- Una recente ricerca ha constatato come il video virale di un lemure dalla coda ad anelli, pubblicato nel 2016, abbia innescato un sentimento comune: centinaia di persone hanno twittato di "voler possedere un lemure come animale domestico."
- I ricercatori non hanno trovato alcuna prova, su Twitter, dell'acquisto o della vendita di lemuri. Sostengono però, che video virali come questo possono accrescere il desiderio di possedere animali selvatici come animali domestici.
- Inoltre, si è registrato un notevole aumento della ricerca dei termini "lemure domestico", su Google e YouTube, nelle settimane immediatamente successive alla viralizzazione del video, rispetto ad altre settimane tra il 2013 e il 2018.
Nell’aprile del 2016, il video di un lemure dalla coda ad anelli, in Madagascar, è diventato virale. Due ragazzi accovacciati accanto ad un lemure, che gli accarezzano di tanto in tanto la schiena. Appena smettevano di accarezzarlo, il lemure allungava la zampa destra e si dava una pacca sulla schiena, come per chiedere di essere accarezzato ancora. La settimana seguente alla pubblicazione su Facebook, il video è stato visto circa 20 milioni di volte, trasformando in un baleno il lemure dalla coda ad anelli (Lemur catta) in una celebrità. Il video è stato inoltre ampiamente condiviso anche su altri social media.
Un gruppo di ricercatori ha monitorato su Twitter le reazioni suscitate dal video, rendendosi conto di come abbia innescato un impulso collettivo: centinaia di persone hanno twittato di “voler possedere un lemure domestico”.
Non sappiamo se le persone abbiano effettivamente cercato di ottenere un lemure domestico dopo aver visto il video – i ricercatori non hanno trovato alcuna prova dell’acquisto o della vendita di lemuri su Twitter. Tuttavia, video virali come questo possono accrescere la smania di possedere animali selvatici come animali domestici. I ricercatori, dopo un’ulteriore indagine, pubblicata su PLOS One hanno dichiarato che tutto ciò può finire per incoraggiare il traffico illegale di una specie animale che è già di per sé a rischio di estinzione.”
Non sappiamo se qualcuno tra coloro che hanno twittato di desiderare un lemure come animale domestico, dopo aver visto il video, ne abbia effettivamente acquistato uno”, secondo quanto afferma in una dichiarazione l’autrice principale, Tara Clarke, che al tempo dell’indagine, era ricercatrice esterna di antropologia evolutiva presso la Duke University. “Video virali di questo genere, come anche le immagini postate sui social media, che propongono scenari decontestualizzati, possono dar luogo a percezioni distorte della realtà e implicare, indirettamente, delle conseguenze negative su queste specie di animali.”
Clarke e i suoi colleghi hanno analizzato circa 14.000 tweet che menzionavano i lemuri, sia domestici che in cattività, pubblicati in un periodo di 18 settimane, compreso tra gennaio e maggio 2016, cioè prima e dopo la pubblicazione del video. L’indagine ha rilevato che il numero di tweet in cui veniva dichiarato il desiderio di qualcuno di voler avere un lemure domestico era piuttosto esiguo nella maggior parte delle settimane esaminate, tranne che nelle due settimane che coincidevano con l’apparizione online del video virale. I ricercatori hanno inoltre esaminato i dati di Google Trends e hanno constatato che le ricerche per la frase “lemure domestico” su Google e YouTube erano aumentate nelle settimane immediatamente successive alla viralizzazione del video, rispetto ad altre settimane tra il 2013 e il 2018.
I video virali che hanno per oggetto animali selvatici possono portare alla conoscenza di specie di cui le persone non avrebbero probabilmente mai avuto notizia in vita loro. I ricercatori sostengono che questi video, presentati al di fuori del loro contesto adeguato e privi di informazioni sulle condizioni di cattività degli animali, possono essere fuorvianti, spingendo le persone a credere che animali in via di estinzione
possano essere buoni animali domestici. Ad esempio, una serie di video virali aventi come protagonisti dei piccoli lori lenti pigmei (Nycticebus pygmaeus) che venivano solleticati o nutriti con del riso dolce, aveva
incrementato il commercio illegale di questi animali.
Anche il lemure dalla coda ad anelli è minacciato dal traffico illegale di animali. Inclusi nella Lista Rossa dell’IUCN, allo stato attuale potrebbero esserci meno di 2.500 esemplari di lemuri dalla coda ad anelli in cattività, (sebbene alcuni ricercatori affermino che questa cifra sia una grave sottostima della popolazione di lemuri). Comunque, mentre la distruzione dell’habitat ha largamente contribuito al declino delle specie in tutto il Madagascar, migliaia di lemuri sono stati anche strappati in modo illegale dal loro stato selvatico per essere esposti come attrazioni in ristoranti e alberghi. I ricercatori sostengono che i selfie pubblicati con i lemuri su Facebook stanno diventando particolarmente popolari in Madagascar, da quando è migliorata la connessione ad internet.
“Per molte persone in Madagascar, farsi dei selfie con i lemuri può essere indicativo dello status sociale”, secondo quanto ha affermato la coautrice Kim Reuter, esperta di lemuri e amministratore delegato della Franklin Scholars, un’impresa sociale che organizza corsi di formazione tra pari nelle scuole britanniche.
Reuter sostiene che “Sebbene il nostro studio si sia limitato agli utenti di Twitter di lingua inglese, sappiamo perfettamente con quanta rapidità e con quanta forza i social media possono facilitare la diffusione di informazioni in paesi in via di sviluppo come il Madagascar.” “Quando alcuni di questi contenuti diventano virali, potrebbero benissimo portare a conseguenze sia dirette che indirette sulle popolazioni dei lemuri selvatici”.
Immagine banner di lemure dalla coda ad anelli di Rhett A. Butler / Mongabay.
Citazione:
Clarke, T. A., Reuter, K. E., LaFleur, M., & Schaefer, M. S. (2019). A viral video and pet lemurs on Twitter. PLOS One, 14(1), e0208577.