- Una spedizione di ricerca condotta da Greenpeace ha identificato una decina di nuovi ecosistemi marini vulnerabili nel Mare di Weddell, in Antartide, e ha documentato una serie di organismi finora sconosciuti.
- I ricercatori sostengono l’importanza di tutelare il Mare di Weddell per il contributo che fornisce alla regolazione degli oceani a livello globale.
- Ultimamente, i negoziatori si stanno confrontando sull’istituzione di un trattato ONU che protegga il mare aperto e che potrebbe portare alla tutela globale di tutti i mari.
- A ottobre, la Convenzione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide (CCAMLR) riesaminerà anche la proposta di istituire tre santuari marini in Antartide, uno dei quali nel Mare di Weddell.
Lo scorso 9 marzo, una spedizione di ricerca ha effettuato una scoperta straordinaria: la nave di legno lunga 44 metri nota come Endurance, che condusse l’esploratore Ernest Shackelton e il suo equipaggio in Antartide, è stata infatti ritrovata nel Mare di Weddell a 3000 metri di profondità, dopo che, 106 anni fa, affondò schiacciata dai ghiacci. A circa 320 chilometri di distanza, sempre nel Mare di Weddell, era in corso un’altra spedizione di ricerca: un team di ricercatori di Greenpeace, infatti, in questa parte dell’Oceano Meridionale, stava documentando ecosistemi marini vulnerabili acquisendo immagini di coralli, spugne e altri organismi mai visti prima.
John Hocevar, il responsabile della campagna Mare di Greenpeace che ha pilotato i sommergibili a due posti utilizzati nella spedizione, ha affermato che la ricerca si è spinta ben più a sud di quanto si aspettassero grazie a una notevole riduzione del ghiaccio marino.
“Nelle acque antartiche non era mai stato registrato un livello tanto basso di ghiaccio marino,” ci ha riferito al telefono mentre era a bordo dell’Arctic Sunrise che, attraverso il Canale di Drake, era diretta a Ushuaia, in Argentina. “Da una parte, è stato straordinario poter esplorare aree che sono sempre state ricoperte dai ghiacci ma, allo stesso tempo, è terribile osservare in prima persona quanto sia veloce l’avanzamento dell’impatto dei cambiamenti climatici in Antartide.
Grazie a una serie di 12 immersioni, i ricercatori hanno individuato circa una decina di nuovi ecosistemi marini vulnerabili che, secondo la descrizione proposta dalla Convenzione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide (CCAMLR), contengono barriere coralline di acque fredde e distese di spugne marine. Questi ecosistemi crescono molto lentamente e proteggono gli habitat di altri organismi.
La spedizione ha consentito di documentare una serie di organismi come pesci ghiaccio, vermi di alto mare, coralli “bottle brush,” spugne vitree e idroidi simili a meduse. I ricercatori hanno anche prelevato dei campioni di alcuni organismi per studiarli in maniera più approfondita.
“Abbiamo trovato una concentrazione e una diversità di vita marina sorprendenti, persino in aree che, di solito, sono ricoperte di ghiaccio e non hanno mai visto la luce del sole,” ha affermato Hocevar, paragonando alcuni di questi siti alle barriere coralline tropicali per diversità e abbondanza di vita.
“I colori sono davvero incredibili,” ha aggiunto. “Gran parte della vita laggiù assume le sfumature del giallo, dell’arancio e del rosso.”
Di solito, nel corso delle spedizioni di ricerca nell’Oceano Meridionale, vengono utilizzate draghe o reti per raccogliere campioni di organismi di acque profonde ma, in questo caso, sono state acquisite immagini e video degli habitat marini del Mare di Weddell arrecando, così, un disturbo minimo all’ambiente.
“Il sommergibile è uno strumento potentissimo proprio per questo motivo,” sostiene Hocevar. “Ci consente di raccogliere dati video con cui osserviamo come vivono le specie e come interagiscono con altre specie nel loro habitat naturale. Ho inviato alcuni video di pesci ghiaccio al più grande esperto mondiale di tali specie, che mi ha riferito di non averli mai visti in vita prima.”
Suzanne Lockhart, ricercatrice associata alla California Academy of Sciences e direttrice della spedizione, ha sottolineato che la protezione del Mare di Weddell è importante per numerose ragioni, per esempio per il fatto che queste acque favoriscono la circolazione degli oceani a livello globale.
