- Con il trascorrere degli anni, sono state raccolte ciocche di pelo e vecchie ossa che apparterrebbero a uno Yeti e un numero imprecisato di persone ha affermato di aver visto di persona una creatura simile a uno Yeti o, almeno, le sue impronte. Tuttavia non è stato possibile documentare le prove dello Yeti e l’identità della sua specie è rimasta avvolta nel mistero.
- Una nuova ricerca potrebbe però finalmente rispondere alla domanda relativa a cosa sia realmente lo Yeti. Un team internazionale di scienziati guidati da Tianying Lan dell’università di Buffalo nello Stato di New York ha analizzato 24 campioni di ossa, feci, pelo e pelle provenienti dall’altopiano tibetano/area dell’Himalaya appartenenti a un orso o, si dice, a uno Yeti.
- I ricercatori hanno stabilito che tutti i campioni di Yeti da loro raccolti per lo studio provenivano da specie di orsi originari dell’altopiano tibetano e delle montagne himalaiane circostanti, ad eccezione di un campione tratto da un reperto impagliato trovato in un museo che è risultato appartenente a un cane.
La leggenda dello Yeti, creatura misteriosa, bipede, simile a una scimmia che avrebbe vissuto sull’Himalaya, è durata per secoli.
I primi racconti su tale animale leggendario sono giunti in Occidente nel 19° secolo, anche se l’Abominevole uomo delle nevi, altro appellativo dello Yeti, è stato veramente oggetto di fantasie tra gli occidentali a metà del 20° secolo, all’incirca nello stesso periodo in cui alpinisti come Eric Shipton, Sir Edmund Hillary e Tenzing Norgay stavano cercando di scalare il monte Everest e altre montagne della regione. Eppure lo Yeti fa parte della tradizione locale da molto più tempo, adorato anche come un dio della caccia da alcuni popoli della zona prima della nascita del buddismo.
Con il trascorrere degli anni, sono state raccolte ciocche di pelo e vecchie ossa che apparterrebbero a uno Yeti e un numero imprecisato di persone ha affermato di aver visto di persona una creatura simile a uno Yeti o, almeno, le sue impronte. Tuttavia, non è stato ovviamente possibile documentare le prove dello Yeti e l’identità della sua specie è rimasta avvolta nel mistero.
Una nuova ricerca potrebbe però finalmente rispondere alla domanda relativa a cosa sia realmente lo Yeti. Uno studio pubblicato ieri nei Proceedings of the Royal Society B cerca di far luce sull’identità dello sfuggente Yeti esaminando la storia evolutiva delle specie di orso locali.
Un team internazionale di scienziati guidati da Tianying Lan dell’università di Buffalo nello Stato di New York ha analizzato 24 campioni di ossa, feci, pelo e pelle provenienti dall’altopiano tibetano/area dell’Himalaya appartenenti a un orso o, si dice, a uno Yeti.
Non sono i primi a esaminare campioni di DNA per tentare di stabilire chi o cosa possa essere lo Yeti. Con un’analisi genetica svolta nel 2014 su 30 campioni di pelo che erano stati attribuiti a “primati insoliti” come lo Yeti, il Bigfoot e altri, sono stati esaminati tre campioni di pelo appartenenti presumibilmente alla leggendaria creatura himalaiana ed è stato rilevato che si trattava di un’antica specie di orsi polari o di un animale simile a una capra chiamato capricorno.
I ricercatori che hanno svolto tale studio del 2014 hanno ipotizzato che, forse, sull’Himalaya, era presente una specie sconosciuta di orsi, magari un ibrido tra un orso polare e un altro orso, da cui ha avuto origine la leggenda dello Yeti. Lan e il suo team sono stati in grado di trovare un campione simile a quello esaminato per lo studio precedente e sono giunti a una spiegazione molto più semplice: “Dimostriamo in modo inequivocabile che tale campione appartiene a un orso facente parte dell’attuale specie dell’orso bruno himalaiano”.
Lan e i suoi colleghi sono stati anche in grado di stabilire che tutti gli altri campioni di Yeti da loro raccolti per l’analisi provenivano da specie di orsi originari dell’altopiano tibetano e delle montagne dell’Himalaya, ad eccezione di un campione raccolto da un reperto imbalsamato di un museo che è risultato appartenente a un cane. “Tale studio rappresenta finora l’analisi più rigorosa di campioni che sembrano appartenere a creature insolite o leggendarie simili a “ominidi” e sostiene fermamente l’ipotesi secondo cui la leggenda dello Yeti trarrebbe basi biologiche dagli orsi neri e bruni locali”, affermano.
Con tale analisi, i ricercatori hanno aiutato a far luce sulla storia evolutiva degli orsi bruni himalaiani e tibetani nonché dell’orso tibetano. Affermano che i loro risultati sostengono una precedente scoperta secondo la quale gli orsi bruni himalaiani, insieme agli orsi del Gobi e agli orsi di Deosai, formano una “linea evolutiva imparentata” a tutti gli altri clade esistenti di orso bruno. Fanno notare che “tale risultato sostiene fermamente l’idea secondo la quale gli orsi bruni himalaiani apparterrebbero una specie relitta che, fin dall’inizio, si è differenziata dalle altre specie di orso bruno”.
Inoltre, i risultati ottenuti “sostengono fermamente” l’idea che gli orsi bruni tibetani sono i discendenti degli antichi orsi bruni eurasiatici che migrarono verso l’altopiano tibetano e che da allora tali orsi sono rimasti geograficamente isolati rispetto agli altri esemplari della loro specie originaria.
Al contempo, scrivono, l’orso tibetano fa parte di una linea evolutiva imparentata a tutti gli altri orsi neri asiatici: “Nonostante la campionatura sia limitata, tale risultato indica che l’orso tibetano ha origine da una linea evolutiva antica e che è stato isolato a lungo sulle montagne dell’Himalaya, scenario simile alla separazione della linea evolutiva dell’orso tibetano”.
La coautrice dello studio, Charlotte Lindqvist, scienziata presso l’università di Buffalo e attualmente visiting professor associato presso la Nanyang Technological University di Singapore, ha affermato alla CNN che, sebbene ciò possa non essere l’esito sperato dai fan dello Yeti, lo studio ha comunque portato ad alcuni risultati interessanti.
“Non abbiamo iniziato a lavorare con lo scopo di sfatare il mito. Eravamo pronti ai possibili esiti e abbiamo scoperto qualcosa”, ha affermato Lindqvist. “Non sono un’esperta della leggenda dello Yeti, non sono un’antropologa ma, in veste di persona che lavora con la genetica, ho pensato che questo sia il tipo di lavoro da cui può nascere una storia interessante”.
CITAZIONI
- Lan, T., Gill, S., Bellemain, E., Bischof, R., Nawaz, M.A., & Lindqvist, C. (2017). Evolutionary history of enigmatic bears in the Tibetan Plateau-Himalaya Region and the identity of the Yeti. Proc. R. Soc. B 20171804. doi:10.1098/rspb.2017.1804
- Sykes, B. C., Mullis, R. A., Hagenmuller, C., Melton, T. W., & Sartori, M. (2014, August). Genetic analysis of hair samples attributed to yeti, bigfoot and other anomalous primates. In Proc. R. Soc. B (Vol. 281, No. 1789, p. 20140161). doi:10.1098/rspb.2014.0161
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