- Un nuovo studio ha trovato all’interno di placente umane delle microplastiche, che potrebbero potenzialmente influenzare la salute e lo sviluppo del feto.
- Le microplastiche sono entrate nel corpo delle donne probabilmente tramite ingestione o inalazione e poi si sono spostate fino alle placente, suggerisce lo studio.
- Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche sull’argomento, si ritiene che queste microplastiche potrebbero sconvolgere i meccanismi immunologici nei bambini.
La plastica è ovunque, letteralmente ovunque. Un numero crescente di ricerche mostra che la plastica non sta solo riempiendo gli oceani del mondo e le regioni selvagge, ma sta anche invadendo i nostri corpi attraverso l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che consumiamo. E ora, un nuovo studio ha dimostrato che le microplastiche (minuscole particelle di plastica più piccole di 5 millimetri ma più grandi di 1 micron) sono presenti anche all’interno delle placente umane, il che rappresenta un potenziale rischio per la salute e lo sviluppo del feto.
Pubblicato questo mese su Environmental International, lo studio ha esaminato sei placente umane di donne che hanno avuto gravidanze e nascite sane. Durante il parto, le ostetriche e le levatrici hanno seguito un “protocollo senza plastica”, sostituendo i guanti di plastica con quelli di cotone e non utilizzando attrezzature o forniture di plastica per evitare una contaminazione incrociata.
I ricercatori hanno trovato un totale di 12 frammenti di microplastica in quattro delle sei placente. Tre di questi frammenti sono stati riconosciuti come polipropilene, una plastica comunemente utilizzata nei contenitori e negli imballaggi per alimenti. Invece gli altri pezzi erano più difficili da identificare, sembravano essere pezzi di plastica provenienti da “rivestimenti artificiali, vernici, adesivi, cerotti, colori a dita, polimeri, cosmetici e prodotti per la cura personale”, secondo lo studio.
Gli effetti delle microplastiche all’interno del corpo umano sulla salute sono ancora in gran parte sconosciuti, ma i ricercatori hanno affermato che era “una cosa davvero preoccupante” a causa del ruolo di estrema importanza che la placenta gioca nello sviluppo fetale.
L’autore principale Antonio Ragusa, direttore di ostetricia e ginecologia presso l’ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli di Roma, ha affermato che è probabile che le microplastiche siano presenti nei bambini stessi, anche se ulteriori ricerche dovrebbero confermarlo.
“Non posso supportarlo con prove scientifiche, poiché il nostro è il primo studio al mondo su questo argomento, [ma] penso che se potessimo cercarle troveremo microplastiche anche negli organi del neonato, perché la placenta è un organo fetale temporaneo e non un organo materno”, ha rivelato Ragusa a Mongabay in una dichiarazione inviata per e-mail. “Ovviamente questa è solo una supposizione.”
Anche se tutti i bambini erano sani alla nascita, Ragusa ha affermato che le microplastiche nella placenta avevano il potenziale di “alterare diversi percorsi di regolazione cellulare […] come i meccanismi immunitari”.
“La presenza di MP [microplastiche] nel tessuto placentare richiede la riconsiderazione del meccanismo immunologico di auto-tolleranza, un meccanismo che può essere perturbato dalla presenza di MP”, ha affermato Ragusa. “Infatti, è stato riportato che, una volta presenti nel corpo umano, le MP si possono accumulare ed esercitare tossicità localizzata inducendo e/o potenziando le risposte immunitarie e, quindi, riducendo potenzialmente i meccanismi di difesa contro i patogeni e alterando l’utilizzo delle riserve di energia.”
I ricercatori affermano che probabilmente le microplastiche sono entrate nel corpo delle madri attraverso l’ingestione di cibo o attraverso la respirazione e poi si sono trasferite nelle placente.
Steve Allen, un ricercatore specializzato in microplastiche dell’Università di Strathclyde a Glasgow, che non è stato coinvolto nello studio, ha affermato di non essere sorpreso dai risultati: “Direi con assoluta certezza che utilizzando gli strumenti giusti, le troveremo in ogni parte del corpo umano.”
Uno studio simile ha dimostrato che delle femmine gravide di ratto costrette ad inalare nanoplastiche hanno finito per averne delle particelle presenti nelle loro placente, così come nel fegato, nei polmoni, nel cuore, nei reni e nel cervello del feto.
“Considerando che possono muoversi attraverso i ratti in questo modo, non sarei sorpreso se scoprissimo che possono fare esattamente la stessa cosa negli esseri umani”, ha detto Deonie Allen, anche lei ricercatrice di microplastiche presso l’Università di Strathclyde.
Ragusa dice che lui e i suoi colleghi faranno ulteriori ricerche sulle microplastiche in relazione alla salute materna e infantile.
“Ora dobbiamo capire se le microplastiche sono presenti nel neonato alla nascita e lo faremo prelevando il sangue del cordone ombelicale subito dopo il parto”, ha detto. “Un altro passo importante sarà capire se le microplastiche sono presenti all’interno del latte materno”.
CITAZIONI
Fournier, S. B., D’Errico, J. N., Adler, D. S., Kollontzi, S., Goedken, M. J., Fabris, L., … Stapleton, P. A. (2020). Nanopolystyrene translocation and fetal deposition after acute lung exposure during late-stage pregnancy. Particle and Fibre Toxicology, 17(55). doi:10.21203/rs.3.rs-39676/v1
Ragusa, A., Svelato, A., Santacroce, C., Catalano, P., Notarstefano, V., Carnevali, O., … Giorgini, E. (2021). Plasticenta: First evidence of microplastics in human placenta. Environment International, 146, 106274. doi:10.1016/j.envint.2020.106274
Didascalia dell’immagine banner: Microplastiche trovate in un corso d’acqua dolce in Florida nel 2017. Immagine di Florida Sea Grant / Flickr (CC BY-NC-ND 2.0).
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2021/01/great-concern-as-study-finds-microplastics-in-human-placentas/