- Il mese scorso il Government Pension Fund Global norvegese (il maggiore fondo sovrano del mondo) ha reso note le partecipazioni nel 2018.
- È stato disinvestito capitale da trenta imprese sulla base del fatto che “impongono costi significativi ad altre imprese e alla società nel suo complesso, per cui non sono sostenibili sul lungo termine”. Sembra che tali “disinvestimenti dovuti ai rischi” riguardino quattro imprese che gestiscono piantagioni: Olam International, Halcyon Agri Corp, Sime Darby Plantation e Sipef.
- Tali imprese operano nel settore della produzione di colture per le materie prime agricole nelle regioni tropicali del Sud-Est asiatico, dell’Africa occidentale e dell’Oceania e sono state criticate per pratiche distruttive nell’utilizzo dei terreni quale la deforestazione.
Il mese scorso, la Norvegia ha reso note le partecipazioni negli investimenti del 2018 del suo imponente fondo pensione governativo. Nel documento spiccava in particolare l’assenza di quattro imprese che gestiscono piantagioni e che erano invece precedentemente citate nel portafoglio: Olam International, Halcyon Agri Corp, Sime Darby Plantation e Sipef.
Olam International e Halcyon Agri Corp sono entrambe società del settore agroindustriale con sede a Singapore. L’attività di Olam è legata alla deforestazione effettuata per fare posto alle piantagioni di palme da olio in Gabon nonché di piante di cacao in Ghana e in Costa d’Avorio mentre Sudcam , società affiliata di Halcyon Agri sta radendo al suolo la foresta pluviale per fare posto a un’ampia piantagione di alberi della gomma nei pressi di un sito Unesco in Camerun. La società belga Sipef gestisce piantagioni di palme da olio, alberi della gomma, banani e piante del tè in Indonesia e Papua Nuova Guinea mentre Sime Darby Plantation produce olio di palma in diversi paesi del Sud-Est asiatico, dell’Africa occidentale e dell’Oceania.
Con circa 1.000 miliardi di dollari di attivi, il fondo pensionistico norvegese Government Pension Fund Global (GPFG) è il più grande fondo sovrano del mondo. La Norvegia ha creato il fondo nel 1990 per investire gli utili in eccedenza generati dal suo settore petrolifero ed effettua tali investimenti in centinaia di imprese di tutto il mondo.
Tuttavia, non investe in imprese qualsiasi: vanno rispettate determinate linee guida di carattere etico. L’estrazione di carbone, la violazione dei diritti umani, la produzione di armi nucleari e i “gravi danni ambientali” sono alcuni dei criteri che impediscono al fondo di investire in un’impresa.
“Il ministero delle Finanze [norvegese] ha creato linee guida basate su principi etici per l’osservazione e l’esclusione delle imprese dal fondo”, ha affermato Marthe Skaar della Norges Bank Investment Management, che gestisce il fondo. “Le linee guida contengono criteri di esclusione basati sui prodotti delle imprese o sulla loro condotta”.
“Inoltre, il fondo stesso può disinvestire capitale da imprese che impongono costi rilevanti ad altre imprese e alla società nel suo complesso, per cui non sono sostenibili sul lungo termine”.
Sebbene i nomi di Olam, Sime Darby Plantation, Halcyon Agri e Sipef non siano citati nella relazione del 2018 sugli investimenti responsabili (2018 Responsible Investment) del GPFG (“non comunichiamo i nomi delle imprese oggetto di disinvestimenti dovuti ai rischi”, ha dichiarato Skaar a Mongabay), in tale relazione viene dichiarato che è stato disinvestito capitale da 30 imprese a seguito delle “valutazioni della governance e dei rischi in materia di sostenibilità”. Queste quattro imprese non sono più nemmeno citate nella relazione sulle partecipazioni del 2018 mentre lo erano nel 2017.
Mongabay ha contattato Halcyon Agri, Sime Darby Plantation, Sipef e Olam International ma non ha ricevuto risposta da queste ultime tre imprese prima della pubblicazione del presente articolo. Un rappresentante di Halcyon Agri ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Il 6 marzo, Sipef ha pubblicato una lettera diretta a Norges Bank Investment Management in cui dichiarava di disapprovare il disinvestimento.
“Deploriamo profondamente tale decisione e la mancanza di consultazione nel prenderla” (cfr. qui la lettera completa di Sipef).
Le organizzazioni ambientaliste come Rainforest Foundation Norway si stanno preparando ad agire.
“Il disinvestimento annunciato [questa settimana] dovrebbe essere visto come un monito per quegli investitori e imprese che favoriscono ancora la deforestazione” ha affermato Vemund Olsen, consulente principale presso Rainforest Foundation Norway. “Il loro modello di business è antiquato”.
Nel complesso, il GPFG ha disinvestito capitale da oltre 60 imprese da quando, nel 2012, la deforestazione è divenuta un criterio etico. Tra tali imprese, 33 contribuivano alla produzione di olio di palma.
“È bello constatare che il GPFG sta prendendo provvedimenti contro la deforestazione”, ha detto Olsen in una dichiarazione. “È sempre più palese il fatto che le imprese che contribuiscono alla deforestazione, in modo diretto o con le loro catene logistiche, costituiscono un elemento passivo rilevante per gli investitori”.
Nota dell’editore (7 marzo 2019): in una precedente versione del presente articolo veniva indicato che Sipef opera nelle Isole Salomon. L’articolo è stato aggiornato per eliminare tale errore nonché per riportare una dichiarazione di Sipef rilasciata dopo la pubblicazione dell’articolo.
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Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/03/norway-divests-from-plantation-companies-linked-to-deforestation/