- In un articolo di commento pubblicato su Nature nel mese di maggio 2019, gli scienziati sostengono che "un futuro energetico in cui sia le persone che i fiumi prosperano" è possibile con una pianificazione migliore.
- I progetti di sviluppo dell'energia idroelettrica attualmente in corso minacciano gli ultimi fiumi incontaminati presenti nel mondo e rappresentano una minaccia grave per le popolazioni locali e per le specie per le quali il fiume è il loro habitat. Da un recente studio è emerso che solo un terzo dei 242 fiumi più estesi al mondo è incontaminato.
- I vantaggi di una migliore pianificazione per soddisfare la crescente domanda energetica potrebbero essere enormi. Secondo un report pubblicato dal WWF e dall'organizzazione The Nature Conservancy in vista del World Hydropower Congress (Congresso mondiale sull'energia idroelettrica) tenutosi a Parigi nel mese di maggio 2019, accelerare lo sviluppo dell'energia rinnovabile non idroelettrica potrebbe evitare la frammentazione di quasi 165.000 km di canali fluviali.
In un articolo di commento pubblicato su Nature nel mese di maggio 2019, gli scienziati sostengono che “un futuro energetico in cui sia le persone che i fiumi prosperano” è possibile con una pianificazione migliore.
Per decenni, le dighe idroelettriche sono state la soluzione ideale per fornire elettricità ai Paesi in via di sviluppo. Nel mondo sono presenti più di 60.000 grandi dighe e dato che la domanda di energia pulita in Africa, Sud America e Sud-est asiatico continua ad aumentare, attualmente altre cento sono in fase di progettazione.
Le dighe idroelettriche hanno i loro vantaggi, come la fornitura costante di elettricità del carico di base che può essere regolata rapidamente per soddisfare la domanda fluttuante e zero rifiuti pericolosi o sottoprodotti da smaltire. Secondo gli autori dell’articolo su Nature, condotto da Rafael J. P. Schmitt presso la Stanford University “l’energia idroelettrica deve essere vista come parte di una strategia più ampia per l’energia pulita, in cui i costi e i vantaggi delle diverse fonti dovrebbe essere valutati e ponderati gli uni rispetto agli altri”.
I progetti di sviluppo dell’energia idroelettrica attualmente in corso minacciano gli ultimi fiumi incontaminati presenti nel mondo e rappresentano una minaccia grave per le popolazioni locali e per le specie per le quali il fiume è il loro habitat. Il governo cambogiano, per esempio, propone di costruire la diga di Sambor a 11.000 gigawattora sul fiume Mekong, che “impedirebbe ai pesci di migrare, minacciando zone di pesca dal valore di miliardi di dollari. Quest’ultima ridurrebbe ulteriormente la fornitura dei depositi presso il delta del Mekong, dove alcune colture tra le più fertili della regione rischiano di sprofondare sotto il livello del mare entro la fine del secolo: queste le parole di Schmitt e dei suoi colleghi. “La diga non aiuterebbe a portare energia elettrica o posti di lavoro agli abitanti dei villaggi locali: buona parte della sua energia idroelettrica verrebbe esportata in direzione delle grandi città delle nazioni confinanti, lontano dai fiumi colpiti”.
Da un recente studio è emerso che solo un terzo 242 fiumi più estesi al mondo è ancora incontaminato, soprattutto nelle regioni remote del bacino amazzonico, dell’Artico e del bacino del Congo.
Tuttavia, come Schmitt e i co-autori osservanonell’articolo su Nature, l’energia idroelettrica è solo una delle tante opzioni di energia pulita attualmente disponibili e tecnologie come i pannelli solari o le turbine eoliche possono produrre quantità di elettricità simili alle grandi dighe idroelettriche, all’incirca allo stesso costo.
Secondo i ricercatori “la diffusione strategica di una vasta gamma di fonti di energia rinnovabile nei bacini fluviali potrebbe produrre energia in modo affidabile ed economico e allo stesso tempo proteggere questi importanti fiumi e le rispettive comunità locali. Le tecnologie di stoccaggio energetico di tipo solare, eolico e micro idroelettrico hanno raggiunto i grandi impianti idroelettrici in termini di prezzo ed efficacia. Centinaia di piccoli generatori inseriti in una smart grid (che risponde automaticamente alle variazioni di domanda e offerta) sono in grado di surclassare una diga di grandi dimensioni”.
Schmitt e il team sostengono che, al fine di mantenere i rimanenti fiumi incontaminati non ostruiti mentre si aumenta l’accesso all’elettricità nei Paesi in via di sviluppo, occorre attuare strategie per la distribuzione delle tecnologie di energia rinnovabile e per l’espansione dei progetti idroelettrici a tutto il bacino o a livello regionale e trovare il giusto equilibrio tra gli impatti e i vantaggi di tutti i metodi disponibili per la produzione dell’energia elettrica pulita. “Ad esempio, nei principali affluenti del basso Mekong, le dighe sono state costruite ad hoc. Quelle esistenti sfruttano solo il 50% del potenziale idroelettrico degli affluenti, eppure impediscono al 90% del loro carico di sabbia di raggiungere il delta”, riferiscono i ricercatori. “C’era una alternativa migliore: posizionare un maggior numero di piccole dighe più in alto nei fiumi, il che avrebbe potuto rilasciare il 70% della potenza intrappolando solo il 20% della sabbia”.
