- Il VaquitaCPR, la squadra di pronto intervento istituita dal governo messicano per la tutela della vaquita, ha annunciato lo scorso venerdì che il suo programma di cattura è giunto al termine.
- Soltanto due esemplari di questa specie di mammifero marino sono stati messi in cattività dagli scienziati del VaquitaCPR e nessuno dei due è riuscito ad adattarsi alle cure umani. La seconda, una femmina in età fertile che non era incinta né allattava, non si è adattata ed è morta proprio mentre il team cercava di restituirla al suo habitat naturale.
- Di fronte al continuo declino della popolazione delle vaquita, il divieto posto dal governo messicano sull’utilizzo della pesca al tramaglio non sembra aver fatto molta differenza. Gli ambientalisti però sostengono che un’applicazione più severa del divieto sia a questo punto l’unico modo per salvare la vaquita.
Il VaquitaCPR, la squadra di pronto intervento istituita dal governo messicano per la tutela della vaquita ha annunciato lo scorso venerdì che il suo programma di cattura è giunto al termine.
Si ritiene che siano soltanto 30 le vaquita ancora vive nello stato selvatico. Il VaquitaCPR aveva inaugurato i suoi sforzi di catturarle ad ottobre. Il programma consisteva nel mantenere le focene sane e salve in recinti marini galleggianti appositamente costruiti finché la loro sopravvivenza non fosse più minacciata dalle attività di pesca e commercio illegali che ne avevano decimato il numero.
L’unico posto al mondo dove è ancora possibile trovare la vaquita è il Golfo di California, quel tratto di mare che separa la penisola della Bassa California dal Messico continentale. Soltanto due esemplari di questa specie di mammifero marino erano stati messi in cattività dagli scienziati del VaquitaCPR ma nessuna delle due è riuscita ad adattarsi alle cure umane. La prima, un giovane esemplare di vaquita femmina è stata liberata con successo dopo che i veterinari hanno stabilito che lo stato di cattività le aveva causato troppo stress. La seconda, una femmina in età fertile ma che non era incinta né allattava, non si è abituata alle cure dell’uomo ed è morta proprio mentre il team cercava di restituirla al suo habitat naturale. A seguito della morte della vaquita, il VaquitaCPR ha immediatamente sospeso la parte di operazione che ne prevedeva la cattura e ha terminato le sue operazioni sul campo nel Golfo di California a partire dal 10 novembre.
“A causa della reazione della vaquita alle cure umane, gli scienziati a capo del VaquitaCPR hanno espresso dinanzi a un comitato indipendente di revisione la raccomandazione unanime di cessare la parte delle operazioni che verteva sulla cattura di questi animali”, ha affermato in un comunicato il VaquitaCPR. “Il comitato indipendente di revisione si è mostrato d’accordo su questa raccomandazione. Il VaquitaCPR ha sospeso le operazioni di cattura il 4 novembre spostando il suo focus operativo sull’identificazione fotografica dei singoli animali, per migliorare la nostra conoscenza degli schemi di distribuzione e abbondanza”.
Il Dr. Lorenzo Roja-Bracho, uno scienziato del Ministero per l’Ambiente in Messico e del Comitato Internazionale per il recupero delle vaquita (CIRVA) che è anche a capo del VaquitaCPR, ha dichiarato che il team di 65 scienziati provenienti da 9 paesi non è intenzionato a rinunciare a lottare per salvare dall’estinzione la vaquita (Phocoena sinus).
Rojas-Bracho ha affermato in un comunicato rilasciato sabato: “Mentre le operazioni sul campo terminano oggi, il nome del VaquitaCPR resta a significare ‘Conservazione, Protezione e Recupero della vaquita’: quindi non ci arrendiamo e continueremo a impegnarci per salvarla”.
Un’ autopsia è stata effettuata sulla vaquita deceduta e campioni di tessuto sono stati inviati ad analizzare al laboratorio. A quanto pare si è in attesa di un rapporto completo sulle cause del decesso.
Il VaquitaCPR ha anche affermato che, insieme al comitato di revisione indipendente costituito proprio a questo fine, revisionerà i risultati delle operazioni sul campo e presenterà al governo messicano attraverso il CIRVA delle raccomandazioni tecniche sui prossimi step da intraprendere per salvare la piccola focena.
La vaquita è stata trascinata sul precipizio dell’estinzione dalla pesca al tramaglio il cui vero obiettivo nel Golfo di California è il totoaba (Totoaba macdonaldi), un’altra specie gravemente in pericoloLa vescica natatoria del totoaba è così tanto richiesta nei paesi asiatici come la Cina da arrivare a fruttare oltre 4500 dollari al chilo (non vi è nessuna evidenza scientifica sulle proprietà curative della vescica natatoria). Seppure non sia la specie presa di mira dalla pesca al tramaglio, la vaquita vi rimane imbrigliata fino all’annegamento. In tutta risposta, il presidente messicano Enrique Peña Nieto nell’aprile del 2015 ha posto un divieto di due anni della pesca al tramaglio esteso a tutto il territorio delle vaquita. Tale divieto è stato reso permanente a partire da luglio 2017.
Di fronte all’inarrestabile declino della popolazione delle vaquita il divieto della pesca al tramaglio non sembra avere fatto finora molta differenza. Gli ambientalisti comunque ritengono che una applicazione più severa di tale divieto rimanga a questo punto l’unico modo per salvare le vaquita.
Il direttore generale del WWF del Messico, Jorge Rickards, ha affermato in un comunicato: “Gli sforzi del VaquitaCPR hanno rappresentato una mossa audace e poiché sono giunti al termine invitiamo tutti coloro che tengono alla vaquita a mostrare altrettanto coraggio e impegno per garantire che il Golfo Superiore della California sia libero dai tramagli.
Secondo Rickards il fatto che il team del VaquitaCPR ha tenuto sotto osservazione le madri e i cuccioli di vaquita durante le sue operazioni sul campo dimostra che abbiamo ancora una possibilità di salvare questo mammifero marino a rischio di estinzione. Rickards ha dichiarato infatti: “Sebbene la situazione sembri disperata non possiamo mollare proprio adesso che traiamo qualche barlume di speranza dal fatto che le vaquite si stanno riproducendo nella zona. Pertanto, dobbiamo immediatamente indirizzare ogni risorsa disponibile nel Golfo di California al fine di garantire un pieno e rigoroso rispetto del divieto della pesca al tramaglio e la rimozione delle reti fantasma. La pesca illegale non va assolutamente permessa in quanto foriera di un unico risultato possibile: l’estinzione”.
I commenti su Mongabay di David Bader, portavoce del VaquitaCPR, hanno echeggiato questo sentimento. Bader ha dichiarato infatti: “È importante fare notare che il VaquitaCPR fa parte di uno sforzo di salvaguardia della vaquita ben più ampio. Il VaquitaCPR si è sempre concentrato su sforzi di conservazione ex situ della vaquita cercando il modo di guadagnare tempo con il ricovero di questi mammiferi in santuari protetti dove potessero essere al riparo dai tramagli, che costituiscono il problema principale e anche uno dei più difficili da risolvere qui nel Golfo Superiore. Ora che questi sforzi hanno fallito, noi tutti, e per noi intendo la comunità globale di governi e cittadini, dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi su questa regione del Golfo Superiore per garantire che sia libera dai tramagli”.