Sempre più gente mangia sempre più pesce, secondo quanto riferisce un rapporto delle Nazioni Unite relativo al 2008. Contemporaneamente, le risorse ittiche degli oceani del mondo sono in continuo declino, minacciando gli ecosistemi, la sicurezza alimentare e la stessa industria della pesca.
“Il fatto che non ci sia stato nessun miglioramento nello status degli stock è motivo di grande preoccupazione”, ha commentato Richard Grainger, esperto di industria del pesce all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e uno degli autori del rapporto, in una conferenza stampa. “È necessario che la percentuale di sovrasfruttamento cali, anche se pare che almeno si sia raggiunta una certa stabilità”.
Dallo studio emerge che una persona consuma in media circa 17 kilogrammi di pesce all’anno; una cifra più alta non si era mai registrata. Tuttavia, si stima che quasi un terzo degli stock ittici sia sovrasfruttato, esaurito o in fase di ricostituzione. La metà delle zone di pesca nel mondo risulta completamente sfruttata e si ritiene che solo il 15 percento sia sottosfruttato, il livello più basso dagli anni ’70 ad oggi, secondo il WWF.
Un esemplare di tonno obeso appena pescato. Foto di Mongabay.com |
“In un mondo che va incontro a un futuro dove il costo del cibo aumenta e la sicurezza alimentare diminuisce, sta diventando sempre più evidente che sfruttare fino all’esaurimento una zona di pesca dopo l’altra è un disastro annunciato”, ha commentato Alfred Schumm, leader del programma ‘Smart Fishing Initiative’ del WWF, durante un comunicato stampa rilasciato dall’organizzazione stessa.
L’aumento nel consumo di pesce è dovuto principalmente all’acquacoltura, che, stando al rapporto, oggigiorno fornisce il 46% del pesce destinato all’alimentazione nel mondo. Ciò nonostante, l’industria dell’acquacoltura non è priva di conseguenze negative sull’ambiente e non più crescere all’infinito.
Kevern Cochrane, direttore della divisione FAO che si occupa di consumo e conservazione delle risorse, in un’intervista con il New York Times: ha affermato che “Incontreremo limitazioni in termini di disponibilità di spazio e di acqua, soprattutto acqua dolce, e anche per quel che riguarda l’impatto ambientale e l’offerta di cibo per i pesci”. Il pesce di allevamento spesso viene alimentato con pesce pescato appartenente a specie meno richieste sul mercato, il che rappresenta un’ulteriore minaccia per gli ecosistemi marini.
Sempre secondo il rapporto, l’8% della popolazione mondiale è impiegata in qualche modo nell’industria del pesce. Si tratta di un grosso giro d’affari, che solo nel 2008 ha prodotto un fatturato di 102 miliardi di dollari.