Dei ricercatori dello stato Malesiano di Sabah, in Borneo, sono entusiasti dopo aver ricevuto la conferma che un giovane maschio di orango-tango ha usato un ponte di corda per attraversare il fiume che separava una popolazione di orango-tango dal’altra. A causa del diboscamento e lo sgombro delle foreste per fare spazio alle piantagioni di palme da olio, che ricoprono il 18% delle terre del Sabah, gli orango-tango del fiume Kinabantangan sono stati ridotti a popolazioni frammentarie.
“Durante questi anni abbiamo ricevuto diversi resoconti di testimonianze oculari circa l’uso di questi ponti di corda da parte degli orango-tango, ma questa è la prima volta che riceviamo delle prove fotografiche che mostrano chiaramente un giovane maschio di orango-tango usare il primo ponte di corda che costruimmo nel 2003 per attraversare il fiume Resang, un piccolo affluente del Kinabatangan,” spiega in un comunicato stampa la primatologa dott.ssa Isabelle Lackman, codirettrice del KOCP (Progetto per la salvaguardia degli orango-tango del Kinabatangan).
Le foto del maschio di orango-tango mentre utilizza il ponte di corda sono state scattate da Ajirun Osman, che dice che l’orango-tango abbia attraversato il ponte di corda dopo essere stato fermo per venti minuti: “È stato come se, appena deciso di attraversare, lo abbia fatto molto velocemente, arrivando in circa tre minuti dalla Riserva della Foresta di Pangi al primo lotto dell’Area Naturale Protetta del Kinabatangan”.
The young male orang-utan begins his journey across the Resang River, a tributary of the Kinabatangan along a rope bridge constructed in 2003 by the Sabah Wildlife Department and Kinabatangan Orang-utan Conservation Project. Photo by: Ajiran Osman @ Aji. |
Prima che la zona venisse diboscata, gli orango-tango utilizzavano le volte di rami e foglie create dagli alberi della vecchia foresta, che gli permettevano di attraversare i piccolo fiumi con facilità. Per questo i ricercatori decisero di costruire dei ponti artificiali per dare la possibilità alle popolazioni che vennero frammentate di rimanere in contatto. Finora sono stati costruiti sei ponti dalla KOCP, all’interno di un’iniziativa in collaborazione con la ONG francese HUTAN.
“L’utilizzo di ponti di corda è una soluzione provvisoria, la soluzione migliore sarebbe quella di ricongiungere la foresta, e stiamo lavorando per questo. E quando dico ‘stiamo’, intendo tutti, dal settore governativo alle ONG ambietali e, più importante di tutto, anche l’industria dell’olio di palma”, afferma il veterinario dott. Marc Ancrenaz, che è anche il codirettore della KOCP.
Un recente sondaggio condotto dal Dipartimento per la salvaguardia ambientale di Sabah e il KOCP, ha scoperto che sono in 1.000 gli orango-tango che abitano l’area a valle del fiume Kinabatangan, sia in zone protette che in zone non protette. Secondo degli studi genetici portati avanti dal Dipartimento per la salvaguardia ambientale di Sabah, il KOPC, l’università di Cardiff e la scuola di bioscienze Danau Girang Field Centre, si stima che queste popolazioni possano andare estinte nel giro di una generazione, se non saranno ricongiunte attraverso soluzioni come quella dei ponti di corda.
“Oggi gli orango-tango si ritrovano ad affrontare molti più ostacoli causati dall’uomo, come la coltivazione illegale di palme da olio lungo le sponde del fiume, che non lascia spazio a riserve ripariali, le quali sono invece previste dalla legge sotto l’Enviroment Protection Enactment (Decreto per la protezione dell’ambiente) del 2002 e dal Water Resources Enactment (Decreto per le risorse acquifere) del 1998”, afferma Lackman.
: An example of an illegal drain built by oil palm plantations to help drain their crop. Such drains create obstacles for orangutans and other wildlife which are unable to cross over to the other side. The orangutan rope bridge built by the Sabah Wildlife Department and the Kinabatangan Orang-utan Conservation Project act as a “quick fix” but ultimately forest corridors are needed to link forest for wildlife survival. |
“Nonostante si tratterà di un processo lungo e costoso, ricongiungere le popolazioni isolate che erano originariamente unite assicurerà la sopravvivenza a lungo termine non solo agli orango-tango di Sabah, ma anche ad altre specie uniche, come l’elefante pigmeo del Borneo, l’orso malese, il leopardo nebuloso, e tanti altri”, ha aggiunto il dottor Laurentius Ambu, direttore del Dipartimento per la salvaguardia ambientale di Sabah.
L’autunno scorso, i partecipanti a una conferenza a Sabah, tra cui il Dipartimento per la salvaguardia ambientale di Sabah, ONG come la HUTAN e i produttori di olio di palma, si sono impegnati a creare dei corridoi naturali per salvaguardare lo stato della popolazione degli orango-tango e delle altre specie in pericolo di estinzione. L’accordo include l’acquisizione delle terre lungo i fiumi, come il Kinabantangan, e la connessione di parti di foresta.
Durante la conferenza, Tan Sri Bernard Dompok, il ministro dell’industria delle piantagioni e delle merci, ha parlato con la stampa dicendo “Darò supporto al tentativo di creazione di un corridoio e di espropriazione delle terre in modo da rendere l’agricoltura e l’industria del turismo del nostro paese sostenibili”.
L’orango-tango del Borneo è al momento classificato come a rischio di estinzione nella Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), mentre il suo parente meridionale, l’orango-tango di Sumatra, è considerato gravemente a rischio di estinzione. Lo stato di Sabah supporta circa 11.000 orango-tango del Borneo.