- Secondo i ricercatori, il settore dei trasporti aerei contribuisce per circa il 4 % al riscaldamento globale causato dalle attività umane, vale a dire in misura maggiore rispetto alla maggior parte dei paesi.
- Con la combustione del carburante avio vengono emessi CO2 e gas diversi dalla CO2, tra cui gli ossidi di azoto, il particolato carbonioso, il vapore acqueo e gli aerosol di solfati, i quali interagiscono con l'atmosfera e influiscono sul clima in vari modi e in periodi di tempo diversi.
- Sebbene lo sviluppo dei carburanti avio sostenibili sia stato oggetto di molta attenzione e finanziamenti, diversi esperti ritengono che non permettano di ottenere la quantità di carburante necessaria e non consentano di utilizzare i terreni nel modo più efficace.
- Per limitare le emissioni sarà necessaria "una serie di soluzioni" ma la soluzione più efficace ai fini della riduzione degli impatti sia climatici che sanitari causati dal settore dei trasporti aerei consiste in un minore utilizzo dei velivoli.
Quando Milan Klöwer è stato intervistato da Mongabay, aveva appena terminato un viaggio in treno in Germania. Klöwer ricercatore post-dottorato nonché climatologo presso l’università di Oxford, ha dichiarato di fare del suo meglio per evitare i viaggi in aereo (una delle principali cause dei cambiamenti climatici).
“Siamo climatologi e anche noi cerchiamo di ridurre la nostra impronta di carbonio”, ha affermato Klöwer, “gli scienziati di tutte le discipline scientifiche sono probabilmente concordi nel ritenere che il trasporto aereo sia un settore caratterizzato da emissioni di gas a effetto serra veramente molto elevate”.
Gli aerei emettono ogni ora una quantità di CO2 100 volte more CO2 maggiore rispetto a quella di un treno o un autobus usato da varie persone e le emissioni annue del settore aeronautico mondiale sono pari a circa 1 miliardo di tonnellate di CO2 (quantità superiore alle emissioni generate dalla maggior parte dei paesi, Germania compresa). Il settore dell’aviazione produce circa il 2,4% delle emissioni annue mondiali di CO2, la maggior parte delle quali deriva dai viaggi di carattere commerciale.
Klöwer ha tuttavia dichiarato: “Gran parte delle persone esamina il fenomeno del riscaldamento sotto il profilo dei gradi, non delle tonnellate di carbonio emesso, abbiamo pertanto preferito analizzare quest’ultimo aspetto”.
In un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, Klöwer e i suoi colleghi hanno concluso che il settore del trasporto aereo contribuisce per circa il 4% al riscaldamento globale causato dall’uomo e, se la crescita del settore dell’aviazione continuerà con una velocità analoga al periodo pre-pandemia, dovrebbe comportare un aumento della temperatura di circa 0,1 ºC entro il 2050.
“Tali valori numerici non sembrano elevati”, ha affermato Klöwer, “ma, lo sottolineo, è più di quanto non venga emesso dalla maggior parte dei paesi”. Se il settore dell’aviazione fosse un paese, costituirebbe il sesto maggiore produttore di gas a effetto serra del mondo, dopo Cina, Stati Uniti, India, Russia e Giappone.
“Perché prestare attenzione al settore dell’aviazione? Perché, su base oraria, non c’è modo migliore per aumentare il riscaldamento globale che bruciando combustibili fossili”, ha dichiarato Peter Kalmus, climatologo e autore di contenuti pubblicati sul sito No Fly Climate Sci, portale per gli scienziati, il mondo accademico e le persone comuni che intendono ridurre il ricorso al trasporto aereo.
Nel 2018, sono stati registrati 4,3 miliardi di voli per il trasporto di passeggeri. La pandemia di COVID-19 ha comportato un arresto dei viaggi su scala globale e una contrazione del settore dei trasporti aerei del 45 % nel 2020, ma la CO2 emessa resta presente per centinaia di anni e, di conseguenza, tutte le emissioni che i voli hanno generato in passato sono ancora presenti nell’atmosfera. I recenti problemi possono aver rallentato il processo di riscaldamento di circa cinque anni, afferma Klöwer, ma tale rallentamento non è assolutamente significativo in relazione agli impatti climatici complessivi causati dal settore del trasporto aereo.
