- Secondo il rapporto biennale “Primates in Peril”, il cui ultimo aggiornamento è stato reso noto lo scorso 28 novembre alla conferenza per il 50° anniversario della “Primate Society of Great Britain” di Londra, il 62% delle più di 700 specie e sottospecie conosciute di lemuri, scimmie e altri primati, oggi è in grave pericolo di estinzione. Il 42% di tali specie è segnalato come “In Pericolo” o “In Pericolo Critico”.
- Il rapporto elenca le 25 specie di primati a maggior rischio di estinzione, ma fu compilato prima che fosse scoperta una nuova specie di oranghi nell’area di Batang Toru, a Sumatra. Gli autori affermano che tale specie quasi certamente figurerà nel prossimo elenco.
- Ad ogni modo, l’orango del Borneo (Pongo pygmaeus), il parente più stretto dell’orango di Batang Toru, fa la sua prima apparizione in elenco quest’anno. Altre otto specie dell’Asia si aggiungono all’orango del Borneo in elenco, così come cinque specie del regno neotropicale, cinque specie dell’Africa e sei lemuri del Madagascar.
In novembre, una nuova specie di oranghi scoperta a Sumatra, in Indonesia, è diventata ufficialmente l’ottava specie di grandi scimmie antropomorfe di cui si conosca l’esistenza. A causa della distruzione del suo habitat provocata dall’espansione dello sviluppo umano, però, è diventata all’istante anche una delle specie di scimmie antropomorfe a maggior rischio di estinzione del pianeta.
Si stima che ci siano meno di 800 oranghi di Batang Toru (Pongo tapanuliensis – questo il nome della nuova specie, cui a volte ci si riferisce anche con “oranghi di Tapanuli”), i quali vivono in una foresta primaria degradata, in una Sumatra sempre più circondata e tagliata da strade. Ma questa specie non è la sola tra quelle dei primati ad essere minacciata dall’attività umana.
Secondo il rapporto biennale “Primates in Peril”, il cui ultimo aggiornamento è stato reso noto lo scorso 28 novembre alla conferenza per il 50° anniversario della “Primate Society of Great Britain” di Londra, il 62% delle più di 700 specie e sottospecie conosciute di lemuri, scimmie e altri primati, oggi è in grave pericolo di estinzione. Il 42% di tali specie è segnalato come “In Pericolo” o “In Pericolo Critico”.
Il rapporto elenca le 25 specie di primati a maggior rischio di estinzione, ma fu compilato prima che fosse scoperta una nuova specie di oranghi nell’area di Batang Toru, a Sumatra. Gli autori affermano che tale specie quasi certamente figurerà nel prossimo elenco. Ad ogni modo, il suo parente più prossimo, l’orango del Borneo (Pongo pygmaeus), che si trova solo sull’isola del Borneo, a circa 1.000 km da Sumatra, fa la sua prima apparizione in elenco quest’anno.
“L’orango del Borneo appare in questo elenco per la prima volta a causa del forte declino della popolazione negli ultimi 50 anni. Anche se la stima più recente di 46.952-72.941 oranghi del Borneo sembra considerevole, tale numero maschera minacce molto serie”, scrivono gli autori del rapporto. “C’è stato un declino drammatico del numero di esemplari negli ultimi decenni, e le foreste dove vivono adesso sono molto frammentate, con pochissime aree capaci di accogliere 1.000 o più individui.”
Piuttosto sorprendentemente, la terza specie esistente di oranghi, l’orango di Sumatra (Pongo abelii), è un parente più lontano dell’orango di Batang Toru rispetto all’orango del Borneo. Poiché entrambe le specie sono endemiche nell’isola di Sumatra, fino a pochissimo tempo fa si riteneva che l’orango di Batang Toru e quello di Sumatra fossero la stessa specie. Anche se non compare nell’elenco “Primates in Peril” tra le 25 specie a maggior rischio di estinzione al mondo, la IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) segnala l’orango di Sumatra come “In Pericolo Critico” nella Lista Rossa delle Specie Minacciate.
La lista include sei lemuri del Madagascar, come ad esempio il lepilemure di James (Lepilemur jamesorum), che fu descritto solo nel 2006, ma figura già come “In Grave Pericolo” nella Lista Rossa IUCN, perché la sua popolazione è diminuita a meno di 2.000 esemplari.
Compaiono nell’elenco anche cinque specie dell’Africa, tra le quali il gorilla di Grauer (Gorilla beringei graueri), che, stando al rapporto, ha “sofferto un declino catastrofico sin dagli anni ‘90, causato quasi completamente dalla caccia di frodo perpetrata dai minatori”. Si stima che oggi ci siano meno di 4.000 gorilla di Grauer nel mondo e ciò significherebbe che la popolazione è diminuita del 77% in una sola generazione.
Altre otto specie dell’Asia si aggiungono all’orango del Borneo in elenco, così come cinque specie del regno neotropicale. La scimmia Titi Caquetà (Plecturocebus caquetensis), che si trova solo in Colombia, è in elenco perché si ritiene che abbia una popolazione di meno di 250 individui. La specie è conosciuta sin dagli anni ‘60, ma il conflitto armato che ancora prosegue in Colombia ha posticipato la sua descrizione per mezzo secolo. Sta affrontando una grossa perdita di habitat e la cessazione delle ostilità minaccia la distruzione di ancora più habitat a causa dello sviluppo umano.
