- Un recente studio rivela che le imbarcazioni turistiche che si avvicinano a gruppi di scimmie nasiche nel Borneo malese causano stress agli animali, anche quando le imbarcazioni viaggiano lentamente.
- La ricerca rivela una specie di risposta universale, che rispecchia i risultati di simili operazioni di ecoturismo incentrate su altri animali, come uccelli e balene.
- Il turismo della fauna selvatica viene visto sempre più come un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi di tutela della natura e per fornire alle comunità locali una fonte di reddito condizionata alla protezione degli ecosistemi.
- Il turismo della fauna selvatica viene visto sempre più come un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi di tutela della natura e per fornire alle comunità locali una fonte di reddito condizionata alla protezione degli ecosistemi.
La prima volta che si vede una scimmia nasica (Nasalis larvatus) si provano di solito sentimenti constrastanti, come interesse, gioia e magari una certa confusione, di fronte ai loro arti muscolosi attaccati a un busto panciuto, con la loro caratteristica proboscide attaccata come una piccola banana rossa e bulbosa al centro delle loro facce (almeno i maschi).
Queste scimmie sociali e a rischio di estinzione passano la maggior parte del loro tempo accovacciate nelle chiome degli alberi, mangiando foglie e frutta e a volte saltando da un albero all’altro. Sono una grande attrazione per qualsiasi turista della fauna selvatica, specialmente lungo le rive del fiume Kinabatangan, nel Borneo malese, dove le barche a motore portano i visitatori abbastanza vicino da farli sentire parte del branco di primati, anche se solo per qualche minuto.
Il turismo della fauna è visto sempre più come un modo di sensibilizzare l’opinione pubblica su argomenti di tutela della natura e per fornire alle comunità locali una fonte di reddito condizionata alla protezione degli ecosistemi. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato online il 25 febbraio sull’International Journal of Primatology, le imbarcazioni come quelle che navigano il Kinabatangan possono nuocere alle scimmie nasiche.
“Nel complesso, la nostra ricerca mostra che anche un solo motoscafo in avvicinamento causa stress alle scimmie nasiche, anche se si avvicina dall’altra sponda a distanza di circa 60 metri, a prescindere dalla velocità di movimento” ha dichiarato in un’e-mail a Mongabay Marina Davila-Ross, ricercatrice in psicologia comparata presso l’Università di Portsmouth nel Regno Unito e una delle principali autrici dello studio.
Davila-Ross ha fatto ricerca in questa parte dello stato malese del Sabah, presso il Centro di ricerca di Danau-Girang, che si trova sulle rive del Kinabatangan. Sapeva già che le scimmie nasiche sono una delle attrazioni preferite dai turisti e che un gruppo di scimmie attira le barche sul fiume come una calamita. Insieme ai suoi colleghi di Cardiff, Danau-Girang e del Sabah Wildlife Department ha quindi deciso di verificare se un motoscafo che si avvicina alla riva del fiume sotto gli alberi provochi cambiamenti percettibili nel comportamento delle scimmie.
Durante uno studio precedente, dei collari GPS erano già stati messi a singoli individui di diversi gruppi nel Lower Kinabatangan Wildlife Sanctuary, cosa che ha aiutato la squadra a trovare e identificare diversi gruppi. Quando le scimmie erano visibili, i ricercatori hanno registrato il comportamento del gruppo con delle telecamere. I piloti delle barche hanno poi scelto una delle tre diverse condizioni di avvicinamento: veloce e vicino, viaggiando rapidamente per 40 metri verso il gruppo; lento e vicino, avvicinandosi alla stessa distanza ma a circa un quarto della velocità; o lento e lontano, guidando lentamente per soli 20 metri verso le scimmie.
I membri della squadra hanno quindi registrato i cambiamenti nel modo in cui le scimmie si comportavano, cercando elementi che potessero indicare che la presenza della barca le stesse disturbando.
