
Il rappresentate per il commercio degli Stati Uniti (USTR), sprezzante nei confronti dei testi trapelati sull’ultimo TTIP, ha rilasciato ancora meno dichiarazioni rispetto alla controparte europea. Nonostante vari tentativi di ricevere, la scorsa settimana, commenti riguardo questo articolo, l’USTR non ha risposto alle domande di Mongabay.
In una e-mail EurActiv.com dichiara che un portavoce dell’USTR ha definito le interpretazioni dei testi trapelati “nel migliore dei casi, fuorvianti e assolutamente errate” aggiungendo che “il TTIP preserverà, non danneggerà, gli alti standard di salute del nostro consumatore, della sua salute e dell’ambiente e gli Stati Uniti, assieme all’Unione Europea, lavoreranno per innalzare, in tutto il mondo, tali standard”.
Il portavoce dell’amministrazione di Obama, Josh Earnest, non si è dimostrato preoccupato in merito alle ultime notizie trapelate e Josh Kirby, del Dipartimento di stato statunitense, ha ribadito che le negoziazioni TTIP si concluderanno prima che il presidente abbandoni in suo incarico.
Oulahsen sostiene che le notizie trapelate non hanno eguali in portata e potrebbero spostare le discussioni TTIP da quelle che sono le negoziazioni in corso attualmente a un dibattito aperto tra parlamentari, ONG e il pubblico.
“Sotto vari punti di vista queste notizie trapelate sono diverse dalle precedenti” ha concluso. “Possiamo chiaramente vedere in che modo l’Unione Europea non è stata onesta nella sua posizione, e adesso, per la prima volta, possiamo anche vedere la posizione degli Stati Uniti” ha detto Oulahsen. “Non posso prevedere il futuro ma posso dire che stiamo raggiungendo un punto critico in questo dibattito e che la pressione pubblica per la trasparenza non può che crescere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane”.