- Secondo una recente dichiarazione, in Cina è stato vietato l’uso di squame di pangolino nella medicina tradizionale. Tuttavia, alcuni investigatori sollevano dubbi a riguardo dopo aver scoperto che le squame di pangolino rientrano ancora negli ingredienti di diversi farmaci catalogati nella farmacopea cinese del 2020.
- Almeno otto dei farmaci brevettati nell’elenco contengono squame di pangolino, tra questi una pastiglia per la circolazione del sangue e un rimedio per il dolore addominale.
- Gli esperti spiegano che le squame di pangolino sono ancora legalmente commercializzate in Cina per via di una deroga nella Legge nazionale sulla protezione della fauna selvatica che permette in circostanze speciali il commercio di specie protette.
- Si nutrono inoltre preoccupazioni su come verranno utilizzate e gestite le rimanenti scorte di squame per evitarne il riciclaggio illegale.
All’inizio di giugno è stato ampiamente riportato che il Governo cinese ha vietato l’uso di squame di pangolino nella medicina tradizionale cinese (TCM Traditional Chinese Medicine), e che tutte le specie di pangolino rientrano ora nel più alto livello di protezione in Cina. La notizia è finita sulle prime pagine di tutto il mondo, e gli ambientalisti hanno accolto la decisione come un passo positivo verso lo stop del commercio illegale di pangolini. Alcuni esperti però avvertono che si tratta di una celebrazione prematura.
Un team della Environmental Investigation Agency (EIA) ha recentemente ottenuto una copia della farmacopea cinese 2020 , un testo di riferimento per i professionisti della TCM, e ha scoperto che, mentre le squame di pangolino erano state rimosse dall’elenco delle materie prime, rientravano ancora però nell’elenco degli ingredienti principali di numerosi farmaci brevettati.
“Non siamo rimasti sorpresi dallo scoprire che le squame di pangolino erano ancora presenti nella farmacopea del 2020,” ha detto a Mongabay Chris Hamley, attivista per i pangolini presso l’EIA. “In realtà, dopo che la notizia ha iniziato a comparire sui media internazionali il 9 giugno, abbiamo subito messo in guardia che l’ampiamente pubblicizzata nuova tutela dei pangolini in Cina potesse non significare un divieto totale sul loro uso nella medicina tradizionale cinese. Era già successo in precedenza con le ossa di leopardo e la bile d’orso – entrambi rimossi come ingrediente principale ma ancora presenti come ingrediente nelle composizioni di farmaci brevettati.”
All’interno della farmacopea 2020, l’EIA ha identificato otto farmaci contenenti squame di pangolino, tra cui Zaizao Wan, una pastiglia per la circolazione del sangue e Awei Huapi Gao, un farmaco usato per trattare il dolore addominale. Essendo i medicinali brevettati processati, prodotti preconfezionati, Hamley ha spiegato che gli ospedali e le aziende farmaceutiche dotate di licenza possono ottenere squame di pangolino per produrre e vendere queste medicine.
Ci sono altri 72 prodotti della medicina tradizionale contenenti squame di pangolino che non sono elencati nella farmacopea del 2020 ma possono ancora essere legalmente venduti in Cina, ha affermato Hamley.
Hamley spiega che il commercio potrebbe continuare per via di una deroga presente nell’articolo 27 della Legge sulla protezione della fauna selvatica, della Cina, nella quale si specifica che la fauna protetta può essere venduta, acquistata e utilizzata per ricerche scientifiche, allevamento in cattività, esibizioni o prestazioni pubbliche, tutela del patrimonio e altri scopi speciali.
“È improbabile che ci saranno grandi cambiamenti nella richiesta di squame di pangolini”, afferma Hamley. “I fattori trainanti della domanda associati all’uso delle squame nella medicina tradizionale in Cina persistono. Con le aziende e gli ospedali muniti di licenza abilitati ancora a produrre legalmente farmaci contenenti squame di pangolino secondo le composizioni riportate nella farmacopea e altri testi di riferimento nazionali, continuerà ad esserci domanda di squame da parte dell’industria legata alla medicina tradizionale.”
