- In tutto il mondo, nel 2017, 197 persone sono state uccise per aver difeso o protetto la Terra.
- Un partenariato tra The Guardian e l’ONG internazionale Global Witness monitora ed elabora i dati sui decessi dei difensori della Terra dal 2002.
- I difensori della Terra sono spesso soggetti privati e attivisti che proteggono le riserve naturali, il patrimonio naturale e si oppongono a coloro che nuocciono all’ambiente.
Secondo un’analisi dei dati annuali di The Guardian e Global Witness, in tutto il mondo, i difensori della Terra sono sempre più a rischio di assassinio.
Secondo i dati del 2017 pubblicati in febbraio, l’anno scorso, in tutto il mondo, sono stati uccisi 197 difensori della Terra. Il Guardian le descrive come persone che si sono “opposte ai governi e alle società che le derubano delle loro terre e nuocciono all’ambiente, sfidando le prassi corrotte e ingiuste che permettono che tutto ciò avvenga”.
Il progetto di raccolta dei dati è iniziato nel 2002 e da allora il numero di difensori della Terra uccisi ogni anno è quadruplicato.
“La situazione continua a essere critica”, ha affermato in una dichiarazione Ben Leather, attivista esperto per Global Witness. “Fino a quando le comunità non saranno veramente prese in considerazione per le decisioni sull’utilizzo delle loro terre e delle risorse naturali, chi denuncerà i problemi continuerà a essere oggetto di attacchi, di incarcerazioni e del pericolo di assassinio”.
Da molto tempo, l’area più pericolosa per chi opera in difesa della Terra e dell’ambiente è l’America latina. Secondo Global Witness, gli interessi del settore agroalimentare sono attualmente quelli più comunemente connessi agli assassini. In passato, il maggiore responsabile degli assassini era il settore minerario.
I soli settori agroalimentare e minerario sono legati a oltre il 60 per cento dei casi noti che possono essere ricollegati a cause particolari.
Il numero di omicidi è rimasto estremamente elevato nel 2017 nei parchi nazionali. In tali luoghi, sono stati registrati 21 omicidi legati al bracconaggio. I guardaparco si scontrano spesso con i cacciatori di frodo in combattimenti su piccola scala ma spesso mortali all’interno dei parchi nazionali.
Con 46 omicidi, il Brasile rimane il luogo più letale del mondo per i difensori della Terra e ciò è in parte favorito dagli interessi divergenti nell’Amazzonia. La Colombia è di poco lontana al secondo posto, con 32 morti, sebbene gli scontri siano legati al vuoto di potere causato dall’accordo di pace con le FARC. In Perù, un’organizzazione criminale che voleva della terra a basso prezzo per il ricavato generato dall’olio di palma ha assassinato un gruppo di sei agricoltori.