- Un recente studio sui progetti di riforestazione nel sud e sud-est asiatico ha rilevato che circa la metà degli alberi piantati come parte di questi progetti sono morti entro un decennio.
- Lo studio ha anche identificato fattori che aumentano le possibilità di sopravvivenza: per esempio, gli alberi piantati in siti con foreste già esistenti sono risultati avere maggiori probabilità di sopravvivenza rispetto quelli piantati su terreni aperti.
- I ricercatori hanno anche notato che sono pochi i progetti che vanno a svolgere un monitoraggio a lungo termine dopo la semina iniziale, nonostante che ci vogliano decenni prima che le foreste ricrescano.
Piantare alberi può sembrare un modo semplice e poco controverso per ripristinare gli ecosistemi e raggiungere gli obiettivi climatici prefissati: ma la vera sfida della riforestazione arriva dopo che gli alberelli sono stati piantati nel terreno e che le foto promozionali sono state pubblicate online.
Un recente studio sul monitoraggio dei progetti di ripristino delle foreste nel sud e sud-est asiatico ha rilevato che, in media, il 44% degli alberi piantati come parte di tali sforzi muore entro cinque anni, arrivando fino alla metà entro 10 anni.
Tuttavia, anche se gli alberelli sono morti a ritmi scoraggianti, specialmente con il passare del tempo, lo studio indica che apportare delle modifiche, anche piccole, in un sito di riforestazione può fare tutta la differenza per il futuro della foresta.
Fattori di impatto
Lo studio si basa su dati provenienti da studi pubblicati e su FOR-RESTOR, la rete di dati del sito di riforestazione delle foreste tropicali da siti in tutto il sud e sud-est asiatico e monitora i tassi di sopravvivenza degli alberi nei boschi tropicali e subtropicali, nonché altri dettagli come le dimensioni, la varietà e o tipi di foresta, per comprendere che ruolo giocano le diverse variabili nel successo della riforestazione.
Lo studio ha scoperto che uno dei fattori più rilevanti per la sopravvivenza di una nuova foresta è il tipo di terra utilizzata. I tassi medi di mortalità sono più alti del 20% su terreni aperti e degradati rispetto ai siti forestali.
Gli autori hanno anche notato differenze tra la riforestazione su un suolo minerale rispetto a quello sulle torbiere: nel primo anno la mortalità degli alberi è più alta (28%) nelle torbiere che nella terra (14%). Passato il primo anno però, le morti risultano più basse nelle torbiere.
Molti fattori che hanno influenzato la mortalità degli alberi sembrano essere basati su condizioni che possono essere controllate, come la selezione del sito. Ma, affermano i ricercatori, poiché il monitoraggio tende a scendere dopo la semina iniziale, i tassi di mortalità diventano più difficili da monitorare per periodi di tempo più lunghi.
Lindsay Banin, coautrice della revisione della riforestazione ed ecologista statistica presso il Centro di Ecologia e Idrologia del Regno Unito, indica alcune ragioni per cui il monitoraggio finisce spesso per cessare: alcuni progetti durano così a lungo da finire fuori dai loro cicli di finanziamento, alcuni project manager perdono interesse nella raccolta dei dati dopo la pubblicazione del loro rapporto, e altri progetti ancora hanno un tasso di mortalità troppo elevato per continuare.
Poiché le foreste hanno bisogno di decenni per ricrescere, sono necessari studi a lungo termine, dice Banin: “Migliorare la disponibilità di informazioni [sulla riforestazione] aiuterebbe ad affrontare importanti questioni pratiche relative all’influenza del contesto paesaggistico sui risultati. Aiuterebbe anche a capire le circostanze in cui gli alberi devono essere piantati rispetto a quelle in cui la rigenerazione naturale sarebbe sufficiente e se mancano componenti importanti della flora, della fauna e del microbiota”, afferma.
Stuart Smith, coautore dello studio, della Nanyang Technical University’s Asian School of Environment di Singapore, che ha anche condotto un recente studio sulla riforestazione nelle torbiere, osserva che la raccolta di dati per questo tipo di progetti è particolarmente a breve termine.
Ad esempio, Smith afferma che nel suo studio precedente, il suo team è stato in grado di rivedere solo gli sforzi di riforestazione nelle torbiere che avevano meno di 2 anni, anche se questi progetti hanno bisogno di decenni per generare risultati.
Selezione del sito
Reki Kardiman, autore di uno studio del 2019 che ha mostrato che gli sforzi di riforestazione nella penisola malese hanno successo o meno in base ai tipi di alberi piantati, concorda sulla necessità che i progetti di riforestazione tengano conto delle specie piantate e delle condizioni del sito. Anche gli aspetti socioeconomici di un sito possono avere un impatto, dice, aggiungendo che sia la conoscenza scientifica che quella locale guidano il tasso di sopravvivenza di un progetto di riforestazione.
“La ricerca sulla riforestazione dovrebbe coinvolgere la conoscenza degli abitanti nel selezionare le specie, cosa che risulta anche positiva per il loro futuro sostentamento”, afferma. “Questo potrebbe scongiurare una nuova deforestazione dell’area.”
Banin aggiunge di vedere alcune importanti lacune nel proprio studio e nella letteratura precedente: ad esempio, sarebbe necessario più lavoro per collegare indicatori specifici come il tasso di sopravvivenza al più ampio recupero di un ecosistema forestale. Al tempo stesso vede questa ricerca come un buon punto di partenza, specialmente per informare coloro che piantano alberi.
“Speriamo di andare avanti traducendo la nostra ricerca per un pubblico più ampio”, afferma. “Trovare metodi efficaci per condividere esperienze e conoscenze in merito a quello che ha funzionato bene o male anche è cruciale, affinché che non si debba iniziare il processo di apprendimento da zero all’interno dei nuovi progetti.”
Immagine del banner: Membri della comunità ripristinano le foreste di mangrovie costiere vicino a Davao city nelle Filippine. Immagine DAI/USAID Biodiversità e Foreste tramite Flickr (CC BY-NC 2.0).
Citazioni:
Banin, L. F., Raine, E. H., Rowland, L. M., Chazdon, R. L., Smith, S. W., Rahman, N. E. B., … Burslem, D. F. (2022). The road to recovery: a synthesis of outcomes from ecosystem restoration in tropical and sub-tropical Asian forests. Philosophical Transactions of the Royal Society B, 378(1867), 20210090. doi:10.1098/rstb.2021.0090
Smith, S. W., Rahman, N. E. B., Harrison, M. E., Shiodera, S., Giesen, W., Lampela, M., … Lee, J. S. (2022). Tree species that ‘live slow, die older’enhance tropical peat swamp restoration: evidence from a systematic review. Journal of Applied Ecology, 59(8), 1950-1966. doi:10.1111/1365-2664.14232
Kardiman, R., Afriandi, R., Schmidt, L. H., Ræbild, A., & Swinfield, T. (2019). Restoration of tropical rain forest success improved by selecting species for specific microhabitats. Forest Ecology and Management, 434, 235-243. doi:10.1016/j.foreco.2018.12.028
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2022/12/nearly-half-of-replanted-trees-die-but-careful-site-selection-can-help/