- Secondo l’ultima scoperta dei ricercatori, i coralli cooperano per catturare le meduse.
- Il team ha osservato la madrepora arancione brillante, l’Astroides calycularis, che vive nelle pareti e grotte marine del Mediterraneo, catturare la medusa luminosa intrappolata dalle correnti oceaniche.
- L’attacco predatorio combinato avviene in soli pochi minuti: un primo gruppo di polipi corallini afferra la medusa dal suo ombrello mentre un secondo gruppo inizia a divorarne i tentacoli.
Sebbene priva della coordinazione predatoria mostrata dai leoni e dai lupi, una specie di coralli ha dimostrato che anche essa è capace di organizzare una cattura di tipo collaborativo.
Un team di ricercatori ha recentemente riportato nella rivista Ecology che la specie corallina denominata Astroides calycularis è in grado di catturare la medusa luminosa (Pelagia noctiluca).
“Nonostante entrambe le specie fossero conosciute da anni, non immaginavamo che il corallo potesse catturare e divorare queste meduse”, ha dichiarato in un comunicato Fabio Badalamenti, ecologista marino del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma e coautore dello studio.
È la prima volta che i ricercatori hanno documentato questo tipo di comportamento “collettivo”, secondo quanto riportato da Badalamenti e colleghi.
L’Astroides calycularis, talvolta chiamata madrepora arancione per via del suo colore brillante, vive soltanto nel mar Mediterraneo occidentale, dove si trova attaccata in fitte colonie alle pareti verticali e ai lati delle caverne sotterranee. Molto spesso, il polipo, protrudendo dalla superficie rocciosa su cui il corallo si è attaccato, misura dai 4 ai 5 millimetri sebbene possa raggiungere dimensione doppie, secondo quanto scrivono gli autori.
Tra il 2010 e il 2017, in diverse aree del Mediterraneo, il team ha notato che le correnti talvolta intrappolano un tipo comune di medusa chiamato medusa luminosa contro le pareti o nel tetto sovrastante delle grotte marine ricoperte dal corallo A. calycularis.
Osservando da vicino, i ricercatori hanno scoperto che inizialmente alcuni coralli si agganciano all’ombrello bulboso della medusa. Dopo di che, altri coralli procedono individualmente a immobilizzarne e divorarne i tentacoli. I ricercatori aggiungono che tale attacco dura complessivamente da uno a cinque minuti.
L’operazione però non sempre sfocia in un successo per il corallo. Le meduse infatti riescono talvolta a scappare, anche se i loro esemplari morti trovati dal team sul fondo marino così come i loro ombrelli perforati, sono prova del fatto che i loro tentativi di sopravvivere fuggendo dal corallo affamato possano rivelarsi vani.
Secondo le stime dei ricercatori, l’attività predatoria dei coralli non è comunque di proporzioni tali da decimarne la popolazione. Ciò detto, la cattura di tali prede costituisce senz’altro un’importante fonte di sostentamento per i coralli arancioni, dal momento che la maggior parte del loro nutrimento deriva dall’assorbimento di minuscoli organismi di plancton marino.
I risultati di questo studio segnalano che vi è ancora tanto da imparare sulla interazione tra specie anche ben conosciute.
“Si tratta di una scoperta davvero affascinante”, commenta in un comunicato Murray Roberts, un biologo marino della Università di Edimburgo in Scozia nonché coautore dello studio. E aggiunge: “secondo la sapienza popolare, i coralli non si cibano di meduse. Dunque il risultato di questo studio dimostra che dobbiamo mantenere occhi e mente aperti a nuove scoperte”.
Nella immagine della intestazione: corallo Astroides calycularis di Tato Grasso (CC BY-SA 3.0), via Wikimedia Commons.
Citazione
Musco, L., Vega Fernández, T., Caroselli, E., Roberts, J. M., & Badalamenti, F. (2018). Protocooperation among small polyps allows the coral Astroides calycularis to prey on large jellyfish. Ecology.