“A mio avviso, il maggiore contributo offerto da questo studio è fondamentalmente il fatto di ricordare che le emissioni durano a lungo”, ha dichiarato a Mongabay Sebastian Eastham, ricercatore del laboratorio per l’aviazione e l’ambiente presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), che non ha preso parte alla ricerca. “Il settore del trasporto aereo sta favorendo in modo significativo sia i cambiamenti climatici globali che l’inquinamento atmosferico mondiale. È questo notevole fenomeno di utilizzo dei combustibili fossili che aggrava maggiormente il problema”.
La combustione del carburante avio porta all’emissione di CO2 e di gas diversi dalla CO2, tra cui si contano gli ossidi di azoto (NOx), il particolato carbonioso, il vapore acqueo e gli aerosol di solfati. Tutti questi elementi interagiscono con l’atmosfera e influiscono sul clima in modi e periodi di tempo diversi, il che rende complesso valutarne gli effetti.
Si stima che le scie di condensazione rappresentino la maggiore causa, dopo la CO2, dei cambiamenti climatici indotti dal settore aereo ma costituiscono comunque un fattore di breve durata. Si tratta di nuvole di ghiaccio che si formano quando il particolato carbonioso dei gas di scarico dei motori entra in contatto con l’aria umida e fredda dell’atmosfera. Queste strisce bianche lasciate nel cielo hanno un effetto analogo a quello delle nuvole: durante il giorno riflettono le radiazioni solari verso l’alto mentre durante la notte intrappolano il calore emesso dalla terra.
Gli ossidi di azoto, altro tipo di emissioni degli aerei, interagiscono con l’atmosfera e formano l’ozono, che dura per settimane. L’ozono è un elemento che induce il riscaldamento e può anche avere ripercussioni per la salute.
Gli esperti ritengono che l’inquinamento atmosferico provocato dagli aerei (ozono e polveri sottili o particolato carbonioso) sia la causa di 16.000 decessi prematuri all’anno.
La soluzione più efficace per ridurre l’impatto del settore aereo, sia sotto il profilo della salute che del clima, consisterebbe nel viaggiare meno. Klöwer e i suoi colleghi hanno calcolato che una drastica riduzione annua del traffico aereo del 2,5 % o una transizione verso un mix di carburanti composto per il 90% da combustibili a zero emissioni di carbonio entro il 2050, impedirebbe al settore aereo di contribuire ulteriormente al riscaldamento.
Tuttavia, nonostante il recente momento di calma per i viaggi, la domanda di servizi di trasporto aereo dovrebbe tornare ai livelli consueti quando cesseranno le restrizioni legate alla pandemia. Klöwer ha comunque affermato di ritenere che tale 2,5 % di riduzione annua sia possibile e ha invitato le persone, le imprese e i governi a chiedersi: “Di quale volo ho veramente bisogno?”.
“Effettuerò solo i voli veramente importanti e sostituirò gli altri con incontri virtuali o con vacanze passate più vicino a casa”, ha aggiunto.
Una critica mossa contro alcune argomentazioni ambientaliste riguarda il fatto che farebbero gravare la responsabilità dei cambiamenti climatici sulle scelte dei singoli consumatori. Klöwer ritiene che la capacità di procedere con la decarbonizzazione sia in buona parte nelle mani dei governi e del settore industriale, ma esaminare la propria impronta di carbonio, ridurre i viaggi superflui e discutere è comunque utile, ha dichiarato. “Il fatto che tutti ne parlino”, ha aggiunto, “può portare a cambiamenti sul piano politico”.
“Il settore del trasporto aereo è inoltre un’area che interessa le classi privilegiate a livello mondiale e riguarda forse il più importante esempio di cambiamento nello stile di vita che tutti dobbiamo accettare, prima o poi, ai fini dell’abbandono dei combustibili fossili”, scrive Kalmus sul sito No Fly Climate Sci. “Attualmente non è possibile sostituire i combustibili fossi per i voli sulle lunghe tratte”.
Per tenere a freno il riscaldamento, gli autori propongono inoltre l’obiettivo di utilizzare un mix di carburanti composto per il 90 % di combustibili a zero emissioni di carbonio. Le espressioni “combustibili a zero emissioni di carbonio” e “carburanti avio sostenibili” fanno principalmente riferimento ai biocombustibili a base di grassi e oli di origine animale e/o vegetale a cui si contrappongono i combustibili fossili a base di petrolio. Si tratta di un settore in rapida espansione: la legge statunitense sul clima e sulla spesa nel settore sociale approvata nel 2021 prevede lo stanziamento di 300 milioni di dollari in favore della ricerca per i combustibili sostenibili.
