- L’Impresa mineraria statunitense Freeport McMoRan continua le operazioni nella sia miniera di Grasberg nella provincia indonesiana di Papua nonostante che 56 dei suoi lavoratori siano positivi al COVID-19.
- I lavoratori sostengono che se devono scegliere di andarsene per la propria salute, non riceveranno la paga e rischiano il posto di lavoro.
- L’impresa dice che ha rafforzato i protocolli sanitari nella miniera ad un livello che secondo il proprio amministratore delegato è il più avanzato di quello in molte comunità statunitensi.
- Il vice governatore di Papua dice che la provincia potrebbe prendere in considerazione l’idea di ordinare il fermo delle operazioni se la tendenza peggiora nelle prossime tre settimane.
Migliaia di lavoratori presso la miniera di rame ed oro più grande al mondo a Grasberg, gestita dalla americana Freeport McMoRan nella provincia indonesiana di Papua, hanno ricevuto istruzioni di restare nella proprietà della compagnia per non rischiare di essere sospesi senza paga nel mezzo di un’epidemia nella miniera che ha visto, nelle ultime settimane, 56 lavoratori positivi al COVID-19 ed un morto.
Freeport annunciò la scorsa settimana i risultati del test dicendo che l’epidemia era stata individuata a metà marzo dopo che un lavoratore era stato diagnosticato positivo alla malattia spingendo la compagnia a controllare i 400 lavoratori che vivono nelle stesse baracche.
“Ad uno ad uno erano stati presi nelle baracche e posti in quarantena” ha detto al telefono un minatore a Mongabay. “Siamo nel panico”.
La miniera conosciuta come Grasberg è emersa come uno dei peggiori focolai del coronavirus sulla parte indonesiana dell’isola gigantesca della Nuova Guinea.
Secondo quanto emanato dalla Task Force nazionale del COVID-19, sono 305 le persone che a Papua e nella vicina Papua Occidentale sono risultati positivi alla malattia con sette morti.
Le due province hanno intrapreso misure aggressive per fermare il virus imponendo restrizioni di viaggio per via mare e via aerea. La regione è una delle più remote in Indonesia dove ci sono scarse strutture sanitarie pubbliche e comunità indigene isolate che potrebbero essere particolarmente vulnerabili alla malattia.
Nel complesso l’Indonesia ha visto oltre 1000 vittime più di ogni altro paese in Asia tranne la Cina.
Alcuni paesi come Peru, Messico, Mozambico e Malesia hanno sospeso o ridotto le attività minerarie per prevenire la diffusione del virus.
Ad aprile, Freeport chiuse una miniera nel Nuovo Mexico dopo che tre lavoratori risultarono positivi al COVID-19 annunciando anche piani di riduzione dei costi del 18% per il 2020 col crollo dei prezzi del rame.
In Indonesia le chiusure forzate di miniere, piantagioni ed industrie sono state molto limitate, sebbene le autorità della città di Surabaya abbiano ordinato ad una azienda di tabacco della Philip Morris di chiudere, alla fine di aprile, in seguito alla morte per coronavirus di due lavoratori. Allora furono 61 i lavoratori trovati positivi al virus.
Nonostante gli inviti a fermare le operazione alla sua miniera a Papua, Freeport ha detto che le operazioni sarebbero continuate dopo l’entrata in vigore di protocolli rafforzati, tra cui il controllo della temperatura corporea per ogni lavoratore che vuole entrare nell’area di lavoro della compagnia, come la chiusura di strutture come le scuole, luoghi di culto e caffè e come l’uso di disinfettanti, secondo quanto scritto in una email del portavoce della compagnia Riza Pratama.
L’amministratore delegato del Freeport McMoRan Richard Adkerson disse lo scorso mese che le analisi e le attività di screening nella miniera di Grasberg “sono molto più avanzate di tante che si vedono oggi nelle comunità negli USA”.
Alcuni lavoratori sono comunque ansiosi.
Coloro che vogliono lasciare la proprietà della compagnie nelle alture papuane devono firmare una liberatoria in cui dicono di comprendere che non potranno tornare al lavoro e non potranno essere pagati durante la loro assenza.
Riza disse che i lavoratori erano “liberi di scegliere” se stare o andarsene, ma senza però dire nulla se sarebbero stati pagati o meno.
“Siamo di fronte ad un dilemma” diceva il minatore. “Se prendiamo una paura e torniamo alla città, dobbiamo firmare una liberatoria che significa che volontariamente ci dimettiamo”.
