- Esaminando 130 studi sugli impatti dei cambiamenti climatici su uccelli e mammiferi minacciati, i ricercatori sono riusciti a provare che quasi 700 specie hanno già risposto negativamente ai recenti mutamenti del clima.
- I ricercatori ritengono che il 47 percento delle 873 specie di mammiferi terrestri minacciate e il 23 percento delle 1.272 specie di uccelli minacciate prese in esame sono già state influenzate in maniera negativa dai cambiamenti climatici, almeno in parte della loro area di distribuzione o della loro popolazione.
- Ciò rende ancora più importante capire gli impatti dei cambiamenti climatici già osservabili sulla fauna selvatica visto che, come indica la ricerca, il tasso di riscaldamento negli ultimi 50 anni è stato di circa 0,13 gradi Celsius ogni dieci anni, quasi il doppio del tasso di riscaldamento registrato durante i precedenti 50 anni.
Gli autori di una nuova ricerca, che vuole quantificare il numero di specie selvatiche che già stanno subendo le conseguenze negative dell’impatto dei cambiamenti globali del clima, propongono i risultati ottenuti per dimostrare l’evidenza immediata degli effetti del riscaldamento globale, al contrario di quanto molti pensano a causa della “limitata diffusione su larga scala di informazioni su tali impatti.”
Un team di ricercatori guidato da Michela Pacifici, cha fa parte del programma Global Mammal Assessment dell’università La Sapienza di Roma, esaminando 130 studi sugli impatti dei cambiamenti climatici su uccelli e mammiferi minacciati, è riuscito a provare che quasi 700 specie hanno già manifestato risposte negative ai recenti mutamenti del clima. I dettagli di queste scoperte sono stati illustrati in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change all’inizio del mese.
Pacifici e i suoi colleghi ritengono che il 47 percento delle 873 specie di mammiferi terrestri minacciati e il 23 percento delle 1.272 specie di uccelli minacciati prese in esame sono già state influenzate in maniera negativa dai cambiamenti climatici, almeno in parte della loro area di distribuzione o della loro popolazione. “I nostri risultati suggeriscono che le popolazioni di un gran numero di specie minacciate hanno, probabilmente, già subìto gli effetti dei cambiamenti climatici: una situazione che i responsabili della conservazione ambientale, i pianificatori ambientali e i policy maker dovrebbero tenere a mente per le misure a tutela del futuro della biodiversità,” scrivono i ricercatori.
Pacifici ha dichiarato che tali risultati implicano un’alta probabilità per queste specie di subire gli impatti negativi dei cambiamenti climatici futuri, specialmente se già vivono in condizioni ambientali avverse (secondo una ricerca precedente, nonostante la crescita dell’impronta ecologica dell’uomo negli ultimi anni sia un po’ rallentata, abbiamo già avuto un impatto significativo su tre quarti della Terra e “gravemente alterato” il 97 percento dei luoghi più ricchi di specie del pianeta).
Ciò rende ancora più importante capire gli impatti dei cambiamenti del clima già osservabili sulla fauna selvatica dato che, come indica la ricerca, il tasso di riscaldamento negli ultimi 50 anni è stato di circa 0,13 gradi Celsius ogni dieci anni, quasi il doppio del tasso di riscaldamento registrato durante i precedenti 50 anni: questo significa che entro il 2100 le temperature globali probabilmente saranno ben al di sopra delle temperature medie dell’Olocene, epoca in cui ci troviamo oggi.
James Watson, Professore Associato alla School of Earth and Environmental Sciences dell’Università del Queensland ed esperto presso la Wildlife Conservation Society, sostiene che non solo gli impatti su uccelli e mammiferi dell’aumento delle temperature sono stati sottovalutati, ma sono stati anche trascurati dai mezzi di informazione, aggiungendo che questo può avere effetti concreti sullo stato di conservazione delle specie.
Watson, che è tra gli autori dello studio pubblicato su Nature Climate Change, ha dichiarato: “Solo il sette percento dei mammiferi e il quattro percento degli uccelli cha risposto in maniera negativa ai cambiamenti climatici al momento sono classificati come “minacciati dai cambiamenti climatici e da condizioni atmosferiche difficili” nella Lista Rossa delle Specie Minacciate compilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.”
Watson è coautore anche di uno studio del novembre 2016 che ha scoperto che i cambiamenti climatici hanno impattato tutti gli aspetti della vita sulla Terra. Secondo questa ricerca, le specie che si trovano in ecosistemi d’acqua dolce, marini e terrestri hanno già subìto delle conseguenze, con risposte verificate dal livello genetico al livello ecosistemico.
Poiché gli effetti dei cambiamenti climatici su alcune specie sono già stati studiati da vicino, la ricerca in questione rappresenta uno dei primi tentativi di stabilire semplicemente quante specie in tutto stanno già subendo gli impatti dei cambiamenti climatici in almeno una popolazione. Inoltre, poiché, secondo Watson, lo studio mostra in maniera chiara che gli impatti dei cambiamenti del clima su mammiferi e uccelli, specie tra le più studiate della terra, non vengono comunque esaminati a sufficienza, è molto probabile che gruppi di specie molto meno considerate patiscano gli stessi impatti sui quali, al momento, pure vengono fornite poche informazioni.
“Dobbiamo migliorare di parecchio e subito la valutazione degli effetti dei cambiamenti climatici su tutte le specie,” sostiene Watson. “Dobbiamo comunicare gli impatti dei cambiamenti climatici al grande pubblico e dobbiamo assicurarci che coloro chiamati a decidere sappiano che, per arrestare l’estinzione delle specie, c’è bisogno di una svolta, adesso. I cambiamenti climatici non sono più una minaccia che riguarda il futuro.”
CITAZIONI
- Pacifici, M., Visconti, P., Butchart, S. H., Watson, J. E., Cassola, F. M., & Rondinini, C. (2017). Species’ traits influenced their response to recent climate change. Nature Climate Change. doi:10.1038/nclimate3223
- Scheffers, B.R. et al. (2016). The broad footprint of climate change from genes to biomes to people. Science. doi:1126/science.aaf7671
- Venter, O. et al. (2016). Sixteen years of change in the global terrestrial human footprint and implications for biodiversity conservation. Nature Communications. doi:10.1038/ncomms12558