L’”Asia Pulp and Paper” assume un’agenzia di PR per contrattaccare Greenpeace ma non riesce a spuntarla.
Una nuova verifica che sembrerebbe scagionare l’Asia Pulp and Paper dalle dannose pratiche di disboscamento in Indonesia è stata in realtà condotta delle stesse persone che si occupano di gestirne le public relations, che si è interrogata sull’impegno di ripulire le operazioni di una società molto chiacchierata.
La verifica attacca Greenpeace, il gruppo attivista che ha accusato L’Asia Pulp and Paper (APP) di disboscamento illegale e massivo a Sumatra nella sua relazione di luglio 2010, intitolata How Sinar Mas is Pulping the Planet (28 MB). Esamina ognuna delle accuse lanciate da Greenpeace, sostenendo che alcune sono solo speculazioni o citate impropriamente. L’analisi sottolinea delle discrepanze nelle mappe di concessione e lamenta che Greenpeace cita come la più grande minaccia delle tigri di Sumatra la perdita dell’habitat, mentre invece glissa sulla più grande causa di mortalità: il bracconaggio.
Gli attivisti di Greenpeace dispiegano uno striscione gigante “APP smetti di distruggere le foreste delle tigri”, per denunciare la distruzione forestale in corso da parte del gigante asiatico “Asia Pulp & Paper” (APP). Lo striscione è stato posto in un’area in cui il disboscamento è molto attivo da parte della PT. Tebo Multi Agro (TMA), un affiliato della APP, nella parte meridionale di Bukit Tigapuluh. Bukit Tigapuluh è uno degli ultimi rifugi per le tigri di Sumatra, pericolosamente in via di estinzione, ed è anche luogo di una incredibile biodiversità, incluse 660 specie di piante, 200 spedie di uccelli e 60 specie di mammiferi, incluse questi animali in via di estinzione: il leopardo nebuloso, il tapiro di Malayan, l’elefante di Sumatra e l’orangutan. L’area è anche casa degli indigeni dell’Orang Rimba e del Talang Mamak. Foto e didascalia di Greenpeace. |
Ma la verifica in realtà non nega che l’APP stia disboscando foreste e torbiere per mettervi piantagioni di polpa di cellulosa. Anzi, essa conferma effettivamente che la società sia impegnata nella conversione delle aree di torba, ma sostiene che questa attività non sia illegale secondo la legge indonesiana.
“L’iilegalità generica della “regola dei tre metri” perciò non è palese. Le condizioni del decreto permettono qualsiasi numero di attività industriali entro le aree di torbiera, incluse le zone minerarie, di selvicoltura e di agricoltura” dichiara la verifica.
La verifica presenta anche alcune dichiarazioni chiaramente fuorvianti. Afferma che l’Indonesia non è il terzo emissore di gas effetto serra al mondo, nonostante Consiglio Nazionale sui Cambiamenti Climatici (DNPI) sostenga che l’Indonesia si piazzi dietro solo alla Cina e agli Stati Uniti per quanto riguarda le emissioni. La verifica cerca di ingarbugliare le cose menzionando le emissioni di gas effetto serra pro capite e le emissioni che escludono l’utilizzo del suolo, mentre cita altri dati irrilevanti sul totale delle foreste dell’Indonesia. Suggerisce che le industrie dell’olio di palma e della polpa di cellulosa non sono i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra in Indonesia, mentre ricerche recenti hanno dimostrato che più della metà dell’espansione dell’olio di palma tra il 1990 e 2005 è sopraggiunta a discapito delle foreste indonesiane, e che questa è, insieme al disboscamento e alle industrie di legname, la causa maggiore di riconversione delle foreste nel paese.
Ma queste questioni sono relativamente di minor importanza. Il tassello della storia più incredibile è capire perchè l’APP ha assunto ITS Global, una società di Alan Oxley, che è anche a capo del World Growth International, un gruppo che si occupa di fare lobby per la società gemella della APP, la Sinar Mas. La ITS Global non è certo un controllore indipendente — infatti si occupa di curare le pubbliche relazioni di Sinar Mas. In altre parole, non è credibile. O se vogliamo, come ha efficacemente espresso Bustar Maitar, di Greenpeace Indonesia, “è una barzelletta”.
World Growth International è forse maggiormente conosciuto per le sue invettive affannate contro vari gruppi ambientalisti (Greenpeace, The Rainforest Action Network, Friends of the Earth, and WWF-Indonesia sono i preferiti), contro gli sforzi per tutelare le foreste e contro i limiti per il cambiamento climatico (World Growth non è contento del programma REDD proposto, ma non certo perchè ha timori sulla corruzione o per la privazione dei diritti civili sofferti dalle comunità locali) e le lamentele sulle trasgressioni ambientali da parte delle società di holding della Sinar Mas (specialmente l’APP e il produttore dell’olio di palma Sinar Mas Agro Resources and Technology – SMART, che è una consociata della Golden Agri Resources, una società quotata in Borsa a Singapore). I suoi documenti hanno dichiarato falsamente che le piantagioni di olio di palma sequestrano più carbonio delle foreste pluviali e che attualmente la causa principale della deforestazione è l’agricoltura di sussistenza, piuttosto che le attività imprenditoriali. Le relazioni della World Growth non hanno tenuto conto di altre importanti minacce ambientali, quali le emissioni derivanti dalla conversione delle torbiere in piantagioni e la perdita dell’habitat per le specie minacciate, inclusi gli orangutan e le tigri di Sumatra.
