- Il fungo chitridio ha devastato la popolazione delle rane a livello mondiale, ma alcune sue varianti sono particolarmente pericolose.
- I ricercatori hanno raccolto 222 campioni di cute di rane provenienti da sei continenti per mappare la distribuzione di questo ceppo.
- Uno screen genetico nuovo e mirato ha scoperto un lignaggio sconosiuto nel Sudest Asiatico e in regioni dove le coesistenti varianti possono trasformarsi in ibridi mortali.
- Il prelievo rapido di campioni cutanei potrebbe aiutare gli scienziati a capire come ha fatto il fungo a diventare mortale negli ultimi decenni, promuovendo al riguardo leggi più restrittive che limitino il trasporto internazionale delle rane.
Ovviamente, proteggere le rane dal fungo mortale chiamato chitridio non sarà impresa facile. Il fungo ha già decimato più specie di qualsiasi altra malattia. Tuttavia, uno studio recente sulla diffusione del fungo ha dimostrato che tale impresa sarà più difficile di quanto previsto dagli scienziati. Lo studio è il primo ad usare i campioni cutanei degli anfibi per identificare i maggiori ceppi del fungo. I ricercatori hanno scoperto regioni in cui i ceppi possono combinarsi dando vita ad ibridi mortali; un’altra loro scoperta è stata anche una variante precedentemente sconociuta nel Sudest Asiatico che non si è ancora diffusa a livello globale.
I risultati dello studio, pubblicati il 23 settembre nel Proceedings of the National Academy of Sciences, provano che al fine di una più completa protezione delle rane occorrerà mappare d’ora in poi queste particolari varianti del fungo. Le mutazioni del fungo lo rendono un obiettivo mobile proprio come il virus perennemente mutante dell’influenza. ‘Vi sono delle ultime tracce di comunità anfibie molto diversificate e straordinarie’, ha affermato la scienziata ambientalista Erica Bree Rosenblum della Università della California, autrice senior dello studio. E aggiunge: ‘Sarebbe bello se riuscissimo a proteggerle da questo ceppo di fungo chitridio così mortale’.
Il fungo chitridio attacca la pelle sottile e umida attraverso cui le rane assorbono l’acqua ed equilibrano i loro livelli di sodio, cloro e potassio. Una volta infettata, la rana perde la capacità di mantenere regolare il proprio battito cardiaco con conseguente morte per infarto. Il fungo, poi, deposita nell’acqua le spore che andranno ad infettare altre rane. Questo ciclo mortale è responsabile del declino di oltre 500 specie anfibiche. Negli ultimi 50 anni, secondo gli ecologisti, si sono estinte circa 90 specie tra cui la rana di torrente del Mount Glorious in Australia (Taudactylus diurnus), per l’ultima volta avvistata nel 1979.
Alcune varianti del fungo chitridio sono più mortali di altre. Tuttavia, la maggior parte dei test genetici può soltanto rivelare la presenza o meno di funghi, senza ulteriori distinzioni. Attualmente l’unico modo di indentificare il lignaggio di un fungo è di ricostruire la sequenza del suo genoma, procedimento questo dispersivo.
Il team di Rosenblum, che comprende la prima autrice Allison Byrne della Università di Berkley in California, ha elaborato un metodo meno laborioso: un test genetico che funziona con materiale qualitativamente e quantitativamente scarso di DNA. Con tale metodo, il team ha studiato 222 campioni cutanei di rane provenienti da sei continenti e 24 paesi. La collaborazione massiccia ha coinvolto 30 co-autori.
I test hanno scoperto una nuova variante in Cina, in Indonesia e nelle Filippine confermando l’ipotesi degli scienziati secondo cui l’infezione sarebbe probabilmente iniziata in Asia. I ricercatori hanno anche trovato varianti in zone non sospette. Per esempio, un lignaggio precedentemente registrato in Europa e in Africa è stato scoperto anche nelle rane dell’America Latina. ‘Questo studio, da tanto atteso, conferma alcune ipotesi indicando al contempo la linea di azione da intraprendere’, ha dichiarato il biologo dell’evoluzione Timothy James della Università del Michigan non personalmente coinvolto nel suddetto lavoro.
Molte aree hanno ospitato molteplici ceppi del fungo. In alcuni casi, le rane con diverse varianti vivevano a pochi metri di distanza l’una dall’altra. È proprio questa prossimità a preoccupare Rosenblum. I ceppi potrebbero formare ibridi più mortali in paesi quali il Brasile, dove la rana bue americana (Lithobates catesbeianus) viene tenuta sia come animale da compagnia che da allevamento. Il nuovo test genetico basato sui campioni cutanei può permettere agli ufficiali di setacciare il carico di rane prima che vengano spedite oltreoceano, secondo la proposta di Rosenblum.
Il metodo del team può altresì aiutare gli scienziati a ricostruire le prime tappe che hanno portato il fungo chitridio a trasformarsi in ceppo mortale. Campioni di museo hanno dimostrato che il fungo esisteva già nelle rane raccolte agli inizi del 1900. Tuttavia, il massiccio declino è iniziato negli anni ‘70. Gli archivi del museo, esaminati con il nuovo test, potrebbero identificare cosa è cambiato: dalle leggere modifiche genetiche del fungo all’aumento del commercio internazionale degli anfibi e ai viaggi intorno al mondo.
‘Gli effetti della globalizzazione sulla diffusione mondiale delle malattie sono altresì palpabili’, ha affermato Rosenblum. ‘Se la diffusione mondiale delle malattie è motivo di preoccupazione per quanto riguarda la nostra specie, altrettanto dovrebbe esserlo per quanto riguarda le altre specie’.
Citazioni
Byrne, A. Q., et al. (2019). Cryptic diversity of a widespread global pathogen reveals expanded threats to amphibian conservation. Proceedings of the National Academy of Sciences, 116(41), 20382-20387. https://doi.org/10.1073/pnas.1908289116
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/11/rapid-genetic-test-traces-spread-of-fungus-that-kills-frogs-reveals-new-strain-in-southeast-asia/