Sia l’avvicinamento veloce e vicino che quello lento e vicino hanno particolarmente attratto l’attenzione dei membri del gruppo di scimmie e hanno causato comportamenti di disagio, come il grattarsi e l’aggressività verso altre scimmie, mostrando quindi che trovavano fastidioso l’avvicinarsi delle barche. L’approccio veloce e vicino ha anche portato le scimmie a ridurre il tempo passato a nutrirsi più degli altri due approcci.
La squadra ha effettuato l’avvicinamento più rapido abbastanza lentamente da non far scappare le scimmie nella foresta. Ma Davila-Ross ha messo in guardia sul fatto che le imbarcazioni turistiche potrebbero comunque agitare le scimmie abbastanza da farle spostare dalle rive del fiume verso aree dove potrebbero essere più vulnerabili ai predatori come il leopardo nebuloso del Borneo (Neofelis diardi).
Ikki Matsuda, primatologo e professore associato all’Università di Chubu del Giappone, ha affermato che nonostante il numero relativamente basso di osservazioni, questa ricerca è comunque “uno studio molto importante”.
“Questo è il primo passo per sviluppare delle linee guida quantitative per il turismo in barca nel Sabah”, ha spiegato in un’email a Mongabay Matsuda, che non ha partecipato allo studio ma lo ha revisionato prima della pubblicazione. “Ricerche future, tra cui studi comparativi con zone più turistiche, combinati con analisi endocrine, renderanno più chiaro l’impatto del turismo”.
La reazione delle scimmie nasiche all’avvicinamento lento della squadra suggerisce una potenziale soluzione per gli operatori turistici che vogliono evitare di disturbare questa specie. Davila-Ross ha spiegato che la ricerca supporta i parametri per il turismo della fauna selvatica incentrato sui primati che prevedono di mantenere la velocità sotto i 4 chilometri orari una volta che l’imbarcazione si trova a meno di 100 m e di non avvicinarsi oltre i 60 m.
Heather Leasor, attualmente archivista presso l’Australian National University, ha scritto la sua tesi di dottorato sul turismo delle scimmie nasiche del Sabah. Leasor afferma che questo tipo di linee guida potrebbe essere utile anche agli operatori turistici della regione.
“Se le scimmie sono troppo stressate, si comportano in modo anomalo o scappano regolarmente, questo potrebbe avere effetti negativi sul turismo della zona” ha affermato in un’email Leasor, che non ha partecipato a questa ricerca. Ha anche aggiunto che un’eventuale riduzione delle possibilità di vedere le scimmie nasiche potrebbe a sua volta danneggiare coloro che dipendono dall’economia del turismo locale.
Davila-Ross e i suoi colleghi stanno lavorando a uno studio che esamina l’impatto del turismo sulla popolazione di elefanti pigmei del Borneo (Elephas maximus borneensis) del Kinabatangan. Quello che la squadra ha appreso dal comportamento delle scimmie nasiche è in linea con le ricerche condotte su altri animali, dagli uccelli alle balene, in ambienti diversi. Questo fa pensare “che lo stress sia una risposta universale tra gli animali nel momento in cui si avvicina un’imbarcazione: un oggetto grande, rumoroso e artificiale che si muove verso di loro risulta probabilmente minaccioso” ha affermato.
Un numero sempre crescente di ricerche rivela che il turismo della fauna selvatica deve essere organizzato con cautela, seguendo linee guida volte a minimizzare i danni agli animali, se si vuole che faccia parte di una strategia di conservazione efficace.
Foto del banner: Due maschi di scimmia nasica nel Borneo malese. Foto di Rhett A. Butler/Mongabay.
Citazione:
Davila-Ross, M., Pople, H., Gibson, V., Nathan, S. K., Goossens, B., & Stark, D. J. (2022). An approaching motor boat induces stress-related behaviors in proboscis monkeys (Nasalis larvatus) living in a riparian area. International Journal of Primatology, 1-21. doi:10.1007/s10764-022-00277-z
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2022/05/ecotours-aimed-at-saving-monkeys-are-likely-stressing-them-out-study-finds/