Ulteriore monitoraggio aereo da parte di Greenpeace in data 5 agosto 2010 sul Kerumutan – un’area di torbiera nel Riau, a Sumatra, di cui si è parlato nella relazione – presenta ulteriori prove inoppugnabili della APP mentre distrugge la torbiera. Foto e didascalia di Greenpeace. |
Nella sua verifica, ITS Global utilizza alcune delle stesse tattiche che rimprovera a Greenpeace di usare. Attacca Greenpeace per aver criticato l’abbattimento degli alberi fatto dalla APP nel “Bukit Tigapuluh Forest Landscape” nella Sumatra Centrale, sottolineand che tale zona non rientra nelle aree protette.
“La dichiarazione è fuorviante anche per l’uso del termine “Bukit Tigapuluh Forest Landscape”, che è un termine che non ha basi giuridiche; è stato fuso con il Parco Nazionale Bukit Tigapuluh da alcuni gruppi ambientalisti compreso il WWF”, afferma la verifica, suggerendo che l’utilizzo del termine da parte di Greenpeace confonda le zone non protette con quelle delle aree protette.
Tuttavia il World Growth utilizza frequentemente proprio il linguaggio fuorviante per suggerire che Wangari Maathai, vincitrice del Premio Nobel per la Pace del 2004 per la sua campagna di rimboschimento in Africa, appoggia la conversione su larga scala delle foreste pluviali in piantagioni industriali per alleviare la povertà rurale. Maathai non ha mai espresso pubblicamente il suo appoggio per tali attività, che sono contro lo spirito del suo programma “Greenbelt Movement”.
Ma tali contraddizioni forse non dovrebbero sorprendere dato che sia ITS Global che il World Growth sono presieduti da Oxley, l’ex ambasciatore australiano al GATT e membro del Consiglio degli Affari Esteri del Governo australiano. Oxley precedentemente ha lavorato come lobbista per Rimbunan Hijau, una società di disboscamento malesiana che è stata pesantemente criticata per abuso dei diritti umani e pratiche di disboscamento distruttive in Papua Nuova Guinea. Oxley ha condotto una campagna di pubbliche relazioni per dipingere Rimbunan Hijau come una società di selvicoltura responsabile. Ha anche combattuto contro i tentativi di limitare le emissioni di gas effetto serra (“non c’è certezza che gli aumenti nell’atmosfera di diossido di carbonio che scaturiscono da attività umane possano causare un surriscaldamento globale significativo”, ha scritto in un editoriale del 2005) e contro il rallentamento della deforestazione tropicale.
Mentre le recenti campagne di Grenpace potrebbero nuocere all’APP e a Sinar Mas, che hanno infatti contribuito a far perdere alle società clienti importanti come Unilever, Walmart, Kraft, Nestle, General Mills, Ricoh, Office Depot, Staples, Woolworths e Burger King, tra gli altri; gli affari per Oxley stanno andando a gonfie vele. Il comunicato stampa pubblicato dalla ITS Global sembra più una pubblicità per la società stessa, tanto che le sue “ricerche” e “strategie di comunicazione” sono reclamizzate e in bella mostra nell’ultima verifica.
Foto di Greenpeace. |
Nondimeno, tutti questi disonesti non riescono ad arrivare al nocciolo della questione, che è la seguente: abbattere foreste pluviali e torbiere in Indonesia generalmente non è illegale. In realtà, si potrebbe dichiarare che è, anzi, incoraggiato. Le concessioni per la silvicoltura sono offerte dal governo (il quale, storicamente, è stato pesantemente influenzato dalle “relazioni speciali” che ha con le società di silvicoltura) e, secondo l’attuale legge indonesiana, una società deve sfruttarle se vuole mantenere il diritto a sfruttare la terra. Perciò, una società come Sinar Mas ha opportunità considerevoli di convertire legalmente le foreste con biodiversità e le torbiere piene di carbonio in piantagioni, a condizione che si assicuri i giusti permessi (che SMART non è riuscita ad avere in 8 delle sue 11 piantagioni di olio di palma recentemente verificate). Forse è questo il motivo per cui la società, essendo uno dei produttori principali, laddove ha un’esposizione massiva verso i mercati in cui la consapevolezza ambientale è forte, sceglie di continuare con i suoi tentativi sempre più maldestri di fingersi ecologista con campagne mirate (sia APP che SMART sono incappate in fallimentari campagne di pubbliche relazioni, il mese scorso, quando hanno provato a difendersi dagli attacchi di Greenpeace). L’altro lato della medaglia risiede purtroppo nel fatto che aziende sconosciute che vendono esclusivamente all’interno dei loro mercati o verso paesi quali l’India e la Cina, che non risentono di campagne ambientaliste al momento, sono persino più dannose. Ma controllare società come Sinar Mas rappresenta per Greenpeace e gli altri gruppi la miglior opportunità per spingere le società industriali verso “best practices” sociali e ambientali. La speranza è che le best practices un giorno verranno codificate in leggi reali per proteggere l’ambiente.
- Nota 1: APP è un marchio che attualmente si procura prodotti da diverse società indonesiane, ma per la finalità di questo post sarà trattata come una società
- Nota 2: Asia Pulp & Paper non ha risposto alla richiesta di commenti da parte di Mongabay. Com. Una conferenza stampa con Alan Oxley e Aida Grenbury dell’APP, prevista per stamattina, è stata annullata dagli organizzatori.
UPDATE Greenpeace ha pubblicato una risposta alla verifica dalla ITS Global: Greenpeace Response to ITS Global Sept 2010