Foresta da legname industriale in Borneo. Foto di Rhett A. Butler.
Asia Pulp & Paper (APP) , il gigante indonesiano della produzione di carta, ha assunto uno dei migliori funzionari americani per aiutare il suo lavoro in termini commerciali e ambientali.
In novembre, APP ha annunciato di aver impegnato Stuart Eizenstat di Covington & Burling, uno studio legale con sede negli Stati Uniti, con lo scopo di aiutare ad “assicurare la conformità del commercio e della sostenibilità ambientale in Nord America”. L’assunzione di Eizenstat è notevole perché guidò la delegazione che negoziò il Protocollo di Kyoto e lavorò in un numero di posizioni di governo di alto livello, come Ambasciatore americano nell’ Unione Europea; Sottosegretario degli Affari per il Commercio Internazionale; Sottosegretario di Stato per Affari, Economia e Agricoltura; e Deputato Segretario del Tesoro durante l’amministrazione Clinton. Eizenstat ha anche sostenuto l’adozione di crediti di carbonio per le foreste in un piano nazionale per affrontare il cambiamento climatico.
In un’intervista con mongabay.com, Eizenstat ha confermato che il suo team di Covington & Burling sta lavorando con APP.
“Ci siamo impegnati con APP a supportare sia le relazioni commerciali che le questioni ambientali. Sembra che ci sia disinformazione e confusione in abbondanza su temi ambientali e sociali che riguardano l’Indonesia e le compagnie come APP che hanno sede laggiù,” dice. “APP è un’organizzazione in cambiamento. Sono fiducioso che i miei numerosi anni di esperienza in questioni di sostenibilità e forestali, e il fatto che ho guidato il governo americano durante le negoziazioni sul Protocollo di Kyoto, in aggiunta all’aiutare grandi organizzazioni a incentivare i loro programmi sostenibili, saranno preziosi nell’aiutare lo sviluppo di APP.”
APP spera che l’assunzione di Eizenstat potrà incoraggiare il supporto per la sua “Sustainability Roadmap,” che è stata inaugurata a maggio con lo scopo di fronteggiare le critiche sui suoi precedenti ambientali. Una serie di green group e organizzazioni sui diritti umani hanno allestito campagne di lunga durata contro APP per i suoi metodi, che includono la conversione di larghi tratti di torbiere e foreste pluviali in piantagioni industriali, innescando sostanziali emissioni di gas serra. I critici dicono che queste piantagioni hanno a volte suscitato o inasprito conflitti con le comunità locali dipendenti dalle foreste e compromesso ulteriormente le numerose specie a rischio come la tigre di Sumatra. Queste proteste si sono intensificate negli ultimi anni mentre APP ha cercato di intensificare la sua produttività, mettendo più foreste a rischio.
La questione del commercio di APP
Nel 2010 il Dipartimento del Commercio decretò contro APP, imponendo un divieto anti-dumping e doveri di compensazione per aver “scaricato” carta sul mercato americano a “prezzi artificialmente bassi” e per aver “minacciato il mercato del lavoro e l’industria americana ‘con danneggiamenti materiali causati da importi venduti a meno del valore equo di carta patinata proveniente dall’Indonesia’.” A seguito della decisione del giudice, APP fece un passo avanti nelle relazioni con gli Stati Uniti. Allo stesso tempo emersero gruppi come Consumer Alliance for Global Prosperity e Coalition to Protect Virginia Jobs. Questi gruppi, che si sono schierati dalla parte del movimento Tea Party, criticano le compagnie che hanno smesso di avere prodotti APP e si battono contro il WWF e Greenpeace, che hanno fatto pressione su APP per i suoi precedenti ambientali. |
Le risposte di APP a queste campagne di protesta non hanno conquistato la benevolenza dei green group. Aveva promesso di eliminare gradualmente il disboscamento delle foreste naturali, ma ha mancato tre degli obiettivi che si era imposta a partire dal 2004. APP ha anche avuto un pubblico disaccordo con il Forest Stewardship Council (FSC) , un ente di certificazione del legname, dopo non essere riuscita a preservare le aree designate come ad alto valore di conservazione dalla Rainforest Alliance, partner di FSC sulla conservazione. Allo stesso tempo i critici di APP sono stati presi di mira con campagne che li hanno accusati di essere pro-povertà e anti – Indonesia. Ma i problemi di APP si sono inaspriti a causa del suo approccio con le pubbliche relazioni, che a volte hanno incluso delle affermazioni che sono state apertamente messe in discussione dalle ONG, tra le quali alcune “iniziative di conservazione” che in seguito sono state scoperte essere nulla più di un accordo con la legge indonesiana o, in un caso, non esistenti. Un affiliato estero di APP è stato persino colto nell’”astroturfing”, cioè nel tentativo di fingere di avere supporto popolare dietro la sua campagna. I problemi che circondano APP sono costati all’azienda dozzine di clienti in tutto il mondo.
