- Il panda rosso, anche noto con il nome di panda minore, è cacciato e commercializzato illegalmente in Nepal, la sua terra d’origine, ma secondo i ricercatori non ci sono prove dell’esistenza di una domanda di mercato che possa spiegare questa continua e inarrestabile caccia all’animale.
- In un nuovo articolo, i ricercatori avanzano l’ipotesi che questa continua caccia possa essere paradossalmente alimentata da coloro che si occupano di investigare sulle pratiche di bracconaggio e che si fingono compratori.
- “Informare le persone del prezzo di mercato delle parti del corpo dei panda rossi potrebbe averle attratte verso la possibilità di fare soldi in modo facile, che a sua volta è alimentata dalle condizioni di povertà e di disoccupazione della popolazione locale”, spiega l'articolo.
- Secondo un altro rapporto sul commercio dei panda rossi, la conservazione delle specie in pericolo di estinzione è indissolubilmente legata alle condizioni di vita delle popolazioni locali.
I casi di caccia e di commercio illegale del panda rosso (Ailurus fulgens) sono in aumento in Nepal. Ma con poche prove dell’esistenza di una reale domanda per le pellicce e le parti del corpo di questi animali, i ricercatori hanno iniziato a chiedersi quale possa essere il motivo di questo incremento.
Un team di quasi 40 ricercatori universitari dell’Università del Queensland in Australia ha viaggiato nelle zone abitata dal panda rosso in Nepal, e ha condotto indagini con la popolazione locale per comprendere come venga utilizzato il panda rosso e come la gente percepisca l’animale.
I risultati della loro ricerca, recentemente pubblicati sulla rivista Human Dimensions of Wildlife, indicano che la consapevolezza delle persone riguardo la situazione critica del panda rosso è bassa, e che le forze principali che alimentano il bracconaggio e il commercio illegale di questa specie rimangono un mistero.
L’autore principale dello studio, Damber Bista, ha dichiarato a Mongabay: “Non è stato registrato l’utilizzo del panda rosso o delle sue parti del corpo per dei motivi particolari, e non c’è un mercato per i prodotti derivati dal panda rosso in Nepal”. “Questi dati non evidenziano l’esistenza di un mercato, ma la caccia per ottenere la pelliccia di questo animale non si ferma, e questa è la cosa che mi sorprende di più”.
L’esistenza del panda rosso è a rischio a causa della perdita di habitat, del bracconaggio e della cattura illegale, e della possibilità di rimanere accidentalmente intrappolato in trappole destinate alla cattura di altri animali. Negli ultimi due decenni, la popolazione di panda rossi è diminuita quasi del 50%, e la specie ora figura nella Lista Rossa dell’IUCN come “in pericolo d’estinzione” e nell’Appendice I della convenzione CITES, che ne proibisce il commercio.
Si stima che meno di 15.000 esemplari rimangano in libertà nelle zone dell’India, del Nepal, del Bhutan e della Cina. Il panda rosso è uno dei cinque mammiferi più cacciati illegalmente in Nepal.
Secondo i rapporti pubblicati e ancora non pubblicati che sono stati analizzati per questo studio, sono state confiscate 121 pellicce di panda rosso in Nepal tra il 2008 e il 2018, con un aumento stabile complessivo che ha raggiunto le 27 unità nel 2017. La maggioranza delle confische ha avuto luogo nella Valle di Katmandu.
Di quelle 121 pellicce, nessuna era destinata all’esportazione in altri paesi, e nella maggioranza dei casi sono stati trovati solo i bracconieri, e non altri eventuali soggetti della catena di approvvigionamento (intermediari, distributori o consumatori), e questo indicherebbe l’assenza di un mercato ben definito per il panda rosso.
“La caccia inarrestabile per ottenere le pellicce di questi animali indica la presenza di un mercato fittizio, con quasi nessun compratore, e che potrebbe essere basato solo su delle voci” ha affermato Bista. “Gli attivisti che cercano di sensibilizzare la popolazione a riguardo, il personale di sicurezza e gli operatori mediatici sono le fonti sospette di queste voci”.
Secondo l’articolo, durante le indagini precedenti che hanno cercato di ottenere informazioni sul commercio illegale di panda rossi, gli investigatori avrebbero potuto inavvertitamente alimentare le pratiche di bracconaggio creando l’illusione che esistesse un mercato per questi animali.
