- Una nuova ricerca suggerisce che le temperature oceaniche più alte e lo sbiancamento dei coralli stanno innescando anche rapidi cambiamenti comportamentali nei pesci della barriera corallina.
- Nell’arco di due anni, un team internazionale di ricercatori ha trascorso più di 600 ore sott'acqua ad osservare il pesce farfalla, una specie considerata come un indicatore chiave della salute della barriera corallina, sia prima che dopo un evento globale di sbiancamento dei coralli avvenuto nel 2016.
- I ricercatori hanno rilevato nel pesce farfalla una diminuzione di una media di due terzi del comportamento aggressivo, con i più grandi cambiamenti comportamentali osservati sulle barriere coralline dove lo sbiancamento aveva eliminato la maggior parte del corallo.
Una nuova ricerca suggerisce che lo sbiancamento dei coralli innesca rapidi cambiamenti comportamentali nei pesci della barriera corallina.
Le temperature oceaniche più alte causate dal riscaldamento globale sono la causa principale degli eventi di sbiancamento di massa che hanno colpito molti dei sistemi di barriera corallina della Terra negli ultimi anni. La ricerca ha dimostrato che alcune barriere ha dimostrato che alcune barriere in seguito a ripetuti turbamenti, e ora ci sono prove che le barriere coralline non sono l’unica parte degli ecosistemi della barriera che sono soggetti a più effetti a lungo termine a causa dello sbiancamento dei coralli.
Nel corso di due anni, un team internazionale di ricercatori, guidati dalla dottoressa Sally Keith della Lancaster University nel Regno Unito, ha trascorso più di 600 ore sott’acqua ad osservare il pesce farfalla, una specie considerata un indicatore chiave della salute della barriera corallina. In uno studio pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Nature Climate Change in cui hanno esposto le loro scoperte, Keith e il suo team scrivono che mentre gli eventi di sbiancamento dei coralli di massa sono noti per causare una diminuzione della popolazione nei pesci di barriera, i loro impatti sul comportamento sono meno compresi.
Il team di ricerca ha applicato i principi della teoria del comportamento e dell’ecologia della comunità alle osservazioni riguardanti 5.259 incontri tra individui di 38 specie diverse di Chaetodon (pesce farfalla) su 17 barriere coralline lungo la regione centrale indopacifica, tra Indonesia, Giappone, Filippine e Isola di Natale. Queste osservazioni sono state registrate sia prima che dopo l’evento globale di sbiancamento dei coralli che nel 2016 ha colpito le barriere coralline nella regione, e i ricercatori affermano che esse dimostrano che la mortalità di massa dei coralli provocata dallo sbiancamento può causare cambiamenti significativi nel comportamento dei pesci.
“Abbiamo osservato che nel pesce farfalla il comportamento aggressivo era diminuito di una media di due terzi, con le diminuzioni più rilevanti osservate nelle barriere coralline dove lo sbiancamento aveva eliminato la maggior parte del corallo”, ha detto la dottoressa Keith in una dichiarazione. “Pensiamo che questo sia avvenuto perché il corallo più nutriente era anche il più suscettibile allo sbiancamento, quindi il pesce è passato da una dieta a tutto tondo all’equivalente di mangiare solo foglie di lattuga – sufficiente giusto per sopravvivere piuttosto che per crescere”.
I ricercatori hanno scoperto che gli incontri tra coppie di pesci farfalla erano più propensi ad essere aggressivi quando entrambi i pesci erano “specialisti” dell’alimentazione corallina su scogliere con copertura corallina alta. Hanno anche scoperto che, dopo un evento di sbiancamento, la quantità di corallo Acropora nella dieta del pesce farfalla diminuiva significativamente, con il pesce che registrava l’85 percento in meno di morsi al corallo, e non compensava quella perdita con tassi di morso più alti.
“L’aggressività ridotta osservata a bassi livelli di risorse a causa del deficit nutrizionale segue le previsioni della teoria economica del comportamento aggressivo”, scrivono Keith e i suoi coautori nello studio. “I nostri risultati rivelano cambiamenti sincroni nel comportamento in risposta alla mortalità dei coralli. Tali cambiamenti potrebbero potenzialmente distruggere i territori, portando a una riorganizzazione delle comunità ecologiche”.
Questi cambiamenti comportamentali potrebbero causare altri, più ovvi, cambiamenti, hanno aggiunto i ricercatori, tra cui una diminuzione di individui e specie di pesci sulle barriere coralline. E il team ha suggerito che le loro scoperte potrebbero aiutare a spiegare i meccanismi che guidano il declino della popolazione in ecosistemi altrettanto sconvolti in altre parti del mondo.
Il coautore dello studio Nathan Sanders, un ecologista dell’Università del Vermont, negli Stati Uniti, ha affermato che le scoperte del team potrebbero avere implicazioni sul modo in cui monitoriamo la salute degli ecosistemi delle barriere coralline: “Tutto questo è importante perché i pesci farfalla sono spesso visti come ‘ i canarini della barriera corallina “a causa della loro forte dipendenza dai coralli, sono spesso i primi a soffrire dopo un evento di disturbo”.
Il monitoraggio del comportamento del pesce farfalla potrebbe quindi fornire agli scienziati un sistema di allerta precoce, aiutando a prevedere futuri impatti più grandi, secondo la coautrice dello studio, la Dott.ssa Erika Woolsey della Stanford University negli Stati Uniti.
“Il nostro lavoro evidenzia che gli animali possono adattarsi a eventi catastrofici a breve termine attraverso un comportamento flessibile, ma questi cambiamenti potrebbero non essere sostenibili a lungo termine”, ha spiegato il co-autore Andrew Baird del ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies presso la James Cook University in Australia.
CITAZIONI
• Keith, S.A., Baird, A.H., Hobbs, J-P.A., Woolsey, E.S., Hoey, A.S., Fadli, N., & Sanders, N.J. (2018). Synchronous behavioural shifts in reef fishes linked to mass coral bleaching. Nature Climate Change. doi:10.1038/s41558-018-0314-7
• Ortiz, J. C., Wolff, N. H., Anthony, K. R., Devlin, M., Lewis, S., & Mumby, P. J. (2018). Impaired recovery of the Great Barrier Reef under cumulative stress. Science Advances, 4(7), eaar6127. doi:10.1126/sciadv.aar6127