Eizenstat ha detto a mongabay che non è estraneo a queste critiche, ma protegge APP.
“ Certo, sono consapevole di queste critiche,” ha detto. “Molte di queste informazioni sono causate da confusione o disinformazione, e alcune sono semplicemente inaccurate. Per esempio, quest’anno una ONG ambientalista ha dichiarato che APP stava usando nelle cartiere le tre specie protette di ramino. Ciò è semplicemente non vero. Infatti, in maggio, il Ministero delle Foreste Indonesiano ha liberato APP da queste incorrette dichiarazioni, come può vedere in dei servizi in una gamma di organi giornalistici dal Jakarta Globe, all’Environmental Leader, a Printweek. Può anche vedere la liberazione dell’accusa ad APP da parte del Ministero delle Foreste direttamente qui.”
Rimozione della foresta da parte di PT Asia Tani Persada nel tardo Settembre 2010. Gentile concessione di Greenpeace..
Il caso del ramino
In marzo, Greenpeace ha rilasciato un rapporto dichiarando che APP ha tagliato alberi di ramino, che sono elencati sotto la convenzione internazionale CITES (appendix II) e sono perciò considerai come specie protetta secondo la legge indonesiana. Il rapporto era basato su un’investigazione sotto copertura durata un anno.
Dopo la pubblicazione del servizio, il Ministero delle Foreste disse che avrebbe investigato le dichiarazioni. Ma, secondo Greenpeace, il Ministero aspettò troppo a lungo per cominciare l’indagine.
“Il Ministero delle Foreste stette con le mani in mano per più di un mese dopo che Greenpeace gli aveva fornito le prove,” ha dichiarato Andi Tait, attivista di Greenpeace per le foreste, a mongabay.com. “Durante tutto quel tempo, come si poteva prevedere, APP fece pulizia nelle aree disboscate.”
Nel video citato da Eizenstat, Darori, Direttore Generale della Protezione della Foresta e della Conservazione della Natura nel Ministero delle Foreste, ha fatto una dichiarazione affermando che un’”investigazione preliminare” ha discolpato APP dall’accusa, coinvolgendo invece i suoi fornitori per aver fornito tronchi di ramino. Tuttavia, il Ministero delle Foreste non ha ancora rilasciato i risultati dell’inchiesta, che fu chiusa circa otto mesi fa. Darori – la cui dichiarazione fu fatta ad una conferenza stampa di APP, e non del Ministero delle Foreste – non ha ancora risposto alle molte richieste di commento da parte di Mongabay-Indonesia.
Ma i documenti del Ministero delle Foreste rilasciati da Greenomics, una ONG indonesiana, mostrano chiaramente la presenza di alberi di ramino nelle concessioni di APP.
“Se [Eizenstat] e il Direttore Generale della Protezione della Foresta e della Conservazione della Natura si prendessero il tempo di esaminare dettagliatamente i documenti legali del piano industriale delle piantagioni di legno da carta, sono sicuro che presterebbero più attenzione nel commentare la rimozione degli alberi di ramino nelle concessioni per il legno da carta di APP,” ha detto il Direttore di Greenomics Elfian Effendi a mongabay.com. “I documenti legali mostrano che la maggior parte dei blocchi delle concessioni di APP contenenti alberi di ramino sono stati tagliati a raso… le tabelle dell’inventario mostrano che gli alberi di ramino sono presenti nelle aree che sono state tagliate.”
Se questi alberi di ramino sono stati realmente tagliati o meno, o semplicemente rimossi per l’acacia, non si sa. Secondo Greenpeace, APP ha recentemente modificato la sua polizza sul rifornimento in modo che i tronchi di ramino non fossero più proibiti. Allo stesso tempo nel suo video in cui si rivolge alla conferenza stampa di APP, Darori ha consigliato che APP salvaguardi i permessi per la raccolta di ramino, cosa che eliminerebbe in modo effettivo il problema in futuro.