La selezione dei siti per gli impianti solari ed eolici deve essere strategica come per le nuove dighe. Schmitt e i coautori suggeriscono che “bisogna anche considerare l’impatto di questi progetti sul paesaggio. Gli impianti solari ed eolici potrebbero essere costruiti in appezzamenti di terra con un basso valore di conservazione, come ad esempio lungo le strade, ma potrebbero addirittura galleggiare sui serbatoi di energia idroelettrica. I pannelli solari e le piccole turbine eoliche potrebbero posizionarsi sugli edifici o in loro prossimità per minimizzare le infrastrutture e ridurre le perdite di energia nella trasmissione.
Gli scienziati suggeriscono che le organizzazioni e gli enti pubblici che gestiscono i bacini fluviali applichino una “prospettiva olistica” alla pianificazione energetica che tenga in considerazione tutte le opzioni di energia rinnovabile non idroelettrica, le misure di efficienza energetica, la gestione della domanda energetica e i rischi derivati dal cambiamento climatico globale, in quanto la diminuzione dei corsi dei fiumi un mondo più caldo e maggiormente soggetto alla siccità potrebbe compromettere seriamente la produzione delle dighe idroelettriche.
Al fine di valutare adeguatamente tutti i compromessi durante la progettazione di una strategia per le energie rinnovabili, occorre avere molte più informazioni sugli ecosistemi fluviali e sulle comunità umane che dipendono da questi ultimi. Secondo Schmitt e i coautori: “I ricercatori devono colmare i dati mancanti in tutti i bacini fluviali, dalla migrazione dei pesci al trasporto solido, fino alla legittimazione della comunità e alle conseguenze sui sistemi alimentari. I costi della perdita dei servizi ecosistemici sul ciclo vitale dei progetti energetici devono essere inclusi nelle analisi costi-benefici. Tale ricerca è economica rispetto ai costi della costruzione delle dighe e della mitigazione degli impatti ambientali”.
I vantaggi di una migliore pianificazione per soddisfare la crescente domanda energetica potrebbero essere enormi. Secondo un report pubblicato dal WWF e dall’organizzazione The Nature Conservancy in vista del World Hydropower Congress (Congresso mondiale sull’energia idroelettrica) tenutosi a Parigi nel mese di maggio 2019, accelerare lo sviluppo di energia rinnovabile non idroelettrica potrebbe evitare la frammentazione di quasi 165.000 km di canali fluviali.
“Non siamo solo in grado di immaginare un futuro in cui i sistemi elettrici siano accessibili, convenienti e capaci di dare la spinta alle economie con un mix di fonti di energia rinnovabile, ora quel futuro possiamo costruirlo”; queste le parole di Jeff Opperman, scienziato che studia gli ecosistemi d’acqua dolce per il WWF e autore principale del report, che ha inoltre aggiunto:
“Se non cogliamo rapidamente l’opportunità di accelerare la rivoluzione rinnovabile, in fiumi iconici come il Mekong, l’Irrawaddy e il Rio delle Amazzoni e in altre decine o centinaia in tutto il mondo potrebbero venire ancora costruite delle dighe inutili e ad alto impatto idroelettrico. Sarebbe una grande tragedia se la totalità dei benefici sociali e ambientali derivanti dalla rivoluzione rinnovabile fossero arrivati solo con alcuni di ritardo per salvaguardare i fiumi più importanti del mondo e tutti gli svariati vantaggi che conferiscono all’uomo e alla natura”.
CORRECTION: This article originally misstated the generating capacity of the Sambor dam. It is 2.6 gigawatts. Mongabay regrets the error.
CITAZIONI
• Grill et al. (2019). Mapping the world’s free-flowing rivers. Nature. doi:10.1038/s41586-019-1111-9
• Opperman, J., J. Hartmann, M. Lambrides, J.P. Carvallo, E. Chapin, S. Baruch-Mordo, B. Eyler, M. Goichot, J. Harou, J. Hepp, D. Kammen, J. Kiesecker, A. Newsock, R. Schmitt, M. Thieme, A. Wang, and C. Weber. (2019). Connected and flowing: a renewable future for rivers, climate and people. WWF and The Nature Conservancy, Washington, DC.
• Schmitt, R. J., Kittner, N., Kondolf, G. M., & Kammen, D. M. (2019). Deploy diverse renewables to save tropical rivers. Nature 569, 330-332. doi:10.1038/d41586-019-01498-8
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/06/no-need-to-dam-free-flowing-rivers-to-meet-worlds-climate-and-energy-targets-scientists/