Un nuovo rapporto pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) in collaborazione con l’INTERPOL sostiene che il disboscamento illegale rappresenta il 15-30% della silvicoltura nelle aree tropicali ed ha un valore dai 30 ai 100 miliardi di dollari a livello mondiale.
I paesi consumatori svolgono un ruolo considerevole nel commercio illegale, sempre più sofisticato ed in alcune zone facilitato dall’aumento delle piantagioni industriali.
“Il disboscamento illegale non è in calo, al contrario è sempre più evoluto grazie a cartelli meglio organizzati, che spostano altrove le proprie attività illecite, così da evitare le indagini delle autorità di polizia locali e nazionali”, scrivono Achim Steiner e Ronald Noble – a capo di UNEP ed INTERPOL – nella premessa della loro relazione. Gli stessi aggiungono che il disboscamente illegale sta compromettendo il REDD+ (Riduzione delle Emissioni da Deforestazione e Degrado forestale), un programma mirante a ridurre la povertà rurale ed a riconoscere l’importanza dell’avere foreste sane.
“Perchè il REDD+ abbia successo, i finanziamenti alle comunità locali per i loro sforzi nella conservazione del territorio devono essere più elevati rispetto ai guadagni derivanti da attività che portano al degrado ambientale. Il disboscamento illegale diventa quindi una minaccia per questo sistema di pagamento, se i fondi illeciti sono maggiori rispetto ai finanziamenti previsti dal REDD+.”
Lo stato di salute delle nostre foreste. Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade.
Il rapporto, intitolato “Carbone verde, mercato nero: disboscamento illegale, frode fiscale e riciclaggio nelle foreste tropicali di tutto il mondo. Una rapida valutazione”, evidenzia che nonostante a metà anni 2000 si annunciasse un apparente riduzione globale del disboscamento illegale, “l’andamento di lungo termine della deforestazione e del commercio illegale ha dimostrato che si è trattato di un fatto temporaneo e che tali attività illecite continuano”.
“E ciò che è ancora più importante è che un’apparente riduzione del disboscamento illegale è dovuta ad operazioni di riciclaggio più avanzate, volte a mascherare attività criminali, e non necessariamente ad un generale calo della deforestazione.
Cause del disboscamento illegale: Il modello indonesiano. Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade.
Il rapporto identifica più di 30 modi di produrre, trafficare e vendere legname illegale, fra cui “la falsificazione delle autorizzazioni al disboscamento (in alcuni casi per importi di $ 20-50.000 ad autorizzazione), deforestazione oltre i limiti concessi, violazione di siti governativi per ottenere permessi per trasporti o volumi maggiori, riciclaggio di legname illegale per creare strade, ranch, olio di palma o coltivazioni forestali, mescolandolo inoltre con legname legale durante il trasporto o nelle segherie”.
Dieci modi per effettuare il disboscamento illegare. Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade
Soprattutto in Asia, le piantagioni da legno per la produzione di carta e cellulosa vengono utilizzate per il riciclaggio del legname illegale. Il rapporto UNEP / INTERPOL evidenzia un appiattimento nell’estensione delle piantagioni da legno in Indonesia, ma un’impennata nelle produzioni derivanti da tali coltivazioni.
“In molti casi il triplicarsi dei volumi del legname da coltivazione, nei cinque anni successivi all’inasprimento dei controlli sul disboscamento illegale, è derivato in parte da attività criminali di copertura per il riciclaggio di legname illecito”
Piantagioni in Indonesia: una nuova frontiera nel riciclaggio del legname illegale? Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade
Disboscamento e riciclaggio di legname. Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade
La deforestazione è facilitata dalla corruzione ad alto livello all’interno dei governi di alcuni paesi. I leader di stati quali la Malesia e la Liberia si sono arricchiti con i profitti derivanti dall’estrazione illecita di legname. Ma i danni vanno ben oltre le questioni fiscali. Il disboscamento illegale può essere legato a violenti conflitti, come si rileva dal rapporto UNEP/INTERPOL circa uno studio sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo, il quale sostiene che queste attività illecite possono essere una minaccia anche per le comunità locali che dipendono dalle foreste.
