- Un team di scienziati ha misurato la quantità totale di ozono nell'atmosfera e ha scoperto che la concentrazione complessiva è pressoché rimasta invariata, nonostante un leggero aumento nello strato superiore.
- Da questa scoperta il team di scienziati ha dedotto che lo strato inferiore dell'ozonosfera continui ad assottigliarsi.
- Il cambiamento climatico in corso potrebbe forzare l'ozono presente nell'atmosfera a estendersi più velocemente verso i poli.
- Secondo un'altra ipotesi alcuni dei composti che hanno sostituito i CFC negli ultimi trent'anni potrebbero allo stesso modo provocare la diminuzione dell'ozono nell'atmosfera, proprio come hanno fatto i CFC.
Lo spettro di un problema ambientale che si pensava fosse risolto è ancora presente. Secondo un nuovo studio pubblicato il 6 Febbraio nella rivista “Atmospheric Chemistry and Physics” l’ozonosfera si starebbe ancora assottigliando, nonostante gli sforzi effettuati per bloccare l’utilizzo di sostanze chimiche che si pensava fossero le responsabili.
Questo non vuol dire che il protocollo di Montreal non sia stato efficace. L’accordo del 1989 vietava l’uso di sostanze chimiche come i clorofluorocarburi contenenti cloro e composti simili usati per raffreddare l’aria nei frigoriferi e nei condizionatori, e poco dopo ci furono prove che confermavano che l’ozonosfera ne stesse beneficiando.
“Grazie al protocollo di Montreal, l’ozono nella stratosfera superiore – ad un’altitudine di 30 chilometri – è aumentato significativamente dal 1998, e la condizione della stratosfera sta anche migliorando in corrispondenza delle regioni polari,” ha affermato in una dichiarazione William Ball, ricercatore atmosferico presso il Politecnico Federale di Zurigo (ETH) e autore principale dello studio.
La maggior parte degli scienziati ha calcolato che lo strato di ozono dovrebbe tornare alla sua forma originaria entro il 2050 circa. Ma quando Ball e i suoi colleghi hanno misurato la quantità di ozono nell’atmosfera, hanno scoperto che la concentrazione complessiva era pressoché la stessa del passato, nonostante un discreto aumento nello strato superiore. Questa scoperta ha portato il team a supporre che il livello più basso dello strato di ozono, che si trova tra 15 e 24 chilometri al di sopra della superficie terrestre, sia ancora più sottile. Secondo gli autori dello studio questa è la parte che dovrebbe contenere la più alta concentrazione di ozono, che ha il compito di proteggere il pianeta dai raggi ultravioletti e da altri tipi di radiazioni.
I ricercatori hanno la consapevolezza che molte domande rimangono ancora senza una risposta. Una delle questioni ancora da dimostrare con certezza è l’assottigliamento dell’ozonosfera al di sotto dei 15 chilometri di altitudine.
È possibile che il riscaldamento globale stia spingendo l’ozono ad estendersi verso i poli terrestri più velocemente di prima. Oppure i nuovi tipi di composti che hanno preso il posto dei CFC, che sono sostanze a vita molto breve, potrebbero avere effetti simili. Anch’essi contengono infatti cloro e bromo e se alcuni di essi si formano naturalmente nell’atmosfera, altri vengono utilizzati negli impianti industriali.
Secondo Ball sono proprio queste sostanze a vita molto breve a non essere sufficientemente prese in considerazione nella ricerca.
Ball e i suoi colleghi non sono sicuri di quali potranno essere gli effetti in futuro né di cosa esattamente stia causando questa situazione. Un altro studio pubblicato sulla rivista “Science Advances” il 7 Febbraio fa notare che i maggiori livelli di radiazioni UV potrebbero rendere gli alberi sterili. Inoltre, il più sottile strato di ozono potrebbe aver contribuio all’estinzione di massa avvenuta centinaia di milioni di anni fa.
Thomas Peter, un chimico atmosferico all’ETH di Zurigo ha confermato che i provvedimenti adottati 30 anni fa a Montreal stanno, in qualche misura, funzionando.
Egli ha aggiunto anche che la situazione di declino osservata di recente è molto meno pronunciata rispetto a prima del Protocollo di Montreal. Infine, Peter precisa anche che l’effetto del Protocollo non è messo in discussione, ed è stato possibile dimostrarlo grazie all’inversione di tendenza osservatasi nello strato superiore dell’atmosfera e ai poli.
Tuttavia, questo studio chiarisce che il problema non è ancora stato risolto definitivamente.
“Dobbiamo tenere d’occhio lo strato di ozono e la sua funzione di filtro UV nelle latitudini e nei tropici densamente popolati”, ha infine aggiunto.
Immagine della Nebulosa Cygnus Loop, una foto che non può essere fatta dalla Terra perché lo strato di ozono bloccherebbe la luce UV, scattata dalla NASA / JPL-Caltech [Dominio Pubblico], presa da Wikimedia Commons.
FONTI
Ball, W. T., Alsing, J., Mortlock, D. J., Staehelin, J., Haigh, J. D., Peter, T., … & Bourassa, A. (2018). Evidence for a continuous decline in lower stratospheric ozone offsetting ozone layer recovery. Atmospheric Chemistry and Physics, 18(2), 1379-1394.
Benca, J. P., Duijnstee, I. A. P., & Looy, C. V. (2018). UV-B–induced forest sterility: Implications of ozone shield failure in Earth’s largest extinction. Science Advances, 4(2).