- Secondo gli accordi sul clima di Parigi del 2015, quasi 200 paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni di anidride carbonica che alimentano il cambiamento climatico e mantenere il livello di surriscaldamento globale sotto i 2°C o 1,5°C se possibile.
- L’obiettivo degli 1,5°C richiede che le emissioni globali vengano ridotte del 45% entro il 2030 e portate allo zero netto entro il 2050, due cose estremamente improbabili secondo una nuova analisi.
- I ricercatori segnalano, che anche se le temperature medie fossero mantenute sotto i 2°C, le persone che vivono ai tropici, in particolare in India e nell’Africa sub-Sahariana sarebbero esposte a calore estremo per la maggior parte dei giorni dell’anno.
- Le zone a latitudine media, come gli Stati Uniti, la maggior parte dell’Unione Europea e il Regno Unito, entro il 2100 potrebbero essere colpite ogni anno da ondate di calore mortali.
Gli scienziati del clima affermano che esiste solo una probabilità dello 0,1% di mantenere il surriscaldamento sotto gli 1,5°C entro il 2100, come previsto dall’Accordo di Parigi.
Anche l’obiettivo meno ambizioso di limitare l’aumento della temperatura a 2˚C rispetto ai livelli preindustriali è improbabile, prevedono i ricercatori dell’Università di Washington, Seattle. Secondo le previsioni del loro nuovo studio, pubblicato su Communications Earth & Environment, le temperature medie globali potrebbero superare la soglia dei 2˚C già nel 2050.
L’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) afferma che nel 2021 la Terra si è già riscaldata di oltre 1°C rispetto ai livelli preindustriali. Nonostante questi catastrofici avvertimenti, continuiamo a rilasciare anidride carbonica e altri gas serra nell’atmosfera.
Quasi 200 paesi hanno firmato l’Accordo di Parigi nel 2015, promettendo di ridurre le emissioni di anidride carbonica che alimentano il cambiamento climatico. Si sono accordati su 2°C come limite sicuro per evitare i peggiori impatti dovuti all’interferenza con il sistema climatico del pianeta, e al tempo stesso chiedendo ai paesi di mirare agli 1,5°C.
Tuttavia, un rapporto del 2019 del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha documentato che passare da 1,5°C a 2°C sarebbe molto più dannoso, soprattutto considerando fattori come l’innalzamento del livello del mare, l’impatto sulla biodiversità e gli eventi meteorologici estremi. Negli ultimi anni, gli attivisti per il clima e le associazioni dei cittadini hanno intensificato gli appelli per contenere l’aumento della temperatura media al di sotto degli 1,5˚C.
“Il numero 1,5°C non è stato scelto a caso”, ha affermato il Segretario Genereale dell’OMM in una dichiarazione. È “piuttosto un indicatore del punto in cui gli impatti del cambiamento climatico diventeranno sempre più pericolosi per le persone e per l’intero pianeta”.

Questo mese, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato una legge di ampia portata che include disposizioni per ridurre le emissioni di gas serra degli Stati Uniti del 40% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030. Gli Stati Uniti hanno storicamente emesso le maggiori quantità di anidride carbonica, ma dal 2006 la Cina li ha superati in termini di emissioni totali annue. L’anno scorso, la Cina ha dichiarato che le sue emissioni inizieranno a diminuire entro il 2030. Il paese è sulla buona strada per arrivarci entro il 2025 e punta inoltre a raggiungere lo zero netto per le emissioni di carbonio entro il 2060.
Tuttavia, l’obiettivo degli 1,5°C richiede che le emissioni globali di gas serra vengano ridotte del 45% entro il 2030 e portate allo zero netto entro il 2050.
Nel loro nuovo studio gli scienziati statunitensi hanno avvertito che anche se le temperature medie vengono bloccate sotto i 2°C, le persone che vivono ai tropici, in particolare in India e nell’Africa sub-Sahariana, saranno esposte a calore estremo per la maggior parte dei giorni dell’anno.
L’innalzamento delle temperature ha impatti diversi sulla salute umana, da effetti a breve termine come crampi e colpi di calore, al peggioramento delle malattie croniche, specialmente tra gli anziani. Anche i lavoratori impiegati all’aperto e i gruppi economicamente svantaggiati, con accesso limitato al refrigerio sono ad alto rischi.
Uno studio pubblicato all’inizio di quest’anno ha affermato che tra il 2011 e il 2020 in Africa ci sono state tra 12.000 e 19.000 morti infantili dovute alle temperature elevate. Suggerisce inoltre che il cambiamento climatico abbia giocato un ruolo per circa la metà di queste vittime. I progressi nella sanità e nella sicurezza alimentare che potrebbero ridurre la mortalità infantile vengono minati dagli impatti del cambiamento climatico.
Non sono solo i tropici che vedranno aumentare lo stress termico mortale. Le ondate di calore che hanno interessato tutta l’Europa quest’estate, con temperature da record in Inghilterra, Scozia e Francia, potrebbero diventare la nuova normalità.
Nelle aree a media latitudine, tra cui gli Stati Uniti, la maggior parte dell’Unione Europea e il Regno Unito, le ondate di calore che un tempo colpivano una volta ogni tot anni potrebbero avvenire ogni anno entro il 2100. Gli autori dello studio prevedono che il rischio di ondate di calore aumenti di 16 volte a Chicago.
In occasione dell’ultimo vertice sul clima, tenutosi a Glasgow, in Scozia, i firmatari dell’Accordo di Parigi hanno concordato di quasi dimezzare le emissioni globali di anidride carbonica entro il 2030, in linea con l’obiettivo climatico degli 1,5 °C. Al prossimo vertice sul clima, cioè la COP27 che si terrà in Egitto a novembre, i firmatari faranno il punto sui progressi compiuti rispetto a queste promesse.
Immagine del banner: Anche se le temperature medie rimangono sotto i 2°C le persone che vivono ai tropici, in particolare in India e nell’Africa sub-Sahariana, saranno esposte a temperature estreme per la maggior parte dei giorni dell’anno, avvertono i ricercatori. Foto di Gyan Shahane tramite Unsplash (Dominio pubblico).
Citazioni:
Vargas Zeppetello, L. R., Raftery, A. E., & Battisti, D. S. (2022). Probabilistic projections of increased heat stress driven by climate change. Communications Earth & Environment, 3(1). doi:10.1038/s43247-022-00524-4
Chapman, S., Birch, C. E., Marsham, J. H., Part, C., Hajat, S., Chersich, M. F., … Kovats, S. (2022). Past and projected climate change impacts on heat-related child mortality in Africa. Environmental Research Letters, 17(7), 074028. doi:10.1088/1748-9326/ac7ac5
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2022/08/whats-the-chance-of-meeting-paris-climate-goal-just-0-1-study-says/