- Uno studio rivela che, per via della loro abbondanza e varietà, molte specie di coralli che costituiscono le barriere non sono in pericolo imminente di estinzione.
- Lo studio ha preso in esame 318 specie in 900 barriere nell’Oceano Pacifico, dall’Indonesia alla Polinesia francese, e vi ha trovato mezzo trilione di colonie di coralli.
- Gli autori dello studio chiedono una revisione della Lista Rossa IUCN, secondo la quale un terzo di tutti i coralli che costituiscono le barriere è soggetto a un certo rischio di estinzione.
- Allo stesso tempo, il nuovo studio sottolinea che le estinzioni localizzate e la perdita di funzione ecologica sono minacce vere e attuali.
Un nuovo studio che ha contato mezzo trilione di colonie di barriere coralline tra l’Indonesia e la Polinesia francese rivela che molti coralli che costituiscono le barriere non sono in pericolo imminente di scomparire dal pianeta.
Barriere desolate, devastate dalle ondate di calore ed erose dall’acidificazione degli oceani sono materiale da incubo ecologico. Ma le barriere coralline non sono insiemi omogenei; si tratta infatti di conglomerati di varie specie di coralli. Per queste specie, la salvezza potrebbe risiedere nella loro abbondanza e diversificazione.
Andreas Dietzel, a capo dello studio, afferma che “La maggior parte delle specie ha una popolazione così grande che, anche se ne perdesse il 90%, potrebbe ancora essere trovata in alcune aree e resistere per un po’ di tempo, ciò ci dà la possibilità di riportare sotto controllo alcuni fattori di stress come il cambiamento climatico e sperare di recuperare la biodiversità che abbiamo visto per milioni di anni.”
Dietzel e i colleghi chiedono una revisione della Lista Rossa IUCN, secondo la quale un terzo di tutti i coralli che costituiscono le barriere è soggetto a un certo rischio di estinzione. La lista si basa su uno studio fondamentale del 2008 che valutava lo stato delle 704 specie per cui erano disponibili dati a sufficienza.
Il nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution ha preso in esame 318 specie in 900 barriere nell’Oceano Pacifico, dall’Indonesia alla Polinesia francese. I dati utilizzati nella nuova analisi condotta nel corso di cinque anni sono stati raccolti tra il 1997 e il 2006. I ricercatori hanno scelto questa regione per via della disponibilità di dati relativi alle specie e perché l’area ospita la maggior parte delle specie di coralli esistenti.
I coralli che costituiscono le barriere risiedono su enormi piattaforme di loro creazione. Queste barriere sono veri e propri alveari per la vita marina e forniscono cibo e riparo in abbondanza. I polipi corallini, cugini delle meduse, sono gli organismi creatori della struttura sottostante in carbonato di calcio. Questi polipi formano delle colonie e sono connessi tra di loro in una maniera che sfida la differenziazione.
Gli scienziati marini usano spesso la copertura corallina, l’area occupata da coralli vivi in una barriera, per valutare la loro condizione. Tuttavia, questo metodo non considera la condizione di ciascuna specie di coralli. Arrivare a stabilire le dimensioni di una popolazione è complicato. Perciò, gli studiosi come Dietzel utilizzano come unità di misura una colonia corallina connessa da un tessuto connettivo che si riproduce, cresce e muore insieme.
Circa un quarto delle specie considerate nello studio è indicato come specie a rischio dalla IUCN. Dietzel, ricercatore alla James Cook University in Australia sottolinea che “Ci si basa sull’applicazione dei criteri IUCN, che di fatto non sono pensati per specie come i coralli; sono concepiti infatti per mammiferi, uccelli e rettili, le cui popolazioni sono solitamente piuttosto piccole.”
A differenza di molte specie terrestri a rischio di estinzione, la maggior parte dei coralli si trova in vaste aree degli oceani tropicali e si misura in milioni. È stato scoperto che una dozzina di specie di coralli considerati a rischio sotto la classificazione IUCN possiede popolazioni che oltrepassano il miliardo. La Porites nigrescens è una delle specie più abbondanti trovate dal gruppo. Nonostante ciò, la IUCN la considera a rischio di estinzione globale.
Allo stesso tempo, alcune specie meno numerose si ritrovano nella categoria “Minor Preoccupazione”. Per altre, non ci sono dati a sufficienza per determinare il loro stato. Gli autori scrivono “La nostra scarsa conoscenza della loro ecologia e abbondanza ne riflette la rarità e il fatto che il loro rischio di estinzione potrebbe essere relativamente alto e non riconosciuto.”
Il nuovo studio sottolinea che le estinzioni localizzate e la perdita di funzione ecologica sono minacce vere e attuali. I coralli tabulati sono un esempio di coralli relativamente rari. Se si estinguessero localmente, la popolazione di pesce farfalla (Chaetodon trifascialis), che si nutre di questi coralli, si troverebbe nei guai. Persino coralli abbondanti che occupano vaste aree possono scomparire da una barriera o da una regione.
Dietzel afferma “Lo studio non dice che le barriere stanno bene. Al contrario, sono davvero in difficoltà. Una specie potrebbe perdere il 95% degli esemplari; in tal caso le barriere non saranno mai più le stesse e non funzioneranno come prima. Ma queste specie non si estingueranno comunque del tutto.”
Immagine di apertura: pesci appartenenti al genere Amphiprion in una barriera corallina. Immagine di David Williamson.
Fonti:
Dietzel, A., Bode, M., Connolly, S. R., & Hughes, T. P. (2021). The population sizes and global extinction risk of reef-building coral species at biogeographic scales. Nature Ecology & Evolution. doi:10.1038/s41559-021-01393-4
Carpenter, K. E., Abrar, M., Aeby, G., Aronson, R. B., Banks, S., Bruckner, A., … Wood, E. (2008). One-third of reef-building corals face elevated extinction risk from climate change and local impacts. Science, 321(5888), 560-563. doi:10.1126/science.1159196
Malavika Vyawahare è scrittrice per Mongabay. Puoi trovarla su Twitter: @MalavikaVy
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2021/03/corals-are-struggling-but-theyre-too-abundant-to-go-extinct-study-says/