“Informare le persone del prezzo di mercato delle parti del corpo dei panda rossi potrebbe averle attratte verso la possibilità di fare soldi in modo facile, che a sua volta è alimentata dalle condizioni di povertà e di disoccupazione”, spiega l’articolo. Inoltre, alcuni problemi di comunicazione e fraintendimenti durante i programmi di sensibilizzazione potrebbero aver aggravato il problema.
Solo il 14% degli intervistati che vivono nelle zone abitative del panda rosso ha dichiarato di aver mai visto l’animale, mentre l’83% non era a conoscenza della sua importanza in termini di conservazione.
La conoscenza degli usi del panda rosso varia molto, e secondo alcuni l’animale verrebbe utilizzato per confezionare cappelli, tappeti, spaventapasseri, strofinacci, fodere per coltelli, decorazioni, medicina tradizionale e in occasione di rituali. Secondo alcuni i panda rossi porterebbero sfortuna, altri intervistati credono che siano predatori di animali da allevamento, mentre per altri ancora rappresenterebbero un segno positivo.
Alcuni hanno anche segnalato l’utilizzo di panda rossi come animali domestici. E anche se all’apparenza potrebbero sembrare affettuosi, questi animali solitari, con i loro artigli lunghi e ricurvi e le loro emissioni di forti odori nei momenti di eccitazione, non sono degli ottimi animali domestici.
“Questo è lo studio più completo mai effettuato sul commercio illegale della pelliccia di panda rosso in Nepal”, ha dichiarato Sonam Tashi Lama, coordinatore del programma di Katmandu “Red Panda Network” che non ha partecipato allo studio. “Penso che la cattiva percezione del valore economico delle pellicce del panda rosso e l’alto tasso di disoccupazione dei giovani nepalesi siano i fattori principali che alimentano il fenomeno. Infatti, i dati indicano che quasi il 40% delle persone coinvolte ha meno di 30 anni”.
Sulla scia di questo articolo, il gruppo di monitoraggio del commercio di animali selvatici TRAFFIC ha pubblicato un rapporto comprensivo sul commercio illegale del panda rosso in India, Nepal e Bhutan.
In India e in Nepal, secondo il rapporto, i principali motivi dietro il bracconaggio e dietro la cattura illegale del panda rosso sono stati la ricerca di pelliccia (70%), la cattura da vivi per il commercio (20%), la riproduzione in cattività (5%) e l’utilizzo nella medicina tradizionale (5%).
Entrambi gli studi concordano sul fatto che la conservazione del panda rosso sia indissolubilmente legata alle condizioni di vita delle popolazioni locali. Secondo il rapporto TRAFFIC, “i programmi di conservazione basati sulle comunità costituiscono probabilmente l’approccio più significativo per ridurre il bracconaggio e il commercio illegale di animali selvatici, e dovrebbero essere considerati la priorità da sostenere economicamente nelle regioni in cui vive il panda rosso”.
TRAFFIC ha richiesto ai governi di sostenere economicamente gli sforzi per ridurre la cattura accidentale dell’animale in trappole destinate alla cattura di altre specie, per rafforzare le capacità di contrastare i crimini relativi alla caccia di animali selvatici e per aumentare la cooperazione internazionale. Secondo il rapporto, c’è principalmente bisogno di risorse economiche, di formazione, e di materiali.
Tashi Lama ha affermato che “Sia le persone che i governi possono sostenere la conservazione del panda rosso diventandone difensori”, e ha aggiunto che questo può portare a dei risultati “sensibilizzando le comunità locali, effettuando donazioni ai programmi di conservazione, facendo pressioni per rendere le attività di sviluppo più compatibili con la conservazione di questa specie, diffondendo il messaggio che le pellicce di panda non hanno alcun valore, cooperando a livello internazionale e dando vita a programmi di conservazione basati sulla ricerca”.
L’immagine del banner rappresenta un panda rosso (Ailurus fulgens) ed è di Damber Bista.
Fonti:
Bista, D., Baxter, G. S., & Murray, P. J. (2020). What is driving the increased demand for red panda pelts? Human Dimensions of Wildlife. doi:10.1080/10871209.2020.1728788
Badola, S., Fernandes, M., Marak, S. R., & Pilia, C. (2020). Assessment of illegal trade-related threats to red panda in India and selected neighbouring range countries. TRAFFIC
Liz Kimbrough fa parte dello staff di articolisti di Mongabay. Il suo account su Twitter è @lizkimbrough_
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2020/03/fake-market-red-panda-study-finds-no-real-demand-behind-rise-in-poaching/