Circa un milione di lavoratori indonesiani sono stati dimessi senza paga per la pandemia e centinaia di migliaia licenziati, disse il 30 aprile il presidente indonesiano Joko Widodo.
Aser Koyamee Gobai, dirigente sindacale del Sindacato dei lavoratori chimici, dell’energia e delle miniere Indonesiani a Mimika, dove si trova Grasberg, ha detto che i lavoratori non dovrebbero dover scegliere tra la vita e il salario.
Ha detto che è conscio della minaccia di licenziamento, ma “la direzione non ci ha dato, a noi sindacato, una possibilità di discutere la cosa” ha detto il sindacalista in un messaggio.
Dopo aver notato che di recente il governo indonesiano ha acquisito una fetta del 51% nell’unità indonesiana di Freeport, Aser ha chiesto la sospensione delle attività nella miniera mantenendo il salario dei lavoratori durante la chiusura mentre l’Indonesia affronta l’epidemia del virus.
“La sicurezza dei lavoratori è in pericolo perché sono costretti a lavorare nel mezzo del COVID-19” ha dichiarato. “Anche la fame può uccidere. Così dobbiamo volere lavorare col coronavirus”.
Merah Johansyah, che dirige la ONG indonesiana Mining Advocacy Network, ha detto che i lavoratori a Grasberg vivevano una situazione simile alla “schiavitù”.
Ha chiesto la sospensione della produzione facendo notare che la legge delle miniere del 2009 stipula che le attività di impresa mineraria possono esser fermate nel caso di una epidemia.
Il vice governatore di Papua Klemen Tinal ha detto che la provincia potrebbe chiudere la miniera se la situazione peggiorasse.
“Abbiamo chiesto di condurre un test rapido su tutti i lavoratori, senza eccezione alcuna, e dopo tre settimane rivedremo la tendenza” ha detto per telefono. “Se allora c’è una punta di casi e le condizioni sono estreme, siamo aperti all’opzione di fermare le operazioni”.
Il ministro delle imprese statali, Erick Thohir non ha risposto ad una richiesta di commento.
Grasberg non è la sola impresa dove i lavoratori hanno dovuto scegliere tra mantenere il lavoro e tutelare la loro salute.
Il gigante dell’olio di palma Korindo che domina il settore delle piantagioni a Papua meridionale si è spinta ancora di più di Freeport, minacciando di licenziare i lavoratori che lasciano le proprietà della compagnia secondo un documento della compagnia visionato da Mongabay. L’ordine è efficace per un periodo indefinito.
Ai lavoratori è stato vietato di tornare a casa alla fine di maggio in occasione del Idul Fitri che segna la fine del mese sacro del Ramadan, come è usanza per l’Indonesia.
Varie fonti nella piantagione hanno detto a Mongabay che i lavoratori si lamentavano delle modalità della quarantena. Alcuni avevano rifiutato di andare in quarantena perché la compagnia non dava baracche appropriate ponendo le persone in camere comuni.
“Due letti per una stanza” ha detto per telefono un lavoratore della compagnia a Papua a Mongabay. “Tutti sono in allerta, continuano a monitorare la situazione e non possono andare da nessuna parte”.
La Korindo non ha replicato a richieste di domande.
A Freeport 19 dei lavoratori infettati tra cui personale della sicurezza, manager e minatori, sono trattati in un ospedale statale nella città vicina di Timika, a Fransiska Tekege, ha detto a Mongabay un membro della task force nazionale presente al Timika Hospital. Ma la struttura ha un solo pneumologo o specialista dei polmoni. Gli altri lavoratori sono trattati nell’ospedale della Freeport.
Il lavoratore della Freeport, che ha parlato in anonimato, ha detto che l’impresa aveva dato ai lavoratori, sapone, mascherine ed disinfettanti per le mani, ma la distanza sociale era minima.
“E’ impossibile mantenere una distanza sociale. Ogni mattina dobbiamo sgomitare per entrare nel bus e andare a lavorare. Nulla di molto differente, proprio come ogni altra normale giornata di lavoro prima della diffusione del virus” ha detto il lavoratore.
“Ci sentiamo a disagio e confusi. C’è tanta pressione”.
Banner: Miniera di Grasberg Papua. Image by Richard Jones/Flickr.
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2020/05/get-sick-or-go-hungry-workers-face-dilemma-at-freeports-grasberg-mine/. Traduzione di Terre Sotto Vento.