- Un nuovo studio ha scoperto che, nelle Maldive, esistono tredici specie diverse strettamente associate sia alle mante della barriera corallina che alle mante giganti.
- Questo tipo di associazione tra specie non è sempre reciprocamente vantaggiosa, perché spesso gli “autostoppisti” ottengono più vantaggi di quanti non ne offrano alle mante.
- Lo studio è basato su più di 76 500 avvistamenti di due specie di manta effettuati in un periodo di 30 anni.
Le mante hanno la tendenza a non nuotare da sole. Non solo socializzano con altri individui della propria specie, ma vengono anche accompagnate da una serie di altre specie – dalle remore ai caranghi ai pesci trombetta.
In un nuovo studio scientifico pubblicato su PLOS ONE, un gruppo di ricercatori provenienti dal Manta Trust, un’organizzazione non governativa britannica e dall’Università di Bristol, ha analizzato più di 76.500 avvistamenti di manta della barriera corallina (Mobula alfredi) e di manta gigante (Mobula birostris) effettuati nelle Maldive in un periodo di 30 anni, con l’obiettivo di scoprire quali specie siano associate alle mante. Gli “autostoppisti” più comuni erano due specie di remore (Echeneis naucrates e Remora remora), entrambe appartenenti alla famiglia delle Echeneidae. I ricercatori hanno poi identificato altre undici specie a cui piace seguire le mante ovunque vadano, tra cui il carango Caranx lugubris, il carango arcobaleno (Elagatis bipinnulata) e il pesce trombetta cinese (Aulostomus chinensis).
“Esistono alcuni studi [basati] su alcune specie di mante [e] di remore,” ha detto in un’intervista a Mongabay Aimee Nicholson-Jack, autore principale dello studio e ricercatore presso il Manta Trust. “Ma la nostra ricerca è la prima a dare spazio a specie “autostoppiste” che non fanno parte della famiglia delle remore.”
Generalmente si crede che le mante abbiano una relazione di tipo simbiotico con alcune specie di remore: le remore rimuovono gli ectoparassiti dalla manta che li ospita, mentre quest’ultima aiuta le remore a procurarsi cibo e protezione. Tuttavia i ricercatori hanno notato che le remore possono anche comportarsi come dei parassiti nei confronti delle mante.
“Le mante finiscono per avere delle abrasioni della pelle, anche piuttosto severe e delle ferite aperte causate dalle remore che si aggrappano a loro in maniera quasi costante,” ha spiegato a Mongabay Guy Stevens, autore dello studio, fondatore e direttore esecutivo del Manta Trust. “E a volte le remore entrano perfino nell’ano … della manta. Sto parlando di ritrovarsi con una remora di 90 centimetri nel fondoschiena – una cosa non molto piacevole, ne sono sicuro.”
Altre specie di remore possono anche entrare nella bocca, negli sfiatatoi o nelle fessure delle branchie, causando, così facendo, delle ferite, ha detto Stevens.
Le specie non appartenenti alla famiglia delle Echeneidae, invece, hanno un altro tipo di rapporto con le mante. Secondo lo studio, mentre queste specie autostoppiste godono di alcuni vantaggi, la loro presenza non comporta né impatti negativi né positivi per le mante.
I rircatori hanno anche scoperto che le specie di remora non sempre si intrattenevano con le mante per lunghi periodi di tempo.
“Abbiamo sempre dato per scontato che queste remore stessero con il loro organismo ospite a lungo termine,” ha detto Stevens. “Ma in realtà stiamo iniziando a scoprire che questi pesci si intrattengono con le mante per periodi della durata di una o due ore, per poi cercarsi un’altra manta o nuotare per conto proprio.”
Il rapporto tra le mante e le specie a loro associate potrebbe essere influenzato dalla stagione, dal luogo, e dal fatto che la manta sia incinta o meno.
Stephanie Venables, una ricercatrice presso la Marine Megafauna Foundation, sostiene che, grazie a questo studio, la nostra conoscenza delle mante e dei pesci a loro associate, un argomento che fino ad ora non era mai stato studiato nei dettagli, ha potuto fare dei passi avanti. Sostiene anche che i risultati non sono poi così sorprendenti.
“Passo molto tempo in acqua a osservare le mante e questi risultati erano in un certo senso previsti, almeno per quanto riguarda le specie autostoppiste identificate e le differenze osservate tra specie di manta e fasi vitali,” ha detto Venables a Mongabay in un’e-mail. “Sono state osservate un paio di specie autostoppiste che personalmente non ho mai osservato in associazione con le mante in altre parti del mondo (Mozambico, Australia, Indonesia), il che costituisce un confronto interessante tra regioni diverse.”
Per quanto riguarda il rischio di estinzione, la manta della barriera corallina è classificata come una specie vulnerabile, mentre la manta gigante è considerata in pericolo di estinzione, principalmente per il fatto che entrambe le specie sono soggette a pesca diretta oppure vengono pescate accidentalmente. Stevens spera che questo nuovo studio possa aiutare a proteggere queste specie fornendo nuove conoscenze.
“Per proteggere le mante è necessario capire come queste interagiscono con le altre specie presenti nel loro habitat,” ha detto. “Parliamo di relazioni simbiotiche, reciprocamente vantaggiose in alcuni casi e di potenziale parassitismo in altri. Il fatto che le specie interagiscano tra loro, all’interno del loro habitat, in maniera vantaggiosa o negativa, ha potenzialmente dei risultati sull’aspettativa di vita e sulla sopravvivenza della popolazione.”
Citazione:
Nicholson-Jack, A. E., Harris, J. L., Ballard, K., Turner, K. M., & Stevens, G. M. (2021). A hitchhiker guide to manta rays: Patterns of association between Mobula alfredi, M. birostris, their symbionts, and other fishes in the Maldives. PLOS ONE, 16(7). doi:10.1371/journal.pone.0253704
Immagine nel banner: Alcune remore giganti scroccano un passaggio ad una manta gigante. Immagine di Guy Stevens / Manta Trust.
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2021/07/for-manta-rays-parasitic-hitchhikers-can-be-a-pain-in-the-rear-study-finds/