- Fino al 1999, la Cambogia ospitava una delle più numerose popolazioni di tigri al mondo. Oggi, invece, la tigre indocinese è considerata funzionalmente estinta nella nazione.
- Oggi la Cambogia sta cercando di emulare il proficuo successo delle riserve indiane per le tigri, reintroducendo i micioni nelle proprie foreste.
- Gli esperti dicono che il bracconaggio, la corruzione dilagante e gli scarsi controlli sul rispetto delle leggi potrebbero avere effetti devastanti per questi animali in via di estinzione.
Secondo certe stime nel 1999 la popolazione di tigri della Cambogia era la seconda più numerosa al mondo. In un decennio, i micioni dell’intera nazione si sono estinti a causa del bracconaggio e della perdita del loro habitat. Nel 2007, una solitaria tigre indocinese (Panthera tigris corbetti) è stata catturata da una trappola fotografica piazzata nella lussureggiante Mondulkiri, una provincia orientale della Cambogia. Da allora non è più stata avvistata alcuna tigre.
Ora il governo cambogiano sta cercando di cambiare la situazione. Il Ministro dell’Ambiente a fine settembre ha annunciato che sta procedendo con un piano, in collaborazione col WWF, per reintrodurre le tigri in Cambogia. Tale piano ha attirato le critiche degli esperti di fauna selvatica di tutto il mondo, che hanno contestato la debolezza della legge cambogiana, il dilagante bracconaggio e la distruzione dell’ambiente a causa del disboscamento illegale e di altre pratiche.
In un post del 25 settembre, il Ministro ha annunciato che trasferiranno le tigri, due maschi e cinque o sei femmine, dall’India al Srepok Wildlife Sanctuary, nella provincia di Mondulkiri. Seng Teak, il Direttore del WWF Cambogia, ha detto a Mongabay che il “Tiger Action Plan“, il piano dettagliato originale del progetto, sarà portato a termine prima della fine del 2017. Il budget è di circa 30 milioni di dollari.
Il ripristino della popolazione mondiale di tigri, oggi così pericolosamente esigua, è diventato un obiettivo globale. Nel 2010, i governi delle 13 nazioni dove vivono le tigri si sono impegnati a raddoppiare il numero di esemplari nel mondo entro il 2022, il prossimo anno cinese della tigre. In Cambogia, le tigri sono diventate anche una sorta di nobile speranza, un simbolo di rinnovamento e un ritorno a tempi migliori per l’ambiente.
La “Wildlife Alliance” ha pianificato di aprire tre stazioni dei ranger e di assumere guardaparco per proteggere le tigri; sta inoltre esaminando un parco nelle Montagne del Cardamomo come potenziale habitat per i felini. Tuttavia, alcuni esperti sono ancora incerti se la Cambogia possa supportare un numero così elevato di esemplari.
Quando, l’anno scorso, è stato presentato il progetto, K. Ullas Karanth, un conservazionista indiano, è stato molto schietto nella sua critica.
“Non credo che in Cambogia attualmente siano disponibili i 1000/2000 km2 ricchi di prede, disabitati e senza allevamenti che sono richiesti per poter introdurre e stabilire una popolazione di tigri vitale”, ha detto al canale d’informazione indiano “Live Mint”.
Al contrario, Thomas Gray, direttore dello sviluppo scientifico e globale alla “Wildlife Alliance”, ha affermato che il Srepok Wildlife Sanctuary in realtà è una scelta idonea come habitat delle tigri.
“[È una] fantastica area con un habitat di eccellente qualità, che rimane relativamente remota e di qualità relativamente buona”, ha affermato Gray. “La quantità di potenziali prede per le tigri, nonostante probabilmente stia ancora diminuendo, è più alta che in qualsiasi altra zona della nazione e probabilmente più alta che nella maggior parte delle zone del sudest asiatico, incluse le aree dove ci sono ancora tigri. Anche le condizioni ecologiche della zona sono abbastanza buone per un potenziale recupero delle tigri. Il problema, ovviamente, è far rispettare le leggi e gestire le aree protette.”
Lotta al bracconaggio
Il declino della tigre è stato sconvolgente durante il XX secolo. Il WWF oggi stima che siano rimaste circa 3.890 tigri in natura, molte meno dei più di 100.000 esemplari del 1900. Mentre si dice che il numero di tigri nel mondo stia aumentando, la Cambogia non si è dimostrata proprio un paradiso per la fauna selvatica. In questa nazione, dove la diffusa corruzione e l’endemica povertà rendono il bracconaggio un’attività molto attraente per guadagnarsi il pane quotidiano, e dove una deforestazione da record cancella potenziali habitat per le tigri, qualcuno è scettico riguardo alla capacità della Cambogia di preservare le tigri.
“Se vuoi reintrodurre un qualsiasi animale, devi prima risolvere il problema che ha causato la sua estinzione”, ha affermato John Goodrich, direttore senior del “Tiger Program” alla Panthera, un’organizzazione che si occupa della conservazione dei felini. “In Cambogia, è chiaramente il bracconaggio, il bracconaggio delle tigri e delle loro prede. Evidentemente non hanno ancora risolto questo problema.”
