Papa Francesco I. Foto di: Casa Rosada.
Nella sua prima omelia da pontefice, Francesco I ha parlato della necessità di agire a protezione dell’ambiente così come dei poveri e dei deboli. Questa attenzione all’ambiente richiama sia il santo da cui ha preso il nome, San Francesco d’Assisi, che il suo predecessore, Benedetto XVI, che si è battuto a favore di cause ambientaliste, dal cambiamento climatico alla biodiversità, considerate cruciali per la religione cattolica.
“Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente” ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata in occasione della prima Messa celebrata a piazza S. Pietro, cui si stima abbiano assistito circa 20.000 persone.
Si dice che Papa Francesco I abbia già introdotto un nuovo stile in Vaticano, più semplice e meno ricercato. Il nuovo pontefice, al secolo Jorge Mario Bergoglio, eletto lo scorso 28 febbraio, è il primo papa di origine americana (Argentina), il primo a provenire dal Sud del mondo e il primo gesuita. Bergoglio è stato eletto dopo la rinuncia al soglio pontificio, dovuta a motivi di età e di salute, di Benedetto XVI, primo papa ad abdicare negli ultimi seicento anni.
Benché se ne sia parlato poco, Papa Benedetto XVI ha spinto per un maggiore impegno ambientalista della Chiesa Cattolica, mettendo spesso in relazione degrado ambientale e materialismo occidentale. Nel 2008 ha dichiarato che combattere il cambiamento climatico è un “ obbligo morale” e un anno dopo che “il creato è in pericolo”. Durante la sua permanenza in carica in Vaticano sono stati installati pannelli solari.
“Forse con riluttanza giungiamo ad ammettere che vi sono anche delle ferite che segnano la superficie della terra: l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo” ha affermato nel marzo del 2008.
Ieri il nuovo Papa ha richiamato la storia di Giuseppe, padre di Gesù, per delineare il ruolo di custode nella tradizione cristiana.
“E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi” ha affermato Papa Francesco I.“E’ l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.”
Ha aggiunto che occorre prestare particolare attenzione a “i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere.”
L’omelia di Papa Francesco ha incontrato l’approvazione del direttore generale della FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che ha assistito alla messa.
“Il sostegno della Chiesa Cattolica e delle altre religioni è indispensabile nella nostra scommessa di eliminare la fame, costruire un futuro sostenibile e migliorare la vita dei più vulnerabili tra noi”, ha detto Graziano da Silva. “Questo impegno non solo ha una sua ragion d’essere politica ed economica, ma è dal punto di vista morale un imperativo e la cosa giusta da fare”.
Francesco I ha anche affermato che il ruolo di custode non è una tradizione solo cristiana, ma umana.
“La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti” ha notato, aggiungendo che “quando l’uomo viene meno a questa responsabilità, quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce.”