- Gli scienziati hanno per la prima volta colto attraverso la documentazione estensiva di filmati svoltisi nell’arco di 27 anni le reti alimentari dei mari profondi utilizzando dei sottomarini telecomandati(ROV) gestiti dal Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI).
- Tale studio, documentando l’importanza dei predatori dai corpi molli come le meduse, incrementa notevolmente la comprensione che gli scienziati hanno delle reti alimentari delle acque profonde.
- Fino ad oggi, la nostra conoscenza delle reti alimentari sottomarine si è limitata agli animali che potevano essere catturati con le reti e che potevano fisicamente sopravvivere per la durata dello studio.
Gli scienziati hanno catturato per la prima volta con ricca documentazione visiva gli eventi predatori che sostengono le reti alimentari delle acque profonde. Lo studio, che si basa su centinaia di osservazioni video catturate nel corso di quasi tre decenni da veicoli sottomarini operati remotamente e gestiti dal Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI), rivela l’importanza che le meduse rivestono nell’ecosistema marino in qualità di maggiori predatori e fonti di sostentamento..
Fino ad oggi, la nostra comprensione delle reti alimentari nelle acque profonde si è limitata alle specie che potevano essere catturate con le reti e a quelle che potevano fisicamente sopravvivere il tragitto verso la superficie. Conseguentemente, le tecniche di indagine tradizionali hanno oltremodo trascurato gli animali dal corpo molle come le meduse gelatinose. La strategia utilizzata dal MBARI, ha consentito ai ricercatori Anela Choy, Steven Haddock e Bruce Robison di filmare i predatori sottomarini nell’atto del pasto offrendo così una nuova comprensione del rapporto predatore-preda nelle profondità oceaniche fin sotto i 4000 metri (13000 piedi) a largo della costa della California.
Robison ha dichiarato in un comunicato: “Tale metodologia diretta non è mai stata sistematicamente utilizzata prima e, a differenza di altri metodi che si basano su congetture, fornisce informazioni precise sul ‘chi mangia chi’ nei mari profondi”.
La ricerca, pubblicata sulla edizione del 6 dicembre del Proceedings of the Royal Society B., ha individuato e distinto 84 tipologie di predatori e 82 tipologie di prede in quasi 750 video osservazionali di diversi eventi predatori. Gli animali dal corpo molle come le medusae, i ctenophoeri ed i sinophori hanno consumato la maggiore varietà di prede, superando in ciò i cephalopodi come i totani. In un comunicato stampa Anela Choy, autrice principale e dottorato borsista del MBARI ha dichiarato:“La cosa più sorprendente per me è stata notare l’importanza che gli animali gelatinosi rivestono in qualità di prede, e come le loro impreviste abitudini cibatorie abbraccino l’intera rete alimentare. Chi l’avrebbe detto che una medusa dei mari profondi somigliante a un grande piatto di portata si ciba di 22 tipi diversi di animali? Le nostre riprese mostrano che le meduse non sono affatto i ‘vicoli ciechi ‘ della catena alimentare che si credeva. Infatti, in qualità di predatori chiave dei mari profondi, hanno un impatto altrettanto grande quanto quello dei pesci grossi e dei totani.
I risultati mostrano che le meduse giocano un ruolo critico nell’ ecosistema marino, dichiara Haddock, aggiungendo: “Vi è una convinzione errata secondo cui le meduse costituirebbero semplicemente una presenza fastidiosa e per niente utile nell’ecosistema marino. I risultati dei nostri studi così come di altri condotti in tutto il mondo dimostrano che esse costituiscono invece una fonte comune di cibo per diversi gruppi di predatori. Dalle interazioni tra i predatori gelatinosi e le prede scaturisce altresì gran parte della complessità riscontrata nella rete alimentare sottomarina”.
Citazione:
- Choy, C.A., Haddock, S.H.D. Robison, B.H. (2017). Deep pelagic food web structure as revealed by in situ feeding observations. Proceedings of the Royal Society B. 284: 20172116, doi: 10.1098/rspb.2017.2116 (6 December 2017)