Non è tuttavia chiaro quanto sia opportuno ricorrere ai combustibili avio sostenibili. Secondo molti esperti le risorse disponibili non sono sufficienti per la produzione di tutto il combustibile necessario e i terreni potrebbero essere utilizzati in modi diversi molto più efficaci.
Secondo quanto indicato nella World Resources Institute summary relativa alla relazione intitolata “Creating a Sustainable Food Future“, destinare i terreni alla coltivazione di colture bioenergetiche comporta l’impossibilità di utilizzarli per le colture destinate alla produzione di mangimi e prodotti alimentari oppure per lo stoccaggio del carbonio”.
L’agricoltura convenzionale è una fonte rilevante di emissioni di carbonio e causa una miriade di altri problemi ambientali quali la deforestazione, il ruscellamento dei fertilizzanti e pesticidi nonché il degrado del suolo. Ne consegue la necessità di esaminare tutto il sistema di coltivazione delle colture per i biocombustibili e il loro impatto sull’ecosistema al fine di valutare in quale misura tali combustibili siano veramente “a zero emissioni di carbonio”.
I combustibili a zero emissioni di carbonio non permettono di far fronte al problema delle emissioni di particolato carbonioso e di ossidi di azoto. Di conseguenza, un’altra soluzione consiste nella pulizia dei gas di scarico quando escono dai motori degli aerei, attraverso sistemi di controllo dei gas emessi in modo molto simile a quanto avviene per le marmitte catalitiche delle auto. Per far ciò, ha dichiarato Eastham, sarebbe necessario “ripensare in modo sostanziale il modo in cui realizziamo i velivoli”. Convertire i vecchi aerei non è efficace sotto il profilo dei costi per cui sarebbe necessario prevedere la realizzazione di nuovi velivoli provvisti di tali sistemi di pulizia. I governi potrebbero dover adottare regolamenti o fornire incentivi per spingere le compagnie aeree all’acquisto di aerei più efficienti.
“Ritengo che dobbiamo probabilmente prendere in considerazione una serie di possibili soluzioni”, ha dichiarato Eastham. Tra le soluzioni proposte si contano l’uso di rotte di volo che evitino la formazione delle scie di condensazione, la realizzazione di aerei più efficienti con sistemi di controllo dei gas emessi, l’utilizzo di mix di combustibili sostenibili e l’elettrificazione dei voli a corto raggio con fonti di energia sostenibili.
“Il fatto è che la combustione del carburante per l’azionamento dei motori dei velivoli che usiamo ora per spostarci”, ha affermato Eastham, “avrà ripercussioni climatiche in futuro”.
Citazioni:
Klöwer, M., Allen, M. R., Lee, D. S., Proud, S. R., Gallagher, L., & Skowron, A. (2021). Quantifying aviation’s contribution to global warming. Environmental Research Letters, 16(10), 104027. doi:10.1088/1748-9326/ac286e
Creutzig, F., Jochem, P., Edelenbosch, O. Y., Mattauch, L., Vuuren, D. P., McCollum, D., & Minx, J. (2015). Transport: A roadblock to climate change mitigation? Science, 350(6263), 911-912. doi:10.1126/science.aac8033
Meijer, V. R., Kulik, L., Eastham, S. D., Allroggen, F., Speth, R. L., Karaman, S., & Barrett, S. R. (2022). Contrail coverage over the United States before and during the COVID-19 pandemic. Environmental Research Letters, 17(3), 034039. doi:10.1088/1748-9326/ac26f0
Yim, S. H., Lee, G. L., Lee, I. H., Allroggen, F., Ashok, A., Caiazzo, F., … Barrett, S. R. (2015). Global, regional and local health impacts of civil aviation emissions. Environmental Research Letters, 10(3), 034001. doi:10.1088/1748-9326/10/3/034001
Immagine nel banner: raffigurante un aereo realizzata da weichen_kh tratta da Flickr (CC BY-NC-ND 2.0).
Liz Kimbrough è una scrittrice della redazione di Mongabay. È presente su Twitter: @lizkimbrough_
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2022/04/how-much-does-air-travel-warm-the-planet-new-study-gives-a-figure/