Disboscamento illegale e conflitti nel Congo. Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade
“In alcuni casi le attività di disboscamento illegale implicano anche omicidi, violenze, minacce e atrocità contro le popolazioni indigene delle foreste” prosegue il rapporto. “Le difficili sfide che tali popoli stanno già affrontando sono ulteriormente aggravate dalle aziende che riciclano il legname illegale attraverso permessi fraudolenti per la creazione di ranch o piantagioni.”
Il disboscamento illegale è un giro d’affari internazionale di grandi dimensioni. Il rapporto UNEP/INTERPOL sostiene che “il riciclaggio di legname illegale è reso possibile solo grazie ad un grande flusso di denaro da investitori asiatici, europei e statunitensi, fra cui anche investimenti attraverso fondi pensionitistici.” Ne è un esempio la Samling Global, una società malesiana collegata alla deforestazione illecita in molti paesi. Quando le attività della Samling furono portate allo scoperto dagli ambientalisti, il Fondo Sovrano per il Benessere norvegese ha fermato i finanziamenti alla società malese. Ciononostante il denaro ha continuato a fluire attraverso alcuni dei più grandi nomi di Wall Street, fra cui Goldman Sachs, Charles Schab e BlackRock.
Flusso di investimenti nel disboscamento illegale: Un caso di studio del Fondo Sovrano per il Benessere norvegese.
Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade
Aree controllate dal mercato nero: principali flussi bilaterali di legno illegale. Gentile concessione di Green Carbon, Black Trade
Il rapporto sostiene che i vari enti e programmi di certificazione – dagli Accordi Volontari di Partenariato (VPA), al Consiglio per la Gestione Forestale Sostenibile (FSC), al CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) – non sono sufficienti per fermare il commercio di prodotti provenienti da legname illegale.
“Non sono stati creati per combattere il crimine organizzato e non sono efficaci nel fronteggiare il disboscamento illegale, la corruzione ed il riciclaggio del legname illegale nelle zone tropicali. Per avere efficacia, i programmi di commercio indipendenti e l’effettiva attuazione della CITES devono essere combinati con uno sforzo operativo ed investigativo internazionale per l’applicazione della legge, in collaborazione con le autorità di polizia nazionali e le task force investigative di ogni paese.
Come prevedibile, data la partecipazione dell’INTERPOL allo studio, il rapporto promuove l’idea di incanalare più fondi nell’applicazione della legge e nell’addestramento delle forze dell’ordine operanti in questo settore.
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Gli sforzi per arrestare questo mercato nero devono concentrarsi sulla crescente possibilità di fermare le organizzazioni dietro al disboscamento illegale, riducendo il flusso di legname proveniente dalle regioni con un alto grado di illegalità, adottando un approccio multidisciplinare di attuazione della legge, sviluppando incentivi economici, scoraggiando l’uso del legname proveniente da tali zone ed introducento un rating per le aziende (sistema di disboscamento) basato sulla probabilità che le stesse siano coinvolte in attività illegali, al fine di scoraggiare i finanziamenti di investitori e mercati azionari.
Se combinate ad incentivi economici, attraverso il REDD+ ed opportunità di commercio per mezzo di CITES e FLEGT (Forest Law Enforcement, Governance and Trade, attuazione delle norme, della governance e del commercio nel settore forestale, ndr), queste azioni potrebbero effettivamente portare alla riduzione della deforestazione e – fondamentalmente – delle emissioni di CO2.
Primaria attenzione deve essere prestata anche alle indagini sulla frode fiscale, la corruzione e l’anti-riciclaggio, incrementando sostanzialmente la capacità investigativa ed operativa delle task force nazionali che collaborano con l’INTERPOL contro il disboscamento, le piantagioni e le segherie illegali.
Fonti: Nellemann, C., INTERPOL Environmental Crime Programme (eds). 2012. Green Carbon, Black Trade: Illegal Logging, Tax Fraud and Laundering in the Worlds Tropical Forests. A Rapid Response Assessment. United Nations Environment Programme, GRIDArendal. www.grida.no