Da parte sua, APP ha dichiarato che imporrà sanzioni sui fornitori che avevano apparentemente disobbedito. Ma il colosso cartario lo deve ancora fare pubblicamente, secondo Tait di Greenpeace.
“Nonostante le regolari affermazioni di ‘tolleranza zero’ verso il legname illegale è interessante notare che APP, mentre ammette la presenza di tronchi di ramino illegali nel suo stabilimento, non ha annunciato nessun provvedimento contro i suoi fornitori che li hanno portati là. Né la compagnia è stata in grado di fornire alcuna prova di una presunta ‘area di quarantena’, dove sostiene che Greenpeace abbia identificato questi tronchi.”
“I commenti di Stuart Eizenstat suggeriscono che non ha molta intenzione di fornire commenti critici o costruttivi ad APP – sembra che si accontenti di leggere semplicemente dai testi dei PR della sua compagnia.”
Un nuovo piano e scetticismo continuo
Dati questi precedenti, è con poca sorpresa che, quando APP ha annunciato una nuova “Sustainability Roadmap” a maggio, la maggior parte dei critici di APP si sono rivelati scettici. Alcuni erano dell’opinione che il linguaggio rappresentava in realtà un passo indietro rispetto ai precedenti impegni, con degli appigli per il continuo uso di fibra proveniente dal disboscamento di foreste naturali. Preoccupazioni sono state sollevate anche a proposito di un enorme nuovo stabilimento in programma per il Sud Sumatra legato al Sinar Mas, un gruppo di compagnie che comprende APP e i suoi fornitori. Uno studio indipendente suggerisce che non ci sono abbastanza piantagioni locali di fibra per soddisfare la capienza del nuovo stabilimento di produzione, che necessita continui disboscamenti di foreste naturali.
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Ma alcuni sperano che questa volta potrebbe essere diverso per APP. Tra questi c’è il The Forest Trust, un gruppo che lavora con delle compagnie per migliorare la performance ambientalista delle loro catene logistiche. A febbraio, il The Forest Trust (TFT) ha iniziato a lavorare con APP per rendere effettivo e monitorare un nuovo programma di sostenibilità compreso nella “Roadmap” di APP. il coinvolgimento del TFT è notevole perché nel 2011 aiutò la Golden Agri Resources (GAR), la più grande compagnia di olio di palma dell’Indonesia guidata dagli stessi proprietari di APP, a stabilire una politica di conservazione forestale che esclude la conversione di terreno con più di 35 tonnellate di carbonio (essenzialmente terreni torbosi o foreste pluviali) e richiede il previo, gratuito e consapevole consenso (FPIC) per avere a che fare con le comunità locali. Tali provvedimenti hanno immediatamente spostato GAR – che era stata nel mirino di una campagna di Greenpeace duramente effettiva che le era costata decine di milioni di dollari persi in contratti – in prima linea per politica ambientalista tra le compagnie di olio di palma indonesiane. Mentre due anni fa GAR stava soffrendo a causa del prolungato periodo di abbandono da parte dei clienti, in settembre c’era abbastanza buona volontà o ottimismo di mercato per far sì che GAR raccogliesse 400$ con l’offerta di un bond.
Eizenstat crede che la stessa trasformazione possa accadere con APP.
“Penso che APP si stia incamminando nella giusta direzione, direzione che dovrebbe essere incoraggiata,” ha detto a mongabay.com. “E’ una lunga strada e non accadrà nel giro di una notte, ma è chiaro che APP è sincera nel suo obiettivo di diventare una delle grandi compagnie di carta più eco-sostenibili al mondo. Comprendo le loro difficoltà nell’equilibrare le contrastanti priorità di sostenibilità, legalità, povertà, crescita economica e sviluppo e accolgo le vostre domande come un mezzo per iniziare un dialogo che porterà ad una migliore comprensione di APP e di queste problematiche.”
Ma Tait di Greenpeace è meno ottimista.
“APP si trova di fronte a seri problemi ambientalistici, commerciali e debiti, ma fino ad ora ci sono state scarse prove di un genuino cambiamento nei suoi metodi. L’assunzione di ancora un altro consulente ben introdotto suggerisce che la compagnia sia più interessata a buttare soldi sui suoi problemi per far sì che se ne vadano.”