- Gli scienziati si sono a lungo domandati come mai i manti delle zebre siano a strisce e uno studio del 2014 potrebbe aver trovato finalmente una risposta: gli insetti pungitori come le glossine (mosche tsè-tsè) e i tabanidi (tafani) sembrano essere il “fattore evolutivo chiave” delle strisce delle zebre.
- L’aver trovato la risposta al perché le zebre abbiano le strisce fa sorgere, però, un’altra domanda: in che modo le strisce aiutano le zebre a tenere lontani gli insetti?
- Tim Caro, professore di biologia della fauna selvatica all’Università della California di Davis, negli Stati Uniti, e Martin How, ricercatore all’Università di Bristol, in Gran Bretagna, hanno condotto un nuovo studio per esaminare come le strisce riescano a tenere lontani gli insetti pungitori quando tentano di posarsi sulle zebre.
Gli scienziati si sono a lungo domandati come mai le zebre i manti delle zebre siano a strisce: studiosi come Alfred Russel Wallace e Charles Darwin sono noti per aver discusso l’argomento ben più di un secolo fa. Alcune teorie sostengono che le strisce delle zebre abbiano una funzione mimetica o servano in qualche modo a evitare attacchi da parte dei predatori, oppure che svolgano una funzione di regolazione termica o, addirittura, che abbiano una funzione sociale.
Uno studio del 2014 potrebbe aver finalmente trovato una risposta, giungendo alla conclusione che insetti pungitori come le glossine (mosche tsè-tsè) e i tabanidi (tafani) sembrano essere il “fattore evolutivo chiave” delle strisce delle zebre. Tim Caro, professore di biologia della fauna selvatica all’Università della California di Davis, negli Stati Uniti, ha guidato un gruppo di ricercatori che ha mappato la distribuzione geografica di sette specie diverse di zebre, cavalli e asini con strisce di varie intensità su diverse parti del corpo. Successivamente, i ricercatori hanno osservato dove la distribuzione di questi animali si sovrapponeva a un numero di diverse variabili ambientali, come aree boschive in cui le strisce potessero mimetizzare gli animali, la distribuzione dei grossi predatori, le temperature e le distribuzioni geografiche di glossine e tabanidi.
Queste ricerche hanno consentito agli studiosi di escludere tutte le teorie sulle origini delle strisce delle zebre con un’unica eccezione: le strisce aiutano gli animali a tenere lontani gli insetti che succhiano loro il sangue. “I risultati mi hanno sorpreso,” ha dichiarato Caro in occasione della pubblicazione dello studio. “Abbiamo riscontrato una maggiore presenza di striature su alcune parti del corpo in quelle aree del pianeta in cui il disturbo da parte di insetti pungitori risultava più intenso.”
L’aver trovato una risposta al perché le zebre abbiano le strisce porta fa sorgere un’altra domanda: in che modo, esattamente, le strisce aiutano le zebre a tenere lontani gli insetti pungitori? Caro e Martin How dell’Università di Bristol, nel Regno Unito, hanno condotto un nuovo studio per capire come le strisce possano allontanare gli insetti quando tentano di posarsi sul manto delle zebre. I risultati di questo studio sono riportati nei dettagli in un articolo pubblicato sulla rivista PLOS ONE a febbraio.
Caro, How e il loro team hanno condotto una serie di esperimenti con lo scopo di osservare i comportamenti dei tafani che infastidivano zebre in cattività e cavalli domestici in una stalla nel Somerset settentrionale, in Inghilterra: non hanno riscontrato alcuna differenza nel numero di insetti che circondavano o che toccavano le zebre o cavalli dal colore uniforme; hanno però scoperto che gli insetti riuscivano a posarsi sulle zebre con minore frequenza.
Per escludere che, a differenza dei cavalli, le zebre utilizzino un meccanismo per allontanare gli insetti basato su odori o movimenti diversi, i ricercatori hanno messo un mantello a strisce su alcuni cavalli e hanno osservato i risultati: le mosche si posavano meno spesso sul mantello a strisce ma con la stessa frequenza sulle teste dei cavalli, non coperte dal mantello. “In conclusione, il mantello zebrato ha apportato dei benefici al cavallo, ad eccezione della testa scoperta che ha subìto il disturbo di tafani che vi si posavano sopra con la frequenza precedente,” hanno scritto i ricercatori nello studio.
“I tafani sorvolano o sbattono contro le strisce delle zebre, ma ciò non accade con i cavalli,” ha poi dichiarato Caro. “Di conseguenza, gli insetti si posano con una minore frequenza sulle zebre che sui cavalli.”
Dall’analisi dei video degli insetti attorno alle zebre e ai cavalli coinvolti nell’esperimento, è emerso che le mosche decelerano prima di posarsi sui cavalli, mentre si avvicinano alle zebre a maggior velocità e non riescono a rallentare quando stanno per avvicinarsi agli animali, arrivando solo a scontrarsi con essi per poi volare via.
“Questa minore capacità di posarsi sul manto delle zebre può essere dovuta al fatto che le strisce disturbano il sistema visivo dei tafani negli ultimi momenti in cui si avvicinano,” sostiene How. “Le strisce potrebbero in qualche modo abbagliare i tafani quando, a distanza ravvicinata, i loro occhi a bassa risoluzione riescono a vederle.”
Inoltre, secondo i ricercatori, le zebre compiono uno sforzo molto maggior per tenere lontani gli insetti agitando continuamente la coda o correndo via quando sono infastidite. Al contrario, i cavalli, per la maggior parte, contraggono i muscoli e, solo di rado, agitano la coda per allontanare gli insetti. Ciò significa che gli insetti che riescono a posarsi sulle zebre hanno maggiori probabilità di essere scacciati via prima di riuscire a pungere l’animale rispetto a quando si posano su un cavallo.
Tutte queste scoperte suggeriscono che le strisce non tengono lontani gli insetti dalle zebre, ma piuttosto non consentono loro di posarsi sul loro manto, a supporto della teoria secondo cui le strisce delle zebre sono una strategia evolutiva per ridurre le punture degli insetti pungitori.
“Per effetto delle striature, solo uno scarso numero di tafani riesce a posarsi sul manto delle zebre mentre, grazie al loro comportamento mutevole, pochi di loro riescano sostare a lungo o a pungerle per assaggiarne il sangue,” scrivono i ricercatori.
Gli autori evidenziano la possibilità che “queste strategie anti-parassiti morfologiche e comportamentali” aiutino le zebre a difendersi dalle malattie. In Africa, dove le zebre vivono, i tafani sono portatori di malattie letali per le zebre, come la tripanosomiasi, l’anemia infettiva equina, la peste equina africana e l’influenza equina. Le zebre sono particolarmente soggette a contrarre infezioni poiché il loro manto sottile consente agli insetti pungitori di penetrare la pelle con il lor apparato boccale.
CITAZIONI
• Caro, T., Izzo, A., Reiner Jr, R. C., Walker, H., & Stankowich, T. (2014). The function of zebra stripes. Nature communications, 5, 3535. doi:10.1038/ncomms4535
• Caro, T., Argueta, Y., Briolat, E. S., Bruggink, J., Kasprowsky, M., Lake, J., … & How, M. (2019). Benefits of zebra stripes: Behaviour of tabanid flies around zebras and horses. PLOS ONE, 14(2), e0210831. doi:10.1371/journal.pone.0210831
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/02/we-know-why-zebras-got-their-stripes-but-how-do-they-work/