“Si può pensare al Mare di Weddell come al cuore di tutti i mari del pianeta, che pompa e fa muovere la circolazione,” ha spiegato Lockhart in una intervista telefonica. “Perciò, un cuore sano contribuisce alla salute generale di tutti i mari.”
Lockhart ha anche aggiunto che gli ecosistemi marini vulnerabili come le barriere coralline di acque fredde assorbono anidride carbonica che, quando poi i coralli muoiono, finisce nel sottosuolo.
“Incorporare anidride carbonica in queste strutture scheletriche e in creature come i coralli significa che, se tutto va bene, essa vi resterà per centinaia di anni,” ha spiegato Lockhart. “Quando i coralli muoiono, l’anidride carbonica finisce all’interno del suolo invece di tornare in circolo nel sistema. Perciò, proteggere queste comunità di coralli è fondamentale anche per contrastare i repentini cambiamenti del clima.
Questa spedizione di ricerca, ha aggiunto Hocevar, aveva lo scopo non solo di documentare ecosistemi marini vulnerabili, ma anche di raccogliere consensi per due negoziazioni legate al mare: un trattato per la protezione degli oceani sostenuto dall’ONU, che potrebbe essere approvato già quest’anno, e una proposta in corso per istituire tre aree marine protette (MPA) nelle acque dell’Antartide.
I negoziatori, infatti, si sono riuniti a New York per discutere sulla redazione di un trattato ONU che fornisca un quadro legislativo a tutela della biodiversità marina e dell’alto mare, la vasta distesa di acque su cui nessun paese ha giurisdizione. Tuttavia, secondo Hocevar, si giungerà a un accordo solo verso la fine dell’anno.
Peggy Kalas, direttore dell’High Seas Alliance, un’associazione di organizzazioni che collaborano per proteggere l’alto mare, ha definito questo trattato come “una opportunità, che capita una sola volta in una generazione, per attivare tutele significative a favore di un ambiente che sostiene la vita.”
Infatti, Kalas ha spiegato che “con i cambiamenti climatici e il sovrasfruttamento delle risorse su scala industriale, che al momento stanno producendo un declino impressionante delle biodiversità marina, sarà difficile avere un’altra opportunità come questa.”
A ottobre si terrà l’incontro annuale della CCAMLR per discutere di diverse problematiche, tra cui la proposta di istituire tre aree marine protette nel Mare di Weddell, in Antartide Orientale e nella Penisola Antartica. Queste aree, tutte insieme, preserverebbero circa 4 milioni di chilometri quadrati, ovvero circa l’1% dei mari del pianeta. In passato la CCAMLR non è riuscita a istituire tali aree a causa di Cina e Russia, che hanno bloccato le proposte.
Rodolfo Werner, consulente senior per la Pew Charitable Trusts e per la Coalizione dell’Oceano Antartico e Meridionale (ASOC), ha dichiarato che l’invasione russa dell’Ucraina aggiunge un ulteriore “strato di complicazioni” all’approvazione delle proposte in questione, pur non essendo certo di quali sarebbero le reali conseguenze. Sia Russia che Ucraina fanno parte del Trattato Antartico e della CCAMLR. Tuttavia, nonostante le inevitabili complicazioni, Werner ribadisce l’urgenza, ora più che mai, di proteggere il mare che circonda l’Antartide.
“La conservazione dell’Antartide non può aspettare, “ha infatti scritto in una e-mail a Mongabay. “Gli effetti del riscaldamento globale e il sempre crescente interesse della pesca nei confronti di queste aree richiedono la creazione di aree protette il prima possibile. Per questo, non smetteremo di lavorare a queste proposte e cercheremo di ottenerne la realizzazione entro l’anno.”
Immagine del banner: fermoimmagine di un Cygnodraco Mawsoni avvistato tra coralli “bottle brush” arancioni (famiglia dei Primnoidi) e tunicati coloniali. Immagine di Greenpeace.
Elizabeth Claire Alberts fa parte della redazione di Mongabay. Seguitela su Twitter @ECAlberts.
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2022/03/vulnerable-antarctic-reefs-reveal-wealth-of-life-as-rich-as-tropical-corals/