“La firma di un accordo di pace tra il governo colombiano e i gruppi armati potrebbe portare alla costruzione di più infrastrutture per lo sfruttamento del petrolio e delle risorse minerarie”, si legge nel rapporto, “ma l’accordo fornisce anche un’opportunità per la preservazione e la ricerca su questa specie per la prima volta dalla sua scoperta”.
Il Dott. Christoph Schwitzer, direttore della conservazione presso la “Bristol Zoological Society” e vicepresidente del “Primate Specialist Group” alla “Commissione per la sopravvivenza delle specie” della IUCN, è stato il caporedattore del rapporto “Primates in Peril”. Nonostante riconosca che il rapporto “è una lettura allarmante”, Schwitzer asserisce anche che “è di vitale importanza usarlo per sottolineare la necessità disperata di preservare così tante specie di primati, molte delle quali sono sull’orlo di essere perse per sempre”.
Aggiunge inoltre che un’azione di preservazione è necessaria per salvare ciascuna delle specie nella lista.
“I primati sono una componente notevole ed essenziale per gran parte delle foreste tropicali e delle savane del mondo.” È ciò che afferma Anthony Rylands, vicepresidente del “Primate Specialist Group” alla “Commissione per la sopravvivenza delle specie” della IUCN e direttore della conservazione alla “Global Wildlife Conservation”.
“Stiamo cominciando solo ora a capire la loro diversità e il loro ruolo ecologico in questi ambienti straordinariamente ricchi e complessi, ciononostante la caccia, nonché il degrado, la frammentazione e la perdita del loro habitat, stanno devastando la loro popolazione in tutto il mondo: al giorno d’oggi, più della metà di tutti i primati è in pericolo. Questo rapporto attira l’attenzione sulla gravità della situazione solo di poche specie tra le più minacciate”.
Le specie maggiormente a rischio – 2017
- (Paragalago orinus)
Tanzania [numero di esemplari sconosciuto] - Cercopiteco roloway (Cercopithecus roloway)
Costa d’Avorio e Ghana [ne rimangono molto pochi, probabilmente meno di 100] - Colobo velleroso (Colobus vellerosus)
Nigeria [numero di esemplari sconosciuto] - Colobo rosso del delta del Niger (Piliocolobus epieni)
Nigeria [solo 1.000 esemplari] - Gorilla di Grauer (Gorilla beringei graueri)
Repubblica Democratica del Congo [popolazione approssimativa di 3.800 esemplari] - Microcebo del GERP (Microcebus gerpi)
Madagascar [numero di esemplari sconosciuto] - Apalemure del lago Alotra (Hapalemur alaotrensis)
Madagascar [meno di 2.500 esemplari, probabilmente meno di 1.000] - Lemure dalla coda ad anello (Lemur catta)
Madagascar [meno di 2.000 esemplari] - Lepilemure di James (Lepilemur jamesorum)
Madagascar [ne rimangono molto pochi] - Sifaka di Perrier (Propithecus perrieri)
Madagascar [2.100esemplari] - Aye-aye (Daubentonia madagascariensis)
Madagascar [numero di esemplari sconosciuto, ma gli aye-aye sono rari] - Loris lento di Giava (Nycticebus javanicus)
Giava, Indonesia [numero di esemplari sconosciuto] - Rinopiteco di Pagai (Simias concolor)
Isole Mentawai, Indonesia [popolazione approssimativa di 3.300 esemplari] - Presbite dorato di Gee (Trachypithecus geei)
India e Bhutan [meno di 12.000 esemplari] - Presbite dalla testa bianca (Trachypithecus poliocephalus)
Vietnam [50-60 esemplari] - Rinopiteco del Tonchino (Rhinopithecus avunculus)
Vietnam [meno di 250 esemplari] - Cinopiteco (Macaca nigra)
Sulawesi, Indonesia [tra i 4.000 e i 6.000 esemplari] - Langur dalla faccia viola (Semnopithecus vetulus)
Sri Lanka [numero di esemplari sconosciuto] - Gibbone di Hainan (Nomascus hainanus)
Isola di Hainan, Cina [meno di 30 esemplari] - Orango del Borneo (Pongo pygmaeus)
Isola del Borneo, Malesia e Indonesia [tra i 47.000 e i 73.000 esemplari] - Scimmia Titi Caquetà (Plecturocebus caquetensis)
Colombia [probabilmente meno di 250 esemplari] - Atele testa nera (Ateles fusciceps)
Ecuador, Colombia, Panama [numero di esemplari sconosciuto] - Cebo Ka’Apor (Cebus kaapori)
Brasile [numero di esemplari sconosciuto] - Atele di Geoffroy (Ateles geoffroyi)
Messico, Guatemala, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Costa Rica, Panama [numero di esemplari sconosciuto] - Aluatta bruna (Alouatta guariba guariba)
Brasile [probabilmente meno di 100 esemplari]