- Il 25 ottobre si è tenuta a Berlino una conferenza in cui leader della conservazione e della salute pubblica hanno emesso 10 principi volti a incoraggiare la ricerca interdisciplinare e gli sforzi per affrontare sia problemi legati alla salute umana che all’ambiente.
- I principi in questione, parte del movimento One Health, sono scaturiti dai Principi Manhattan introdotti nel 2004.
- La conferenza ha riconosciuto che la parte più disagiata del pianeta è quella che più soffre a causa del degrado ambientale.
- Tuttavia, come hanno sottolineato gli organizzatori della conferenza, il cambiamento climatico ha un raggio d’azione a livello globale e deve essere affrontato sia da un punto di vista ambientale che di salute pubblica.
Joseph Walston, vicepresidente per i programmi di conservazione sul campo della Wildlife Conservation Society (WCS), sostiene che le comunità più disagiate a livello mondiale non hanno bisogno di sentirsi dire che gli ecosistemi sono di vitale importanza per la loro salute. Lo sanno già.
Quando ad esempio la caccia di animali selvatici aumenta in un’area al fine soddisfare la richiesta di alimenti esotici da parte di città lontane, le comunità disagiate capiscono bene che stanno perdendo una fonte critica di nutrienti e di proteine.
Come ha affermato Walston: “se hai intenzione di lavorare in [luoghi come] l’Africa Centrale, l’idea che tu possa tener separati i problemi ambientali da quelli inerenti alla salute pubblica non ha alcun senso”. Questo ha portato la WCS a includere la componente salutistica come parte integrante del suo programma, “nonostante”, sottolinea Walston, “siamo una società impegnata nella conservazione della natura”.
Tuttavia, non è così semplice far recapitare il messaggio ai consumatori dei paesi benestanti, i quali sono molto meglio protetti da rischi immediati sulla salute derivanti dal degrado ambientale, così come da coloro che prendono misure decisive. Questo è il motivo per cui la WCS e altri ambientalisti, scienziati e decisori politici stanno richiedendo una migliore integrazione tra sfera ambientale e di salute pubblica in modo da potersi occupare dei problemi a cui stiamo andando incontro.
Il 25 ottobre si è tenuta a Berlino una conferenza in cui leader della conservazione e della salute pubblica hanno emesso 10 principi volti a guidare questo tipo di integrazione. I Principi di Berlino mirano ad ampliare la visione del movimento “One Health”, un concetto che riconosce l’interdipendenza tra problemi ambientali e di salute introdotti dai Principi Manhattan nel 2004.
Eppure, da quando i Principi Manhattan sono stati emessi, molta della ricerca condotta sulla salute ambientale si è concentrata su temi come le malattie infettive e la resistenza agli antibiotici. Si tratta sì di questioni critiche, afferma il presidente e CEO della WCS, Cristián Samper, ma l’interdipendenza tra ambiente e salute umana va in realtà molto più in profondità.
“Ciò che stiamo cercando di fare è di … guardare ai diversi aspetti della buona salute umana e ricollegarli ai diversi problemi sullo stato degli ecosistemi e della biodiversità”, ha affermato Samper in un’intervista.
Questi ecosistemi forniscono una serie di servizi che beneficiano la salute umana. Ma, poiché, come sostengono i promotori del movimento One Health, insieme alla distruzione degli ecosistemi svaniscono anche questi servizi, assisteremo a un aumento delle malattie trasmesse per via idrica dato che le foreste non funzionerebbero più da filtro per i bacini idrici per esempio, o ad un aumento di malattie quali l’Ebola o la malaria trasmessi da animali provenienti da foreste pluviali ormai frammentate.
Samper ha affermato che uno dei principali obiettivi dei Principi di Berlino consiste nell’aumentare la componente interdisciplinare della ricerca così come di altri progetti, piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sulla componente salutistica o ambientale di un dato problema.
“Quando presenti un progetto come One Health, le persone coinvolte si domandando cosa questo possa avere a che fare con la salvaguardia della natura. Quando lo sottoponi a coloro che si occupano di conservazione della biodiversità, si chiedono cosa c’entri la componente salutistica”, afferma Samper. “Abbiamo veramente bisogno di abbattere queste barriere”.
Ciò che i sostenitori del programma One Health sperano di fare è di dimostrare ai decisori politici il ruolo decisivo che la biodiversità gioca per le comunità locali. Secondo quanto riportato da Samper, il ministro degli affari esteri della Germania, il quale ha ospitato la conferenza di Berlino insieme alla WCS e ne ha preso parte, ha dato segni che il governo tedesco ha intenzione di presentare i principi proposti dal movimento One Health al G20, un gruppo di 19 paesi sviluppati e benestanti oltre che all’Unione Europea.
Samper afferma: “continueremo a lavorare su questo tema, ma il nostro primo obiettivo era di sollevare la questione ad un livello politico più elevato. Non credo che questi problemi abbiano mai avuto voce o siano mai stati trattati ad un livello simile”.
Mentre le comunità più vulnerabili sostengono il peso degli effetti derivanti dal degrado ambientale, studi più recenti, in particolare quelli prodotti negli ultimi 15 anni dalla pubblicazione dei Principi Manhattan, hanno reso evidente la potenziale portata devastante del cambiamento climatico.
“Penso che la collettività sia ora consapevole che il cambiamento climatico costituisce una crisi esistenziale alla loro esistenza e prosperità”, ha detto Walston.
Il cambiamento climatico è comunque una minaccia alla salute umana che potrebbe essere risolta, almeno in parte, potenziando una soluzione naturale: mantenere le foreste in piedi per sequestrare il carbonio dall’atmosfera aiuterebbe a evitare episodi di siccità che potrebbero distruggere le nostre fonti di cibo o, ondate di caldo che minacciano i malati e gli anziani.
Walston ha affermato che l’impatto crescente del cambiamento climatico è un’ulteriore prova del fatto che non dovremmo tener separati ecosistema e salute pubblica.
“Non dovrebbe più essere così”, dice Walston. “Ciò che dovremmo domandarci è: qual è il contributo che apporteremmo alla lotta contro il cambiamento climatico? Qual è il contributo alla salute umana?”
Immagine di apertura: Bucerotide bianconero della Malesia. Immagine di John C. Cannon/Mongabay.
John Cannon è giornalista per Mongabay. Lo trovate su Twitter: @johnccannon
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Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/11/healthy-ecosystems-healthy-humans-one-health-broadens-its-scope/