L’EIA non è l’unica organizzazione a far notare la natura contradditoria della politica cinese nei confronti dei pangolini. Anche TRAFFIC, NGO che si occupa di monitorare il traffico illegale di animali e piante selvatiche, ha dichiarato che le squame di pangolino vengono ancora promosse come ingredienti medicinali.
“La situazione non è chiara – l’uso medicinale dei pangolini non è più approvato dal testo principale della farmacopea, ma le squame sono ancora incluse in alcune delle prescrizioni elencate nell’Allegato del testo,” scrive TRAFFIC in un tweet di risposta a BBC news che aveva pubblicato un articolo sulla rimozione da parte della Cina dell’uso di pangolini nella medicina tradizionale.
Sono state inoltre sollevate preoccupazioni sulle rimanenti scorte di squame in mano al Governo che possono essere legalmente utilizzate presso circa 700 ospedali muniti di licenza per produrre approssimativamente 70 farmaci brevettati, secondo quanto riportato da TRAFFIC. Tra il 2008 e il 2015, ogni anno sono state utilizzate circa 26,6 tonnellate di squame. Attualmente non si sa a quanto ammontino queste scorte, o la fonte precisa da cui provengono, e gli ambientalisti temono che verranno illegalmente riciclate se il sistema non le gestirà in modo appropriato.
“Come minimo ogni provincia deve possedere un sistema trasparente e standardizzato per gestire le scorte in modo da prevenire qualsiasi riciclaggio nei canali legali di parti di pangolino illegalmente ottenute ,” ha affermato Richard Thomas di TRAFFIC a Mongabay. “Come abbiamo osservato negli ultimi anni, le dogane cinesi hanno effettuato sequestri su larga scala, quindi è chiaro che esiste un rifornimento di prodotti derivati dai pangolini che va fermato. È necessario che i dipartimenti che si occupano di gestire la protezione della fauna selvatica cooperino con il settore della medicina tradizionale cinese al fine di eliminare l’uso illegale e non sostenibile di prodotti derivati dai pangolini.”
Le otto specie di pangolini rappresentano gli animali più trafficati al mondo con più di un milione di questi animali cacciati e illegalmente commercializzati ogni anno dal 2000. Nel 2016, CITES, Convenzione internazionale che protegge piante e animali a rischio d’estinzione, ha inserito il pangolino nell’Appendice I, dove si vieta qualsiasi commercio internazionale. Tuttavia, i regolamenti di CITES non si applicano al commercio interno delle specie.
Hamley afferma che il commercio illegale di squame di pangolino non è rallentato nelle ultime settimane nonostante la loro apparente rimozione dalla farmacopea.
“EIA sta attualmente monitorando il traffico transnazionale di squame di pangolino da parte di reti criminali, e possiamo confermare che molteplici spedizioni di tonnellate di squame continuano ad essere effettuate dall’Africa all’Asia sud-orientale per poi arrivare in Cina. Il COVID-19 ha avuto qualche conseguenza logistica che ha comportato un rallentamento delle attività di traffico della fauna selvatica, ma i trafficanti in Africa continuano a fornire squame in quantità significative destinate all’esportazione in Asia,” ha concluso Hamley
AGGIORNAMENTO 28/06/2020: In risposta a questo articolo, un portavoce della China Biodiversity Conservation and Green Development Foundation (CBCGDF) ha affermato che attualmente non esiste una procedura legale per fermare la produzione di farmaci brevettati, i quali sono posseduti e protetti da diverse società. Ha inoltre aggiunto che il Governo cinese fa del suo meglio per rimuovere l’uso dei pangolini dalla medicina tradizionale cinese.
Immagine di copertina: Pangolini nelle Filippine. Immagine di Gregg Yan / ACB.
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2020/06/did-china-really-ban-the-pangolin-trade-not-quite-investigators-say/