Oltretutto, anche altri animali come il pangolino e l’orso malese sono ancora molto soggetti al contrabbando e al bracconaggio in Cambogia. In un articolo pubblicato lo scorso mese in “Biodiversity and Conservation”, 10 scienziati della fauna selvatica hanno dettagliato l’incredibile numero di trappole a scatto fatte in casa che ancora punteggiano il territorio del sudest asiatico. Tra il 2010 e il 2015, più di 200.000 di queste trappole economiche e facili da costruire sono state rimosse da cinque siti nella regione. Più del 60% di queste trappole sono state trovate in Cambogia, anche all’interno del Srepok Wildlife Sanctuary, dove dovrebbero essere introdotte le nuove tigri.
Il portavoce del Ministero dell’Ambiente cambogiano, Sao Sopheap, ha dichiarato che il governo sta implementando le misure per combattere il degrado della fauna selvatica nella nazione, comprese quelle “per il rispetto della legge”: più ranger sul campo e un’area protetta che ora si estende per più di 28.900 m2 o circa il 41% dell’intera nazione. “[Stiamo mandando] un segnale forte alla nazione, alla comunità, al pubblico in generale, che il governo è molto serio nel preservare le specie”, ha detto.
Tigri come attrazione turistica
La reintroduzione delle tigri in Cambogia significherebbe sicuramente un passo in avanti nella protezione della fauna selvatica e, per una nazione che ha sofferto decenni di guerre, stabilità. Anche le più alte cariche del governo, compreso il notoriamente autocratico primo ministro, Hun Sen, hanno espresso il loro supporto al progetto. A un forum sulla conservazione tenutosi a Phnom Penh in agosto, il Premier ha fatto una lunga lista di promesse, che comprendeva anche 1.000 dollari a ciascuna delle più di 300 comunità per investimenti a favore delle foreste locali, un incremento del 20% del budget per il Ministero dell’Ambiente e uno show canoro per supportare il progetto di ripopolamento delle tigri nella Provincia di Mondulkiri.
Nonostante alcune dichiarazioni pubbliche di buone intenzioni, il governo non ha nascosto che dietro il progetto ci sono anche intenzioni più redditizie. Mentre la conservazione e preservazione delle specie in via di estinzione è verosimilmente importante per i funzionari del Ministero dell’Ambiente, c’è una considerevole somma di denaro che si può guadagnare col turismo, che è una delle attività più lucrative dell’economia cambogiana. Oltre al famoso complesso dei templi di Angkor al nord e le immacolate spiagge della costa meridionale, i funzionari sperano che la fauna selvatica diventi un’attrazione in grado di attirare più turisti nelle province orientali, specialmente dalle vicine Cina e Malesia.
All’inizio di ottobre, il Ministro del Turismo Thong Khon ha usato toni molto franchi per commentare l’intenzione del governo di monetizzare l’est.
“Il Ministero del Turismo mira a sviluppare il nordest, specialmente Mondulkiri, per farne una delle maggiori attrazioni turistiche, in particolare tramite l’ecoturismo e la fauna selvatica”, ha detto.
Il governo cambogiano sembra avere il simbolo dei dollari negli occhi quando si parla di ripopolamento delle tigri, cosa che preoccupa gli esperti, i quali affermano che i funzionari potrebbero privilegiare il profitto sulla protezione degli animali. Coloro che sono coinvolti nel progetto, però, dicono che senza gli incassi portati dal turismo potrebbe non esserci proprio un piano di reintroduzione delle tigri.
“Parliamo di preservare le tigri, ma dobbiamo giustificare il beneficio delle tigri con l’apporto di vantaggi alle popolazioni locali e alla nazione intera”, ha detto Seng Teak del WWF.
E ha aggiunto: “È importante essere chiari: salvando le tigri, stiamo salvando molto di più.”
I prossimi passi
Goodrich, di Panthera, ha spiegato che un piano per il turismo basato sulle tigri potrebbe non avere un effetto così immediato come sperano i funzionari. In posti come la riserva indiana di tigri a Kanha, nel Madhya Pradesh, dove i turisti che gironzolano in jeep possono intravvedere le tigri, il successo non è arrivato da un giorno all’altro.
“È qualcosa che deve essere sviluppato nel corso di decenni”, ha detto. “Occorre aumentare il numero delle tigri e poi abituarle ai turisti. Una delle ragioni per cui questo tipo di turismo funziona in India, è che per decenni i turisti hanno guidato le jeep nelle riserve e alcune tigri si sono abituate, quindi non scappano o si nascondono quando una jeep si avvicina.”
“Ci vorrà molto tempo per sviluppare questo in Cambogia.”
Un ostinato gruppo di esperti di tigri continua a sostenere che la Cambogia al momento non sia pronta a reintrodurre i gattoni, ma aggiunge che non vuol dire che la nazione non sarà all’altezza del compito in futuro.
Di che cosa ha bisogno allora la Cambogia per prepararsi per una sana popolazione di tigri?
“Non è necessariamente così complicato”, ha detto Goodrich.
“Le tigri hanno bisogno di tre cose. Innanzitutto di uno spazio con un buon habitat. Le tigri sono generaliste, quindi ‘un buon habitat’ semplicemente significa un qualche tipo di riparo dove possano cacciare. Hanno bisogno di prede. E hanno bisogno di stare da sole. Hanno bisogno di essere protette dalle persone e dal bracconaggio. Queste sono le condizioni di cui ha bisogno la Cambogia per far prosperare le tigri.”
“Sarà una grossa sfida per la Cambogia”, ha detto, “già da oggi.”
Immagine nel banner: una tigre indocinese, di Rhett Butler/Mongabay.